a white soul flew to heaven
un'anima bianca è volata in cielo
 ... saluto-ricordo per Savino Pasquarelli

A white soul flew to heaven: un'anima bianca è volata in cielo.

Si chiamava "The White Souls"  (Le Anime Bianche) il complesso musicale che a fine anni '60 allietava le feste nuziali a Banzi e nei paesi dintorni. La denominazione era stata inglesizzata per fare più scena. Io ero entrato a farne parte in un secondo momento, nell'autunno 1969, suonando la chitarra basso, che strimpellavo ad orecchio: anche se stonassi, non so se c'era qualcuno che se ne accorgesse. Però, quando dovevo eseguire l'assolo della famosa canzone "Soli si muore" di Patrick Samson, non potevo sbagliare, perché chiunque l'avrebbe rilevato ed allora dovevo tenere a bada l'emozione e stare attento a non far ingarbugliare le dita.

Chitarrista solista ne era Savino Pasquarelli, che suonava invece con ben altro talento (per non peccare di omissione, completavano il complesso Giovanni Pepe alla pianola e Mimmo Rigato alla batteria).

Furono due fantastici anni quelli trascorsi a suonare nel complesso, che abbandonai allorché nel settembre 1971 lasciai Banzi per l'università a Bologna. Mia madre mi spedì la chitarra basso, ma non giunse a destinazione perché un mariolo del mio paese trafugò buona parte del carico. La casacca rossa (il colore non si vede nella foto perché allora le foto erano ancora in bianco e nero) con gli ornamenti dorati è invece ancora conservata in un armadio posto nella soffitta della casa paterna (insieme alla divisa da caporal maggiore).

I ricordi fantastici di quei due anni sono resuscitati nitidamente questa sera, apprendendo che una della quattro "souls" del complesso, Savino, è diventato ora veramente un'anima. E la tristezza ha invaso profondamente quella che io ho ancora nel mio corpo: come è possibile che non accada, che non si rimanga sbigottiti ed affranti ad una simile notizia, anche se sono passati cinque (forse sei) anni senza esserci più incontrati?

Allora, Savino, voglio ricordarti qui con queste due foto e porgerti idealmente il mio commosso saluto, dedicandoti l'assolo della canzone di Patrick Samson che eseguivamo insieme, con la promessa che giacché, come dicono gli americani, "you have passed away" (letteralmente "sei passato altrove"), mi comunichi per favore dove, in modo che possa un giorno raggiungerti  e tornare a suonare ancora con te: la prima canzone del repertorio (nel frattempo l'avrai composta tu) sarà sicuramente "Insieme si vive".

 

P. S. La partecipazione a questo evento è stata possibile per avermene data notizia Gerardo Renna, al quale rivolgo un pubblico ringraziamento.

 


Il complesso musicale "The White Souls" di Banzi nel 1969
(da sinistra: davanti, Antonio Carcuro e Savino Pasquarelli; dietro, Giovanni Pepe e Mimmo Rigato)

13 dicembre 2010

Savino Pasquarelli VIVE                                                                               Sabato 1 gennaio 2011, 14:13

Da: "michele.pasquarelli@tiscali.it" <michele.pasquarelli@tiscali.it>

A: antonio_carcuro@yahoo.it

 

Caro Antonio,
sono Michele il figlio di Savino. Volevo innanzitutto ringraziarti per lo spazio ed il ricordo che hai dedicato a mio padre sul tuo sito. Gesti come i tuoi ci fanno pensare che papà vive ancora, se pur nei pensieri e discorsi della gente che lo hanno conosciuto. Infatti io, mia madre e mio fratello non facciamo altro che ricostruire con la gente che lo ha frequentato e stato vicino, attimi che magari a noi sono sconosciuti, ma che in noi ravvivano il suo ricordo.
Tu fai parte di queste persone, per questo ti terremo a cuore sempre per questa piccola ed intensa emozione che ci hai regalato.
Grazie
Michele Pasquarelli


Ricevere questo messaggio a capodanno mi ha commosso non poco ed è stato il più significativo, perché esso mi dà ancora un senso di appartenenza al mio paese d'origine, mi fa scoprire l'esistenza di legami non recisi.

Grazie perciò a te Michele per avermi scritto queste parole, nelle quali colgo la sensibilità d'animo del mio amico e papà tuo Savino.

So quanto profondi siano la tristezza e lo smarrimento che derivano dalla perdita di un genitore, per averlo già provato con quelli miei (a suo tempo li riversai nelle pagine di "Una Madre"); la profondità di tali sentimenti sarà certamente ancora maggiore quando viene a mancare un padre giovane come quello che ha lasciato te.

Arriva purtroppo il momento in cui il tema sul quale ci si cimentava a scuola sulla caducità della vita terrena bisogna affrontarlo nella realtà e, anche se a suo tempo si era riusciti a fare un buon componimento, adesso quel tema si presenta molto più arduo e sempre accompagnato da sofferenza e dolore.

Io non so se tu, tuo fratello e tua mamma siate sorretti dalla fede nel cammino che dovete continuare a percorrere senza il papà e consorte. Se potesse servire a recarvi conforto, a mantenere accesa una speranza, non solo dico anch'io, come hai titolato la tua lettera, che "Savino VIVE", aggiungo qualcosa di più: per me egli ha fatto addirittura "Ritorno all'assoluto".

 

01 gennaio 2011