DALL'ALTRA
PARTE
Tutti sappiamo che fine abbia fatto "Chi" è nato oggi 25 dicembre di 2008 anni fa: si trova felice nell'alto dei cieli in paradiso accanto a suo Padre. Nessuno sa, invece, chi nello stesso giorno di solo sette anni fa è morto: io spero che egli (mio suocero) - se rimane ancora di lui una sembianza di esistenza - si trovi da qualche parte almeno senza soffrire. Ma un'altra domanda mi viene da fare, che non so se qualcuno si sia mai posto: che fine hanno fatto il bue e l'asinello che scaldarono col loro fiato il Bambino nella stalla di Betlemme? Ahimè, penso anch'essi la fine ingloriosa di tutti i loro simili: macellati e mangiati, caso mai in parte anche dallo stesso Bambino, ignaro di essere stato salvato, proprio da quella coppia di animali, da morte sicura per assideramento. Ed ora quel bue e quell'asinello dove si trovano? Se a rispondermi fosse Papa Benedetto XVI, egli mi direbbe: "Da nessuna parte, perché essi non hanno l'anima". Santità, se non le considera un sacrilegio ed un oltraggio, permetta di dire anche a me quelle parole che pronunciò una volta il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro in un messaggio televisivo: "a questo gioco al massacro io non ci sto", questa raffigurazione del creato, mi sembra forzata e sbagliata, perché mi nega la speranza che anche quei due animali possano ritrovarsi in questo momento a pascolare in un meraviglioso prato situato tra candide nuvole in alto nel cielo, insieme ai tanti agnelli, mucche, maiali, oche, tacchini, capponi, di cui si fa enorme strage ogni anno proprio per festeggiare la nascita del Bambino Divino. Che paradossale contraddizione è il Natale! Se uno credesse davvero a questo evento sacro, per rievocare e penetrarne il significato, dovrebbe rimanere assorto in commosso silenzio a contemplarne il mistero, in ginocchio, al buio, al freddo, e soprattutto a pancia vuota. Invece è tutta un'orgia di massacro di creature innocenti in nome del bambino Gesù.
Qualche giorno fa stavo raccontando a mia figlia dell'abbattimento di un cinghiale, avvenuto da parte di guardia caccia provinciali in uno dei comuni dove lavoro, venduto poi all'asta dal comune stesso (mi trovavo per l'occasione proprio là, sicché ho potuto vedere l'animale esanime e sanguinante da vicino, poi anche appeso, aperto ed eviscerato da chi probabilmente lo avrebbe acquistato). Le ho riferito anche come e quanto sia rimasto colpito da quella visione, sfondando con mia figlia una porta aperta, visto che lei è un'animalista "praticante": tra sabato e domenica, dedica una giornata ad un canile e ci ha costretti ad adottare il suo coniglio, perché presso di noi in giardino vive meglio. Andando avanti con lei nella conversazione sugli animali, ho appreso poi una cosa che ignoravo, e che mi ha sconvolto terribilmente: le mucche - lei mi dice - sanno di essere trasportate al macello ed hanno perciò lo sguardo triste. Ho voluto verificarlo facendo una ricerca su internet: ne ho avuto ampia conferma. Peraltro, ho trovato anche un filmato (della durata di nove minuti) dove veniva documentata la sequenza delle operazioni di macellazione delle mucche: per il raccapriccio che mi suscitava, l'ho chiuso dopo solo pochi secondi, prima che il macellaio sparasse sulla testa ad una di loro.
Ho sempre fatto delle riflessioni sulla triste sorte che tocca agli animali, ma ora mi sta montando prepotente il proposito di diventare vegetariano e proverò a metterci tutto l'impegno per mantenerlo. Se non comincerò proprio oggi, giorno di Natale (giacché oramai è già avvenuto il sacrificio del bue, del maiale e dell'agnello da cui sono stati estratti i pezzi di carne acquistati), desidero almeno esprimere la speranza che essi, insieme al bue ed all'asinello che scaldarono nella stalla il Bambin Gesù, ai tanti maiali che vissero ed accarezzai una volta a casa mia, ai conigli, alle galline, al cinghiale ammazzato qualche giorno fa, a tutti gli animali vissuti sino a questo momento sulla Terra, possano essere anch'essi, indistintamente, tutti felici e senza più paura nel Regno di Dio. Anzi, ti prego Signore, se un regno ancora non l'hai costruito, inventalo apposta per loro.
Se uno mi chiederà domani quale sia stata la cosa più bella fatta oggi, gli risponderò: essermi alzato presto, aver dato da mangiare nel mio giardino a passeri, pettirossi e merli, esserci guardati a lungo, senza paura neppure da parte loro, ed aver pensato di essere, con pari dignità, tutti insieme creature di questo creato. E se poi mi si chiedesse di esprimere anche un desiderio che Babbo Natale fosse disposto a realizzare, esprimerei senza esitazione quello che anche tutti gli animali detti sopra, possano ritrovarsi oggi anche loro a festeggiare, in pace ed allegria, una nascita, non importa si tratti di quella di un Bambino Divino o d'un semplice cucciolo, facendo giungere fino ai limiti del creato i loro versi di gioia e di felicità. Amen! ... vale anche per voi due la preghiera fatta sopra! Errata corrige: Ho cominciato invece già il giorno di Natale a saltare a piè pari la carne: evviva! |
25 dicembre 2008