LA CASA DEL POETA
... in cui taluno ha voluto celebrare il 21 marzo 2012 la giornata mondiale della poesia

Recita un noto proverbio: "mogli e buoi dei paesi tuoi", a significare che non corri il rischio di prenderti delle fregature, per le sorprese di vizi e difetti occulti o dissimulati ad arte, se hai avuto modo di osservarli bene dove vivi. 

Tuttavia, in famiglia quel proverbio ha avuto poco successo, almeno per quanto riguarda le mogli (ed anche i mariti), visto che di buoi non ne abbiamo mai acquistati.

Mio padre, infatti, ha preso mia madre  che non era di Banzi, bensì di Genzano; una sorella ha fatto altrettanto; un'altra ancora ed un fratello hanno preso marito e moglie a Bologna.

Una volta quel proverbio veniva trasgredito più che altro per necessità, ovverosia quando uno non riusciva a combinare un matrimonio al proprio paese. Allora andava in trasferta nei paesi vicini, accontentandosi talvolta di un mercato di seconda scelta.

Mio padre, ad esempio, penso sia stato un po' costretto ad andare a cercare la sua seconda moglie a Genzano, a causa del pregiudizio che gli avevano tirato addosso, di essere colpevole di aver fatto morire la prima moglie, maldicenze del tutto infondate, ma che qualcuno ha tirato fuori ancora a distanza di trent'anni per dissuadere addirittura anche mia moglie dal prendermi per marito.

Il padre di mia madre, comunque, non si lasciò influenzare dai pregiudizi, attinse debite informazioni da persone attendibili di Banzi sul conto di Lorenzo Carcuro e diede senza titubanza il proprio consenso al matrimonio con sua figlia Severina, i cui occhi brillarono non poco nell'ammirare il suo aspirante sposo.

Così, tra i tanti effetti che ne derivarono, c'è anche questo: che io ne sto ritagliando uno scampolo di racconto della loro storia.

Quanto accaduto nella mia famiglia d'origine, tuttavia, è niente rispetto a ciò che sta avvenendo in quella attuale, in cui il proverbio detto sopra registra un fallimento completo, atteso che i due figli maschi stanno attuando una mescolanza non con i buoi del paese vicino, bensì addirittura con manze di mandrie lontane.

 

Domenica scorsa, mentre eravamo a tavola, scherzando con Francesca (chiamata in italiano), le ho detto che dovevo farle una domanda per accertare (come vorrebbero quelli della Lega) nozioni base di conoscenza della nostra cultura, sì che possa guadagnarsi la cittadinanza italiana.

Allora, le ho chiesto se sapesse dirmi chi fosse il più grande poeta d'Italia. Lei, pensando che fosse una domanda provocatoria e scherzosa, ed a conoscenza dell'inserimento della mia poesia nell'antologia scolastica "Punto.it",  risponde prontamente: "Antonio Carcuro". 

Mio figlio Lorenzo, invece, risponde seriamente: "Dante Alighieri". Al che io, per rimanere sempre in ambito scherzoso, emetto il  responso dando per esatta la risposta di Francesca e per sbagliata quella di Lorenzo, adducendone però anche un simulacro di motivazione: perché, spiego, mostrando un pps, in questo documento la poesia di Antonio Carcuro viene prima di quella di Dante Alighieri. 

A parte lo scherzo, ringrazio l'autore di quella pagina, per aver preso lo spunto dalla mia poesia per darle il titolo, nonché per avermi messo insieme a tanti sommi poeti.

Ma, non posso non ringraziare anche l'autore del sito http://ilgattoarmonico.myblog.it per avermi chiesto di poter celebrare la giornata mondiale della poesia con l'inserimento nel suo spazio web de "La casa del poeta".

Egli è stato davvero fortunato, non tanto per aver avuto la mia autorizzazione, quanto perché me l'ha richiesta in tempo utile, cioè prima che la casa del poeta scompaia...  mangiata dai due bambini affamati Hänsel e Gretel? No, così la casa del poeta avrebbe avuto una fine troppo bella, addirittura gloriosa; divorata invece dai due orrendi draghi famelici dello Stato e del Comune di Banzi.

21 marzo 2012

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