IL FALSO OCULISTA DI BANZI: CHI SARA' MAI COSTUI?
Il 24 agosto
2004, mentre nella villa di Banzi mi stavo adoperando per porre a dimora una
pianta di oleandro che ho salvato per l'ennesima volta sulla terrazza
abbandonata di casa, esposta al gelo ed al cocente sole senza una goccia d'acqua
per lungo tempo, e che in tal modo ho voluto sottrarre ad ulteriori rischi di
morte interrandola nel pubblico giardino, ho avuto modo d'incontrare
l'architetto Domenico De Bonis, responsabile dell'ufficio tecnico comunale, col
quale, dopo aver concertato il punto preciso dove eseguire l'operazione
d'interramento - da me svolta poi con piccone e pala, come può testimoniare al
riguardo Michele Nicolò, operatore comunale, che ha assistito quale spettatore
al mio dimenarmi per scavare la grossa buca - ho scambiato anche qualche
opinione.
Ciao Carcuro punto com, egli mi ha salutato amabilmente, ma
subito dopo mi ha manifestato la sua perplessità, meglio forse il suo dissenso,
sul fatto che negli scritti inseriti nel mio sito figurino anche dei nomi per le
vicende raccontate, i cui portatori potrebbero non essere del tutto entusiasti
di vedersi citati. Ringraziatolo per le garbate critiche, gli
promisi che avrei fatto una riflessione al riguardo, e facendo tesoro subito di
esse, evito di citare qui nomi e cognomi, limitandomi semplicemente a riprodurre
tale e quale l'articolo apparso sul giornale "La Gazzetta del
Mezzogiorno" in data 1° luglio 2004, fornitomi da un mio parente (sto
attento anche qui ad evitare di citarne il nome).