DRUOGNO PICCOLO PAESE GRANDE STORIA ...d'amore Lord Charles Powell con la consorte Carla Bonardi
Non trattasi della specie d'amore che, nei giorni scorsi, ha ispirato Berlusconi a coniare il brevetto d'un nuovo partito - denominato appunto "dell'amore" - ma d'un amore di tutt'altra natura, quello semplice, vero, commovente anche (per me). Ad illustrarlo bene è stato soprattutto l'avvocato Elia Borgnis nel suo intervento durante la seduta consiliare - tenutasi stamattina 31 dicembre 2009 presso il municipio di Druogno - per il conferimento della cittadinanza onoraria a Lord Charles Powell, la cui causa ultima risiede proprio nell'amore. Non intendo soffermarmi qua a spiegare l'importanza che questo personaggio abbia in Inghilterra in virtù degli alti incarichi avuti conferiti dalla Regina Elisabetta e da Margareth Thatcher (tra l'altro nominato "Lord", equivalente di senatore a vita): essi non avrebbero giustificato da soli l'attribuzione della cittadinanza onoraria. La motivazione sta, dicevo, nell'amore. Innanzitutto quello che una valligiana vigezzina di Druogno, Carla Bonardi, ha saputo suscitare nell'animo del gentleman inglese Charles Powell, inducendolo a sposarla. Poi quello che - originato dal primo - lei ha saputo trasfondere nel cittadino inglese anche verso il suo paesino natale, al punto da farglielo eleggere quale luogo prediletto di vacanza e riposo. Allora l'amministrazione comunale di Druogno non poteva non riconoscere l'illustre cittadino inglese come facente parte della propria comunità, attestandolo formalmente con un atto solenne di cittadinanza onoraria alla presenza delle maggiori cariche a livello provinciale - senatore Marco Zacchera, consigliere Aldo Reschigna, prefetto Giorgio Zanzi - oltre che di una straboccante rappresentanza di popolazione, tanta della quale amica di Charles e Carla. Io ho avuto l'onore di assistervi e stendere l'atto deliberativo di conferimento della cittadinanza. Soprattutto, però, ho avuto il piacere di stringere loro la mano, di apprezzare in particolare la straordinaria semplicità e naturalezza di queste due persone. Dopo ben cinque interventi - del sindaco Giovanni Francini, del capogruppo consiliare Giuseppe Coffano, dell'avvocato Elia Borgnis, del senatore Marzo Zacchera, del prefetto Giorgio Zanzi - Lord Charles Powell, con perfetta eleganza ed humor inglesi, ha chiesto sommessamente se poteva finalmente avere anch'egli la parola, per dire ...
"Molte grazie per il grande onore che mi fate, conferendomi la cittadinanza onoraria di Druogno. Posso dire che nessun altro onore che ho ricevuto, mi ha fatto così tanto piacere quanto questo. Sono ormai 47 anni da quando ho messo piede per la prima volta in Valle Vigezzo, una valle molto differente da quella di oggi. Mi ricordo chiaramente il mio primo viaggio dalla stazione di Domodossola, su una stradina piena di curve, con Mingo - mio futuro suocero - al volante della sua cinquecento, col finestrino sempre aperto per salutare tutti, e con fermata obbligatoria a Catturbin per un rinfresco: diceva infatti che anche lui aveva bisogno di liquido! L'impressione era allora di sentirmi come se fossi in una valle delle Himalaya o delle Ande. Nel 1963 mi ricordo un particolare di due contadine che Carla ed io incontrammo sotto la Pioda; sentendoci parlare in inglese, si sono dette: "saranno di Domodossola"? Dal 1963 tutti gli anni ho camminato su tutte le montagne della Valle Vigezzo. Conosco bene i sentieri, i torrenti e, soprattutto, i pastori che a quei tempi abitavano nei pascoli druognesi in alta montagna: Fedele di Druogno e Secondin di Coimo erano diventati miei cari amici. Con loro ho diviso parecchie merendine e Secondin mi faceva da maestro, insegnandomi frasi in dialetto che io poi mi avventuravo a sfoggiare con i miei colleghi diplomatici italiani, creando alquanto imbarazzo. Ancora oggi, quando voglio attirare l'attenzione di Carla per portarla a casa da qualche occasione ufficiale, dico ad alta voce: "Duma sciura!". Druogno è sempre stato per me il cuore della Valle Vigezzo. E' qui che abbiamo avuto la nostra prima casa. E' stato qui che i nostri figli hanno passato con noi i più bei momenti in famiglia durante le vacanze. E' sempre stata la nostra piccola casa a Druogno, dove ritornavamo anche anche quando ci trovavamo nelle sedi diplomatiche dall'altra parte del mondo, o nel periodo molto intenso e pieno di drammi internazionali, quando ero a fianco del Primo Ministro Thatcher. Era molto importante per me trovare tranquillità e senso di appartenenza. E' qui che abbiamo fatto tante profonde amicizie, in particolare con l'avvocato Borgnis e sua moglie Jacky. Druogno è stato il paese dove i Bonardi hanno vissuto i duri anni della guerra ed è qui che Pina e Mingo sono seppelliti (e dove Carla ed io speriamo di raggiungerli). Quindi è molto emozionante per me essere riconosciuto come cittadino di Druogno. Ho avuto la fortuna di passare una vita piena di eventi e drammi nel mondo geopolitico, da diplomatico, poi da principale consigliere del grande Primo Ministro Thatcher, e negli ultimi dieci anni da Senatore a vita, membro della Casa dei Pari, presidente di varie organizzazioni e consigliere di multinazionali. Ma quando sono sotto stress e molto stanco per gli innumerevoli impegni, mi lascio trascinare dai ricordi delle bellezze, della pace e del carattere della Valle Vigezzo e del mio amato Druogno. La ragione più importante che mi ha portato a Druogno, è Carla. La tipica montanara, bellozza e testarda. La giovane druognese che andò a conquistare il mondo dell'alta politica e dell'alta società, senza mai perdere le sue radici, i valori, le tradizioni e le caratteristiche della sua Valle. A lei devo quello che sono diventato e quello che la nostra famiglia ha acquistato. Ed è qui che un giorno, sotto l'ombra dei pini e del Pizzo Ragno, desideriamo riposare per l'eternità. Un grazie particolare al Sindaco Giovanni Francini per averci sempre dimostrato amicizia, di cui siamo molto fieri, ed un grosso grazie ai Consiglieri del Comune per questo onore che mi fate. Ed ora, quale Vostro concittadino, permettetemi di salutarVi alla moda dei nostri vecchi, con un cordiale "Alegar e Grazia"!
Lady Carla Powell in versione "aristocontadina"
Desidero aggiungere alla stretta cronaca qualche ulteriore impressione mia personale. Rilevare innanzitutto come la presenza di Lady Carla - che ha preso posto lontano dal marito - durante l'intera cerimonia sia stata assolutamente discreta, seppure con un comprensibile sorriso di soddisfazione rimasto sempre acceso, motivo tuttavia tutt'altro che di disturbo. Immaginare, inoltre, la soddisfazione provata in illo tempore da questa valligiana, quando sarà stata lei a suggerire al marito di organizzare, anziché a Sorrento, a Villa Taranto di Intra (Verbania) un meeting tra il Primo ministro Thatcher e Ciriaco De Mita, con tanto di palmo di naso di Anna Maria (first Lady di Ciriaco) e di "disappundo" del Premier italiano. Ed ancora - come documentato dal "Corriere della Sera" - il compiacimento di aver mediato, con l'assenso di Blair, le nozze tra Camilla e Carlo. Qualche cruccio la "Sciura" Carla doveva però averlo anche lei, ed infatti l'ha avuto: non però a Londra, neppure a Druogno, l'ha avuto a Palombara Sabina (29 km da Roma), dove, nonostante l'influente marito diplomatico, ha dovuto ingaggiare addirittura una guerra con quel comune. Per quale ragione? Per ottenere che dal rubinetto di casa uscisse l'acqua per poter cucinare gli spaghetti ai suoi illustri ospiti, senza dover far uso dell'acqua minerale.
Il conferimento della cittadinanza onoraria a Lord Charles Powell è stato per me anche occasione propizia per incontrare di nuovo una persona a modo che già conoscevo: Giorgio Zanzi, ex funzionario della prefettura di Varese, divenuto Prefetto del Verbano Cusio Ossola: "Eccellenza, congratulazioni per la carriera che ha fatto", gli ho detto. Ed egli, dandomi del tu: "ho piacere se mi vieni a trovare qualche volta a Villa Taranto".
Ma il motivo di maggior emozione (anzi commozione, perché ho stentato a tenere asciutti gli occhi) è stato sentir raccontare dall'insignito Powell del legame profondo che lo ha radicato a Druogno, dove ha scoperto di avere un senso di appartenenza e dove egli addirittura desidera "un giorno, sotto l'ombra dei pini e del Pizzo Ragno, riposare per l'eternità". Mi sono interrogato allora quale fosse il senso di appartenenza mio, quale il luogo dove desiderassi riposare per l'eternità: non sono riuscito a trovare né l'uno, né l'altro. Anche perché non avevo troppo tempo per riflettere a cercarli, ansioso com'ero di tornare a casa, dove mi aspettava per il pranzo anche "Margareta", una gradita ospite proveniente da Praga. In un inglese stentato e maccheronico, le ho raccontato dell'avvenimento della mattinata. Poi le ho detto che anch'io avevo piacere di conferire a lei la cittadinanza onoraria, ma non dell'Italia, neppure di Tradate, semplicemente della famiglia Carcuro. Lei ha manifestato subito il suo entusiasmo di accettarla. Durante una conversazione telefonica tra mia moglie e sua madre, sento che le dice: "ma sai che con Margareta parlano in inglese non solo Lorenzo e Stefano, anche Tonino"! Durante il pranzo ho detto a Margareta: "when you're gone out, in this home we shall speak only english". Lei ha fatto un gran sorriso, rispondendo: "well"!
Margareta con Lorenzo mio figlio |
31 dicembre 2009