L'ECO DEL CUORE
di Gerardo Renna
-
POESIE -

 

Banzi (1)

Banzi.
Piccolo, dolce
mio paese,
t'amo
senza pretese!

T'amo
per la tua semplicità,
t'amo,
per la tua passata
grandiosità.

Ma, soprattutto,
t'amo per la pace
delle tue verdi
profondi vallate!

T'amo
e sempre più t'amo,
come un figlio
dalla sua mamma
lontano!
                    (Funo di Argelato, Agosto 1991)

Banzi (2)

Sull'altipiano della collina
nel sole si distende
luminoso e sorridente!

Intorno, come perle,
gli fan compagnia
i paesi vicini!

Genzano di Lucania
il caro fratello maggiore!

Acerenza
dalla sua altezza imponente
su di lui, come aquila,
veglia!

Forenza, che devota,
a lui scendeva in passato
a far penitenza!

Maschito, proveniente dall' Albania,
che dei Greci antichi
un tempo seguì la scia.

Venosa, patria bella
dell'illustre Cantore.

Palazzo San Gervasio e Spinazzola
a guardia sono del suo esteso
territorio selvoso.

E Banzi, come un faro,
lo sguardo intorno volge radioso
fiero del suo posto
e della sua storia orgoglioso!
                           (Banzi, Agosto 1992)

Banzi (3)

Sull'altipiano
in cima alla collina
qual pulcino nel suo nido,
piano la tua vita vivi,
serena e tranquilla!

Piccolo sei,
ma grazioso e bello;
da sempre brilla
la tua stella!

La tua stella lontana,
nei secoli grande,
che lenta però
spegnendo si sta!

Ma tu morir non vuoi
e dal torpore oggi ti scuoti
per accendere ancora
il tuo splendore!

Orsù, fatti valere,
mio caro piccolo dolce paese!

Fatti valere
e dimostra il tuo antico
grande potere!


Potere che intorno irradiavi
che solo a Roma e a Cassino
s'inchinava!
                        (Banzi, Agosto 1992)

Bantia

Nel passato c'eri
e pure grande eri!

Famosi scrittori
nelle loro opere
ti citarono.

Ma di te
mai abbastanza parlarono!
Così nel mistero rimanesti
e nel mistero sparisti!

Della tua grandezza
però ogni tanto
le orme vengon su!

Ogni tanto
qualche brandello
la terra ci restituisce
della tua antica presenza.

Già nel V secolo a.C.
libera vivevi
industriosa e progredita!

Ma poi anche tu,
come tante altre,
sotto il Romano giogo
finisti!

Di riferimento però fosti nella zona
coll'antica Venusia,
l'umile Ferentum .
e l'eccelsa Acheruntia.

Di te, purtroppo,
poco sappiamo,
molto altro
sapere bramiamo
che invece
la tua fine misteriosa
ci nega ancora!
                   (Agosto 1997)

Banzi -18 agosto a.D. 2000

Nulla di simile
a Banzi
c'era mai stato!

Era in programma,
destava una gran curiosità,
ma in alcuni
anche apatia e scetticità.

Col passare dell'ore
i primi movimenti
i primi preparativi
e qualche ritardata prova.

Già nel pomeriggio
insolitamente
il centro si gremiva di gente
che all'evento voleva
almeno essere presente!

Al crepuscolo il via
ed era già grande frenesia!

Niente e nessuno
era più fermo...!

Ognuno si muoveva
per cercar di vedere
quello che sapeva
ma che ancor non si vedeva!

Tutto era in gran fermento!

Musiche e danze medievali
aprirono la festa
fra tanta gente
sempre più cordiale.

Il corteo papale
intanto era partito e procedeva
dall'entrata sud del paese.

Solennemente avanzava
tra due ali di folla
che festosa acclamava!

Le tenebre eran ormai scese
ma la festa non scemava.

Anzi sempre più aumentava!

Le luci dei lampioni
accendevan ancor più il folclore!

Tutto provenir sembrava
dal passato remoto:(1)
gli squilli delle trombe
il rullo dei tamburi martellante
i nitriti dei cavalli!


Il papa,
seguito e scortato
da una moltitudine di prelati
e autorità dell'epoca,
lentamente, ma solennemente, incedeva
verso il centro del paese!

La gente festosa applaudiva
ed il papa
con la mano benediva!

Quasi non sembrava finzione
fra tanta benedizione!!!
***
Dalla parte opposta
un altro corteo
di monaci benedettini
dalla chiesa usciva.

Lungo il corso proseguiva
incontro al papa
che sempre benediva!

Uno stuolo di angeli
i nostri monaci sembravano
nei loro sai bianchi
con in mano ciascuno
un cero di luce gialla!

L'incontro all'inizio del corso.

Lì, uno per volta,
c'è stata la loro presentazione
con genuflessione e benedizione!

Il corteo e la folla
come una marea
sono entrati nell' Abbazia
in uno scenario
di stupefatta coreografia!

E qui dal loggiato
del palazzo badiale
Papa Urbano, come allora,
ha parlato.(2)

Con affetto paterno
verso i frati suoi diletti
e con severità e rigore
verso i signori predatori...!

Finito il discorso del Pontefice
del nostro Monastero protettore,
iniziava a suonare e cantare
un quartetto medievale.

Alla fine il corteo riprende
e per il corso si distende.

Nuovamente il clamore
delle trombe, dei tamburi .
e degli armigeri
i nitriti dei cavalli!

E avanti il papa
e in suo onore
giocolieri con torce accese
ed estrosi sputafuoco!

Qualcuno, inoltre,
ai suoi piedi si prostrava
ad impetrar una grazia
per sé o per qualche suo caro!
                    (Banzi, Agosto 2000)
__________________________________
(1) passato remoto: il 24 agosto 1088, quando papa Urbano II venne a Banzi a consacrare la nuova chiesa normanna, costruita su quella longobarda dell'VIII secolo.
(2)
ha parlato: maledicendo e sconsacrando gli usurpatori dei possedimenti della "nostra" Abbazia, confermando alla stessa la diretta dipendenza e protezione del Laterano e concedendo ad essa ampi privilegi ed esenzioni dalle diocesi locali.


Il mio paese (1)

Finalmente
rivedo il mio paese!

Al suo apparire-
s'apre ed esulta il cuore!

Finalmente
anche se per poco
godere potrò
il mio paese!

Estasiato
dalla corriera
lo vedo avvicinarsi,
qual persona cara
che felice
mi viene ad abbracciare!

Bello
risplende già
in cima alla collina
nel sole tenero del mattino!

È piccino,
ma sempre più grande diventa
mentre correndo s'avvicina!

A tratti dalla vista scompare,
ma subito dopo compare,
come un bimbo
che il suo papà caro rivedendo
gli fa festa
ed ha voglia di giocare!               
                (Banzi, Agosto 1996)

Il mio paese (2)

Piccolo
ma bello
è il mio paese!

Sull'altipiano
in cima alla collina
come un faro
rifulge nel sole
e si vede anche da lontano!

Su tutte le case
il bel campanile
spicca sovrano
dalla chiesa francescana.

Buoni
ma un pò primitivi
i suoi figli;
allo straniero
non mostrano mai gli artigli!

In esso
la vita scorre tranquilla
nella dolce serenità
della famiglia!

Gli amici
il cuore ti danno senza pretese,
se a loro non arrechi mai offese. ..!

Tutt'intorno
è verde a primavera
e di bianche stelle
si veste il cielo
nella sera!
                (Banzi, Agosto 1996)

Il mio paese (3)

Dopo un anno
ritorno al mio paese
con il cuore
e l'animo sospesi...!

 Da lontano
finalmente lo vedo
lassù
sull'altipiano disteso!

Par che dorma
il mio caro paesino
al tepore del sole
nel mattino!

Finalmente lo rivedo
bianco
in cima alla collina!

La valle
di verde lo circonda
e di frescura tutto inonda!

L'aria è fina e pura
intorno.

La corriera
per la collina sale
mentre l'ansia
sempre più mi assale...!

La fontana nuova
è sempre lì ad aspettarmi
con la sua fresca acqua
pronta a dissetarmi!

Gioisco nel rivederla
come all'apparir
di un amico caro!

Ecco le prime case
venirmi incontro
ai lati della strada,
come le braccia tese
di una mamma che è lì
trepida ad aspettare...!
                (Banzi, Agosto 1996)

Il mio paese (4)

Sull'altipiano
in cima alla collina
si trova il mio paese.

Un bimbo sembra
che fra qualche gioco vive
senza avere nessuna pretesa!

Piccolo
ma bello
è il mio paese.

Sempre lo ricordo
nell'attesa...!

Tutti in paese ci conosciamo:
una grande famiglia noi siamo!

Sempre ci salutiamo
ogni volta che ci incontriamo!
               (Banzi, Agosto 1996)

Il mio paese (5)

Anche se piccolo
bello è il mio paese!

Bello nelle sue strade
nelle sue case
nella piazza
e nella villa comunale!

Tutto in esso
mi è familiare!

Bella la chiesa francescana,
orma di vita semplice e sana,
intorno l'antica Abbazia bantina;
che grande fu in passato
e possedimenti aveva
persino nel tarantino!

Bella pure la collina
su cui vive e si riposa!

Dall'altipiano in cui si trova
a valle si scende
per strade scoscese e silenziose!

Appena fuori del paese
belle fontane s'incontrano
di acqua fresca generose!

Dai sentieri odorosi
neri grappoli pendono
di more gustose!

Infine con sollievo si entra
nel bosco ombroso
che in passato era maestoso
e per chi non lo sapesse ancora,
era la FORESTA BANTINA grandiosa!
                (Banzi, Agosto 1996)

Il mio paese (6)

Al limitar della Basilicata
si trova il mio paese.

Piccolo è il borgo
sull'altipiano raccolto.

Esteso invece è il suo territorio
con il bosco famoso
perché un dì grandioso!

Della Lucania è il mio paese
ma i suoi campi toccano
il confine pugliese.

Sulla collina dove vive
l'aria è buona e fina.

Tutt'intorno
di verde e di frescura
la valle lo circonda!

Nei fianchi della collina
appena sotto l'altipiano
qualche fontana
la sua buona acqua
generosa a tutti dà!

Che ristoro sotto la calura
quell'acqua fresca e pura!
                (Banzi, Agosto 1996)

Escursione bantina (1)

Dopo un anno di attesa
finalmente sono nel mio paese!

Banzi:
un piccolo borgo della Lucania
a nord-est della stessa.

È un giorno d'agosto.
Di buon'ora m'incammino
per una escursione.

Pochi passi e già sono fuori dell'abitato!
Tutto intorno: davvero un bel paesaggio!

Colline e collinette ondulate
ad ovest oltre la piana.
Ed ancora più in là
i monti dell' Appennino lucano.

Superbo, maestoso
il Vulture regna sovrano!

Come un re sul trono seduto
appare anche da lontano
con la corona
ed il suo verde manto!

Poi il guardo girando verso mezzogiorno
Forenza appare in cima ad un colle.
Un tempo in processione scendeva
e al nostro monastero si dirigeva!

Più a sud, ancora più in alto,
qual nido d'aquila,
svetta l'eccelsa Acheronzia!

Fortezza naturale, quasi imprendibile
anche ai potenti Romani!

E sotto: l'amena valle del Bradano,
che lento scorrendo,
tutta la Lucania attraversa.

La vista lontano spaziando
in cima a piccole montagne:
Pietragalla, Oppido Lucano, Cancellara
e a noi vicino Genzano di Lucania,
il nostro "fratello maggiore"!

Ancora, verso Gravina,
ma molto più vicino, Monteserico
con in cima il castello di Federico.

Lo sguardo a nord voltando
e ancora più lontano,
a ridosso della Murgia,
ecco apparire: Poggiorsini,
Spinazzola e Minervino,
che della Puglia con la Lucania
segnano il confine.

A nord-ovest infine:
Palazzo S. Gervasio, Venosa e Maschito.

Antico casale, il primo,
della nostra abazia; Venosa,
la patria bella dell'illustre cantore,
la cui celebre canzone
ancor oggi ci fa onore.

Infine Maschito, Forenza e Acerenza
che nel passato anche remoto
in processione a Banzi venivano.

Attorno al nostro monastero
tre giri facevano e poi,
in chiesa, pregavano e pernottavano.
               (Banzi, Agosto 2002)

Escursione bantina (2)

Sono a Banzi
mio paese natio, nel potentino.

Con del tempo a disposizione
di buon ora
m'incammino per un'escursione.

Pochi passi e già fuori del paese sono.
Verso Montelupini mi dirigo,
ad oriente della "nostra" collina.

Davanti al "casone" mi fermo
che invece è un casotto di campagna.

Timidamente compare lontano il sole!
La sua luce fioca nel mattino
già illumina il paese, la vallata
e tutta la collina!

Più chiara ogni cosa ora appare
al sole che lentamente sale!

Dal piccolo spiazzo, oltre il quale
la collina rapidamente digrada,
la valle e l'orizzonte con avidità guardo!

Proprio un bel panorama!
Genzano vecchio, arroccato e stretto
sulla collina di fronte
come un'imprendibile fortezza!

E sotto: valloni profondi e grandi spelonche!

Lo sguardo, avanti e a sinistra spaziando,
il vasto bosco incontra di Cosentino:
un lembo solo, ora,
della grande FORESTA BANTINA!
Di lì alle fontane scendo
che di rivederle la nostalgia sento!

Pressoché uguali sono
a quando da piccolo
con i compagni di gioco
a dissetarci venivamo
nella bella stagione!

La "Fontanella" per prima rivedo
che pronta mi disseta!

La "Fontana Grande", dirimpetto regna ancora
per uomini ed armenti fresco ristoro!

La collina salgo, ora
e poco dopo sono alla "Mancamasone".

Nei pressi del cimitero:
una villa ellenica rurale
della Magna Grecia mi fa ricordare!

A camminar riprendo:
la "Fontana dei Monaci" rivedendo,
un'emozione mi dà come se fosse un parente!

Poco più giù la "Fontana Nuova"
che ancor più
di acqua fresca abbonda!

Nella valle scendo
e presto nel verde mi trovo ,
di orti, vigne e cespugli di rovo.

Nella collina di fronte: le "Grotte"
e ancora un lembo dell'antica FORESTA BANTINA.
               (Banzi, Agosto 2002)

Nostalgia bantina

A ventiquattro anni
in cerca di lavoro
dal mio paese
son dovuto emigrare.

Da allora
in una terra mi trovo
molto ospitale
e dove è meno faticoso
anche lavorare!

Disponibilità, gentilezza,
cortesia e comprensione
qui sono di casa
in ogni stagione!

Ma, spesso, il cuore
non vuole sentir ragione
e allora sento tanta nostalgia!

Nostalgia che ogni anno,
in agosto, mi riporta
al mio paese natio!

Già qualche mese prima
più forte la sento
ed ogni giorno
sempre di rivederlo
il desìo s'accresce!

Allora, spesso, di lui con tutti parlo
come un figlio fa dei genitori lontani!

E parlandone (o solamente pensando)
nostalgico lo rivedo!

Sull'altipiano disteso
ecco il mio paese!

Dell'antica nostra abbazia
dal piano già si vede il campanile!

Mentre avanziamo,
dalla corriera lo vedo da lontano:
bianco sulla collina
che man mano s'avvicina!
                (Banzi, Agosto 2002)

Fons bandusiae (1991)

Dalla grande rupe
ancora scendon silenziose
le tue fresche acque
(chiare più del cristallo
e degne di vino dolce e schietto!)

Ragione aveva
il Poeta di Venosa
che nei secoli ti rese famosa!

Ancora sei
per uomini e armenti
dolce ristoro!

Soave frescura offri sempre
nella calura
dell'estate ardente!

Rifugio e riparo
ancor sei
nell'ora
della canicola opprimente!

Nei secoli perenne duri
contro le forze violente
della Natura!

Dalla possente protetta,
ai suoi piedi
te ne stai tranquilla,
qual bimbo
tra le braccia della mamma!

Ancora
svettan gli elci
sul vuoto della grotta
che per millenni
ti custodisce e ti protegge!
                (Banzi, Agosto 1991)

Fons bandusiae (2003)

Oh! Fonte di Banzi,
più chiara sei del cristallo
e degna di vino dolce e schietto!

Con dei fiori
domani ti consacreranno un capretto
che già fantastica
cruente zuffe d'amore!

E invece no!
Chè vittima innocente ed ignara
nemmeno immagina
la sua fine amara!

Il destino di tanti deboli
che spesso in balia di uomini
senza cuore sono
che di loro e della loro vita
senza scrupoli dispongono!

Per nutrirsi, per divertirsi e,
per gli Dei ringraziare,
le primizie devono sacrificare!

E così anche del capretto
i sogni muoiono all'alba!
All'alba fantastica della sua vita!

E col suo sangue rosso
le tue fresche acque inquineranno!

Tu, però, sempre sei un dolce refrigerio
per uomini ed armenti, assetati e stanchi,
nell'ora terribile della canicola opprimente!

Chè non ti sfiora nemmeno
dell'estate l'arsura violenta!

Anche tu, d'allora, nobile sei,
o fonte bantina, quando il celebre Venusino
i lecci cantò sospesi nel vuoto della tua grotta,
onde ancor si sente il mormorio delle tue acque.

La tua bella canzone che noi bantini e lucani
sempre sentiamo anche da lontano!
                (Funo di Argelato, Luglio 2003)

La fonte

Chiara, frèsca, bianca
zampilla l'onda
allegra e mai stanca!

Lento cede il giorno
alla sera
la sua luce estrema.

Di grigio s'inonda la campagna
tra l'ombre della sera
che piano, ma con forza
avanza...!

Tutto intorno
è silenzio e pace!

Non una voce, non un rumore,
non un brusìo
questo silenzio turba
nella maestà dell'ora!

Tutto è fermo,
placido, immobile
nell'ora del trapasso...!

Solo della fonte gorgoliar
l'acqua nell'acqua
e tra i sassi
gaia, dolce, serena s'ode.

Lento sul canel mi chino
e ristoro trovo
alla fresca onda argentina.

Poi il guardo giro intorno
e tutto nel contorno
m'appare fioco:

i compagni piccoli
e i giochi lontani...!
ed ogni cosa dov'era
ancora rimane:
la via, i sassi, gli orti,
gli alberi, i dirupi,
le rocce e le grotte!
               
(Banzi, Agosto 1987)

Alba

La notte
ormai
è in agonia!

Le tenebre
percosse e inseguite
rapide si dileguano
e fuggon via!


Il cielo
di chiaro si veste
ai primi raggi del sole
che lento si desta!

Rosseggia l'orizzonte
al bagliore del nuovo fuoco
che presto s'accende!

Ogni cosa
la sua forma riprende
e più bella appare
al sole che gaio compare!

Batufoli rosa
sembran le nuvole
tinte di rosso
dal sol nascente!

Al tepore del nuovo giorno
ogni essere si sveglia
e la sua vita
pian piano riprende.

Si sveglian gli animali,
si destan gli uomini.

Le foglie degli alberi
si muovon leggere
nella brezza fresca
del mattin sereno.

La vita or risorge frenetica
nella nuova luce
che aggiorna e tutto inonda!

Sbadiglia, sonnolenta ancora,
qualche finestra;
s'apre di già un balcone,
indeciso, ma ansioso,
un uomo mette fuori la testa
a godere la fresca purezza
del mattino e la festa
del nuovo dì!

Gli uccelli comincian a vociare,
il gallo a cantare,
i cani riprendono ad abbaiare!

Solo i grilli,
di luce accecati,
improvvisi smetton di trillare!

E l'uomo, come ogni giorno,
riprende a lavorare, ad amare,
a litigare e, purtroppo,
anche ad ammazzare!!!
                (Funo di Argelato, Giugno 1988)

Giorno di sole

Dalla notte
buia e misteriosa,
sorridente,
all'orizzonte
nasce il sole!

Ogni essere
lesto si desta
alla sua festa.

Al nuovo giorno
s'aprono balconi e finestre,
come i fiori che numerosi
spunto alle ginestre.

Col passare dell'ore
alto nell'azzurro
splende il sole.

La sua luce d'oro
paesi e città invade,
la campagna inonda
e tutto appar giocando!

Ogni essere, di vita ansioso,
felice vien fuori
dalla tana
per godere quella luce
e quel tepore.

Per le vie luminose
e nella campagna assolata
comitive vanno di persone
nel sole che le scalda
e le ristora!

Nei prati erbosi, contente,
le bestiole fan le capriole,
come amanti
nei loro giochi d'amore!

Nel cielo limpido e blu
voli acrobatici
fan le rondini lassù!

Sui rami
o nei cespugli frondosi
strepitan i passeri festosi!

Nei giardini fioriti
i bimbi giocan spensierati
della vita e dei suoi problemi
non ancora preoccupati!
                (Funo di Argelato, Aprile 1990)

Sera d'Estate

Lento
il sole
muore
all' orizzonte!

Dalla campagna
stanco
torna a casa
il contadino.

Pensieroso
pesante
per la via deserta
muto si trascina!

La fonte è lì
che allegra
ed instancabil
l'attende!

Sospirando
il suo fardello
egli posa
lentamente.

Brilla
l'onda cristallina
nel grigio della sera!

La calma
regna sovrana intorno
interrotta a tratti
dal gaio rumor
dell'acqua.

Si china a ristorar
le stanche membra.

Poi, con atto devoto,
riconoscente
ringrazia il Signore.
***
Lo stormir leggero
dei pioppi
lo fa sussultare...!

S'accorge allora
che oscura s'è fatta
l'aria.

Con vigore
ora il suo cammino
riprende.

I grilli
fan festa
al suo passare
e in coro
si mettono a cantare!

Anche la luna
è sorta in cielo
a fargli compagnia
e sorridente
gli illumina la via!
                (Banzi, Luglio 1964)

A Chiara

Tu che del cuor mio
sei la consolazione,
tu che m'infondi
ansia e gioia,
che mi tieni ogni ora
in apprensione...,
dammi tutto il tuo amore,
fa felice quest' animo focoso!

Ogni tuo palpito è per me
alimento di vita.

Obliar mai io potrò
il tuo amore,
che mi stringe,
forte mi stringe
nelle sue spire...!

Donna per me
al mondo non c'è
che felice possa farmi
più di te!

Bella,
sempre più bella sei
ogni volta
che nella mia mente vieni!
                (Banzi, Luglio 1967)

Graziella

Creatura
si graziosa e bella
io vedo in te
una piccola stella!

L'apparir tuo
tanto m'allieta
che a mirarti
il cuor fa festa!

Premurosi
ti seguon gli occhi miei
per trovar in te l'amore.

Cammini,
ma inquieta
il guardo giri,
che ansioso cerca
chi per te sospira...!

Qual fresco fiorellino
di primavera,
alla vita sorgi leggera,
dolce primula
d'un mattin sereno!
                (Banzi, Luglio 1967)

Primo amore

Ero un ragazzo allora.

Un giorno d'estate
nei pressi di casa sua
m'accorsi di lei
che pure tante volte
avevo veduta!

Subito m'entrò nel cuore!

Prima di ripartire per la scuola,
le chiesi ed ottenni una sua foto.

Una foto in bianco e nero,
formato tessera,
che nel portafogli tenevo
dì e sera!

Spesso, quando solo
la notte rincasavo,
la nostalgia e il desìo di lei
per strada mi prendeva.

La pensavo
e nel pensarla
un piacere forte provavo!

Di lei sempre più
il desiderio s'accresceva
di vederla almeno!

Allora il passo affrettavo
per trovarmi ancor più solo...!

Nel sottopasso ferroviario,
nella solitudine totale,
la sua foto estraevo
e guardandola
nei suoi occhi mi perdevo!

Quante volte
la sua immagine cara
nella notte ho fissato.

Quante volte
quella foto ho baciato!

Quanta sofferenza...
e quanta contentezza nel vederla,
anche se era
solo una semplice foto!
                (Funo di Argelato, notte di Gennaio 2001)

Maria Teresa


Alta
snella
cara compagna
che il lavoro
con tuo fiato
rendi leggero!

Bella
bella come una stella
sei!

La tua bontà
sopra ogni cosa splende
e in ogni cuore
d'amore una lampada
accende...!

Una lampada
nel cielo nero...
che del bene
la via agli uomini
addice serena!
                (Bologna, Ottobre 1969)

Marinella

Sorridente e bella
nel mondo brilla
una stella!

Una dolce
stella marina,
fra le onde sorta,
nella purezza
del mattino!

Una calda luce bionda
di simpatia
intorno lascia la scìa!

Dell'uomo
illumina la via
nel suo tortuoso
oscuro cammino...

Giocondi
ridon gli occhi
e lieti
fan festa nel vederla!

Felice
chi da vicino
mirar può
il suo bel viso!
                (Funo di Argelato, Ottobre 1992)

Mamma

Dolce parola
che il neonato per prima impara,
fonte di vita per i figli
a cui con dolore e grande amore
la luce dai!

Il tuo amore per noi
perenne vive
e ogni istante s'accresce!

Intorno a te l'aria effondi
di gioia immensa!

Profonda tristezza ti prende
allor che separarci dobbiam da te.

Ma bello, radioso si fa il tuo viso
quando a te facciam ritorno.

E allora, beata, festa ci fai!

Tuoi sono le gioie e i piaceri nostri
tuoi i nostri affanni e le nostre pene...!

Quando già i primi palpiti,
i primi lenti movimenti, i primi scalpitii
animano la creatura
che in te si forma e vive,
le tue ansie, le tue apprensioni,
la tua dolce tenerezza
ti fan prendere mille precauzioni...!

Non mangi, non bevi, non dormi;
pace non ti dai, se tuo figlio,
per pena palese od occulta,
è triste o sofferente:
ogni battito del suo cuore
con trepidazione segui...!

Guai se poi male alcuno
fanno alla tua creatura:
qual belva ti scateni con furia!

Nella gioia e nel dolore
sempre a te, mamma, il pensiero vola!

Mamma! Ognuno esclama
quando la gioia gli invade l'animo!

Mamma! Ognuno invoca,
ognuno implora
quando pena, impietosa lo rode...!
                (Funo di Argelato, Settembre 1981)

Lucia

Lucia,
la donna più cara
che ci sia!

Generosa e bella
nell'universo
radiosa brilla
come una stella!

Occhi castani
fulvi i capelli
una volta castani
anch'essi!

Bocca e orecchie
piccole, ma graziose
come boccioli di rosa!

Il collo dritto e alto
al ciel si libra maestosa,
qual aquila reale!

Semplice si veste
ma con fascino ed eleganza
e senza risonanza!

Pien di grazia è la sua andatura
sì che ne fa una dolce creatura!

Creatura da molti ammirata
da tanti desiderata
e da me amata!
                (Funo di Argelato, Marzo 1989)

Assunta

Alta
snella
al ciel ti ergi
come una stella!

Luminosa,
raggi di luce rosa
intorno a te
spandi briosa!

Quando nell'aria appari
un nuovo sole compare
a illuminar la terra
con la sua luce gaia!

Un sole radioso e caldo
che nuova linfa c'infonde
con la sua perenne vitalità!
               (Banzi, Agosto 1989)

Rosita

Una fragorosa risata
rivela la tua presenza!

Più di ogni fiore
profuma la tua essenza!

Briosa e sorridente
vita sprigioni da ogni poro,
come il sole che all'alba
radioso appare!

Generosa e cara
sempre ti fai amare!

La tua allegria
è una dolce armonia
nello stress quotidiano
della vita umana!
               (Funo di Argelato, Giugno 1990)

Lucania

Piccola sei
ma varia e bella!

Le tue profonde valli
le tue montagne verdi
gli ombrosi boschi
che ti coprono
sempre nei miei occhi
e nel mio cuore sono!

I tuoi fiumi,
come vene, ti percorrono!

Teneramente
i fianchi il mare t'accarezza
come del mattino la brezza!

La tranquillità e la pace
sono nella tua gente
sempre calda e accogliente!

Sulle tue cime
di Federico
maestosi svettan i castelli!

Di lassù
l'orizzonte dominano i tuoi paeselli
che nel sole
son sempre più belli!

Lucania
terra di luce
luce di sole
che illumina e scalda
in ogni stagione!

Lucania
piccola mia regione
una volta grande e forte
che sfidar osò
anche la potente Roma!
                (Funo di Argelato, Gennaio 2002)

Terra lucana

Campi neri d'aratro,
acre odore di bruciato!

Stoppie secche e gialle.

Volteggiare
di un falco solitario
nel sole accecante
della controra asfissiante!

Silenzio secolare
nella campagna desolata,
spoglia di alberi
e di anime!

Qualche casolare diroccato,
segno di vita abbandonata!

Vita che un tempo
sull'aia brulicava!

Famiglie intere
tutta l'estate
s'affaccendavano nei lavori
per la raccolta
del grano e del mais.

Ogni giorno
era proprio una festa!

Cantando, il contadino
la "trezza" menava
mentre fra i "pignoni"
i bambini giocavano.
All'ombra, il nonno
la sua pipa fumava,
mentre ai nipotini
le fiabe raccontava.

Poi, con il pranzo,
arrivava la massaia
e tutti,
in cerchio e in allegria,
su dei covoni
sedevano a mangiare,
mentre il cane,
festoso, abbaiava!
               (Funo di Argelato, Aprile 2002)

Gente lucana

La gente lucana .
è un po' grossolana,
però ha un cuore grande!

Sia che stia in montagna
o che abiti al piano
è sempre disponibile
a darti una mano!

Generosa
l'ospite volentieri accoglie
sempre con viso radioso!

Per natura però
è un po' puntigliosa!

Il compromesso non accetta,
ma, in compenso, è disposta
a cederti anche il letto!
                (Funo di Argelato, Maggio 2002)

Festa lucana (i giorni precedenti)

Prima d'arrivare
c'era già nell'aria!

Qualche giorno prima
già si avvertiva!

Dai visi raggianti
e dai preparativi
ben si capiva
che la festa era in arrivo!

La "Commissione"
per le vie cittadine andava
e per riscuotere le offerte
ad ogni porta bussava.

L'accompagnava
la banda musicale
che suonando
tutti ancor più rallegrava.

Noi bambini,
come pure i ragazzi,
per le strade
la seguivamo saltellando!

A quei tempi,
quando in paese non era mai festa
tranne che a Pasqua e a Natale,
l'arrivo della "patronale"
era invece grande festa!

L'allegria
invadeva ogni via
e in ognuno era manifesta!

In piazza la "cassarmonica" montavano
una basilica sembrava allora
con la sua bella cupola
piena di luci e di colori!

Lungo il corso
arcate multicolori tiravan sù
sì che la festa
a tutti entrava già nella testa!
                (Funo di Argelato, Ottobre 2002)

In viaggio verso il mio paese

Ultimo giorno di lavoro
prima delle ferie da agosto.

A sera finalmente si parte!

Nella corriera or mi trovo
che rapida va verso il meridione.

È notte ormai.
Una notte piena di stelle
e la luna che ci precede
è ancor più bella!

Corre la corriera, la strada divora
e già sfuma l'aurora!

Dalla parte del mare
lento il cielo si fa chiaro.

Ad indicare che è già mattino
si veste di turchino!

Subito dopo si fa viola
e poi azzurro chiaro.

E nel chiaro di levante
rosso il sole appare.

Piano nel cielo si alza
e pare ci segua da lontano!

Alla sua luce gaia
la corriera corre ancora di più

mentre il cielo si fa tutto
limpido e blu.

Il "nostro" cielo del meridione
sempre bello perché chiaro
come d'estate l'azzurro mare!

Dopo la sosta a Cerignola
la Puglia
alle spalle ormai ci lasciamo
e nella "nostra" bella Lucania entriamo.

 La nostra terra cara
" che il cuore sempre ci fa sobbalzare...!

Finalmente luoghi e paesi
della mia regione rivedo.

Alla vista ora il Vulture appare
come un gigante lì seduto ad aspettare!

Montemilone, Lavello e Venosa
dove già scende qualche passeggero.

Poi subito la sua corsa riprende la corriera.

E dopo tanto correre
ecco lassù in alto Palazzo San Gervasio.
Su uno sperone !
all'estremità del poggio
un castello di Federico
sembra ancora la valle scrutare!

E finalmente, anche da lontano,
il mio paese rivedo dal lungo piano.

Finito il piano
nella fresca valle scendiamo.

E qui le grotte vediamo,
ricoveri, un tempo, di uomini e animali!

Terminata la discesa,
fra verdi lembi di bosco
la corriera per la collina s'inerpica!

La madonnina è sempre lì
che per prima incontriamo di buon mattino!

A metà del tornante,
davanti ad una piccola grotta,
il Cristo redentore è sempre lì sulla croce...

Impavida la corriera prosegue
e, dopo un'altra curva, la Fontana nuova
." la sua fresca acqua
al passeggero sempre generosa dà!

La corriera sale
e dopo ancora tre tornanti
in Banzi entriamo,
il mio paese caro.

E proprio all'entrata
Padre Pio ci accoglie tra i fiori,
dandoci il benvenuto e la sua benedizione!
               (Funo di Argelato, Ottobre 2002)

Paese mio

Anche se da lontano
sempre ti penso
e di rivederti bramo!

Son qui
all'inizio della pianura padana,
piatta, uniforme, monotona e grigia!


Come da persona cara
a te vorrei tornare,
ma non posso per ora
e così la nostalgia mi divora.. .!

Sono sveglio
ma mi pare di sognare:
sulla collina ti rivedo
nel sole del mattino!

Piccolo sei, ma bello
lassù come una stella!

Larghe, dritte e comode
son le tue vie.

E la piazza con il corso
è proprio un bel salotto!

Un gran salotto quotidiano
dove pulsa la tua vita paesana!

Da un gran bel portale
con arco ogivale
nella tua Abbazia si entra
di epoca medievale.

Oltre la grande porta,
comunemente detta il "Portone"
in un ampio claustro ci si trova
che di un papa porta il nome.

Il famoso Urbano 110
che molti cristiani mobilitò
per la difesa del Santo Sepolcro,
che la nostra Abbazia protesse
e la sua chiesa nel 1088 consacrò!

Di fronte: un supportico a semiarco,
una galleria che dritto porta
ad un secondo claustro,
il primitivo chiostro benedettino.

A destra: il Palazzo Grande, detto il "Camino"
e a questo di fronte
la nostra bella chiesa francescana.

Dalla "Porta Santa" uscendo
sul corso ci si ritrova,
il nostro passeggio quotidiano!

Ed oltre la piazza
una fontana monumentale.

E poi la verde villa comunale
con al centro, tra piante e fiori,
la statua eretta della vittoria alata!
                (Funo di Argelato, Gennaio 2003)

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