LARGA E' LA FOGLIA STRETTA LA VIA DITE LA VOSTRA CHE IO DICO LA MIA

 DALLA CIA AD ANDREOTTI

Leggo su internet una notizia apparsa il 13 marzo 2005, attinta dalla edizione domenicale del Washington Post, secondo la quale Italia, Germania e Svezia starebbero indagando su arresti di sospetti terroristi compiuti dalla Cia (Central Intelligence Agency) in Europa, i quali sarebbero stati poi trasferiti in Paesi criticati per la situazione dei diritti umani - essendo lì praticata la tortura - tornati però all'America utili per l'occasione.
A detta del Post,
la Cia compirebbe queste operazioni di "trasferimento" con l'aiuto od il benestare delle agenzie di intelligence locali, ritenendo questa pratica come una via efficace e legale per prevenire il terrorismo.

Tuttavia, sembra che la procura italiana (forse con disappunto del Governo) e degli altri due Stati europei si siano mosse per accertare se questa pratica non configuri invece una violazione della sovranità nazionale e dei diritti umani, incontrando però non pochi ostacoli pratici e legali nell'individuare gli agenti Usa responsabili delle violazioni, costituiti sia dalle difficoltà d'accertamento della loro identità, sia dalla particolare protezione derivante dall'immunità diplomatica di cui essi godono.
Ma le procure in Italia e Germania non hanno escluso di poter formulare ipotesi di reato, ha detto il Post.
Il quotidiano la Repubblica ha scritto il mese scorso che uomini della Cia hanno sequestrato il 17 febbraio del 2003, in pieno giorno, in via Guerzoni, a poche centinaia di metri dall'istituto islamico di viale Jenner, un egiziano di 42 anni, Hassan Mustafa Osama Nasr, conosciuto anche come Abu Omar, che sarebbe stato poi trasferito nella base militare americana di Aviano, per essere interrogato e picchiato, prima di venire consegnato, la mattina del 18 febbraio, all'Egitto, dove sarebbe ancora detenuto.
Secondo Repubblica, la procura di Milano conosce le foto e l'identità, forse falsa, degli agenti americani che hanno condotto l'operazione e starebbe valutando se chiederne l'arresto per sequestro di persona.

A leggere queste notizie, non si può non rimanere preoccupati, ed il pensiero corre diritto a Giuliana Sgrena, facendo ritenere tutt'altro che azzardata l'ipotesi che tale giornalista fosse davvero l'obiettivo del fuoco "amico" americano.
Non serve a far venir meno la preoccupazione, il fatto che Bush e tutti i suoi Ministri ci abbiano espresso cordoglio e rincrescimento per l'accaduto, e promesso l'accertamento della verità e delle responsabilità. Andrà a finire come la tragedia del Cermis (funivia abbattuta il 3 Febbraio del 1998 da un aereo Usa partito dalla base di Aviano che volava a bassissima quota e che fece decine di vittime), per la quale il pilota Richard Ashby è stato assolto ed il secondo pilota è stato quattro anni dopo addirittura insignito di un'onoreficenza per la specializzazione in misure di sicurezza a favore dell'equipaggio dell'aereo.
Del resto, gli Italiani hanno la memoria corta ed i nostri governanti non sono altro che dei vassalli nei confronti di Bush: tra un po' alla moglie ed ai figli di Nicola Calipari rimarrà solo da consolarsi contemplando e lustrando la medaglia d'oro conferita da Ciampi al valore civile del loro congiunto assassinato dai soldati americani.
Quale impegno serio ci metteranno al riguardo i nostri governanti italiani per ottenere giustizia, se più di qualcuno mostra di esserne intollerante, e per evitare di finire dietro le sbarre si fa delle leggi ad hoc (vedasi decreto salva-Previti)? Volete che non si lascino rabbonire da Bush su quanto accaduto, che non chiudano un occhio, ed anche tutti e due, bastando avere in cambio il privilegio di poter andare ospiti per un giorno nel suo ranch in Texas?
Cosa volete che sia poi l'uccisione di un agente del Sismi, se si pensa a tutte le stragi nazi-fasciste rimaste impunite per ragioni di Stato - senza dimenticare poi la strategia della tensione posta in essere con stragi cosiddette di Stato: Milano Piazza Fontana,  Brescia Piazza della Loggia,Treno Italicus, Stazione di Bologna, per citarne le più importanti.
Avete visto il programma "L'Armadio della Vergogna" realizzato da Alberto Nerazzini ed andato in onda il 27 gennaio scorso in occasione della celebrazione del giorno della memoria?
Se non l'aveste visto eccovene un resoconto, e se invece l'avete visto, fatene un ripasso: "repetita juvant".


Giulio Andreotti e L'Armadio della Vergogna

Alberto Nerazzini viene da Sciuscià. Per ‘Passato prossimo’ di la7 ha prodotto due puntate da 100 minuti: ‘Gli ultimi 2 inverni di guerra’ e ‘L’Armadio della Vergogna’. Quest’ultima, andata in onda il Giorno della Memoria, racconta delle decine di migliaia di vittime delle stragi nazi-fasciste. L’armadio della vergogna ne rappresenta il simbolo.
"Nel ‘94, mentre si preparava il processo a Priebke, da una inchiesta della Procura Militare di Roma emersero 695 fascicoli contenenti i nomi dei colpevoli di tali stragi. Dal registro con essi conservato se ne apprese il numero complessivo: 2274. Una memoria ed una giustizia negate. Quei fascicoli furono occultati in un armadio con le ante rivolte verso il muro, in uno scantinato di Palazzo Cesi. Per “Ragion di Stato”, fu detto. Dalla corrispondenza intercorsa tra Martino e Taviani risulta infatti che negli anni ’50, in piena guerra fredda, si pensò che chiedere l’estradizione alla Germania per i suoi presunti criminali, avrebbe significato dover rispondere a chi già stava richiedendola per i nostri. Vergognosa è, infatti, anche la pagina che riguarda i crimini fascisti in ex Yugoslavia, in Africa, in Grecia, rimasti impuniti."
Nerazzini riuscì ad intervistare sull’argomento Giulio Andreotti. Il 14 gennaio del 1960, quando la Procura generale Militare timbrò gran parte di questi fascicoli con la forma illegittima dell’archiviazione provvisoria, la Giustizia Militare era alle dirette dipendenze del Governo. Andreotti, allora Ministro della Difesa, ha sempre negato di essere a conoscenza di tale atto, ma nelle settimane successive a tale provvedimento, propose per il Procuratore Santacroce una delle più grandi onorificenze della Repubblica Italiana, quella di ‘Grande Ufficiale al merito della Repubblica’.
Nel ‘97-‘99, quando la Magistratura Militare condusse un'indagine interna sulla questione e gli richiese diverse audizioni, Andreotti non si rese disponibile. Oggi, alla domanda circa il perché di tale rifiuto, il Senatore a vita ha risposto “Non ricordo. Anzi, lo escludo”.
Esiste, invece, un carteggio che lo dimostra inequivocabilmente.

Nota: L'articolo relativo a "L'Armadio della Vergogna" è stato tratta da Nessuno.Tv: clicca qua per vederlo nel sito d'origine.



Post Scriptum
: Ritornando alla Cia, bisogna fare attenzione che non ci si ritrovi a tavola od a letto con qualche "Agent Intelligent". Io poi ho un piccolo motivo per dover stare attento, perché all'indomani dell'avvio della guerra in Iraq, pubblicai una poesia dal titolo "L'Uccisore Bush" e tale poesia potrebbe risultare non poco sgradita alla Cia. 
Pertanto, è un'ipotesi fantasiosa ed inverosimile, ma se dovessi scomparire senza motivo, rivolgetevi pure a "Chi l'ha visto?", ma non escludete di andate a chiedere notizie di me anche ai cow boy americani.

14 marzo 2005

HOME PAGE