NATALI
...divini, eccelsi ed umili
Il Natale per
antonomasia, con l'iniziale maiuscola, certo, è quello avvenuto il 25 dicembre
di 2006 anni fa, di una persona chiamata Gesu Cristo, la cui nascita la si continua a
rievocare ogni anno, trasformando l'evento, soprattutto, in un'occasione di festa, ed
al cui nome è dedicato anche un giorno della settimana, la Domenica (termine derivato appunto da
Dominus = Signore).
Tale data costituisce il riferimento per stabilire quelle di
tutti gli altri accadimenti, avvenuti prima e dopo. Infatti, ad esempio, se
volessi sapere quando sono venuto al mondo io, posso farlo solo contando quanti
anni erano trascorsi da quando era venuto (anzi sceso) sulla terra Lui e,
contandoli, arrivo a stabilire che ciò si è verificato 1951 anni dopo. Se
volessi sapere quando ha visto la luce Orazio Flacco (l'accostamento alla mia
nascita è puramente casuale), arrivo a stabilire che ciò è avvenuto l'8
dicembre di 65 anni prima che nascesse Cristo, scomparendo dalla faccia della
terra il 27 novembre di 8 anni prima della venuta di Lui.
Se dovessi chiedermi, però, quanto il poeta latino sarebbe
stato diverso, se fosse nato in era cristiana, se avesse o meno scritto la
"Fons Bandusiae", io risponderei che Orazio
sarebbe stato certamente tale e quale quello che è stato, scrivendo con
le stesse precise parole la "Fons Bandusiae".
Capita però che al giorno di Natale possa essere associata non solo la nascita di
Gesu, ma anche di altri eventi. Uno di questi, coincidente col Natale di cinque
anni or sono, è la morte di mio suocero, Antonio Giacomino, il
quale passò ad altra vita proprio la mattina di tale giorno.
C'è un altro natale che invece non è motivo di tristezza,
bensì di gioia, ha l'iniziale minuscola e risale a 1858 anni dopo quello
con la maiuscola. Accadde infatti che a Banzi un tale Francesco Carcuro,
proprio il 25 dicembre, alle ore venti, andò a scomodare "L'Eletto
Luigi Lasala" e, forse implorando il suo perdono per il disturbo
arrecato in un giorno di festa così importante, lo costrinse ad andare insieme
in municipio perché doveva presentargli un fanciullo e dichiarargli che:
"lo stesso è nato da sua moglie Emmanuela Nicolò, di anni venti,
domiciliata in Banzi, e da esso dichiarante, di anni come sopra (ndr
ventiquattro), di professione come sopra (ndr contadino), ecc. Lo
stesso inoltre ha dichiarato di dare al neonato il nome di Domenico Carcuro".
Francesco non poteva dichiarare invece che quel Domenico sarebbe diventato
il padre di mio padre Lorenzo!
L'atto conclude poi che la presentazione (notare che una
volta non era sufficiente fare solo la dichiarazione della loro nascita,
bisognava anche presentare i bambini al cospetto dell'ufficiale di stato civile,
perché potesse constatare de visu il fatto) e dichiarazione erano state
fatte alla presenza di due testimoni, entrambi "regnicoli". Tuttavia
lo stesso "... è firmato da noi solamente (ovverosia dall'Uffiziale
dello Stato Civile Luigi Lasala) perché il dichiarante ed i testimoni hanno
detto di non saper scrivere".
Non ha avuto a che
fare mai con Banzi - essendo nato ad Arezzo nel 1304 (sempre dopo la nascita di
Cristo) e non avendo avuto mai neppure motivo di andarci lì durante la sua
esistenza - ma la
nascita di Francesco Petrarca si festeggia in pompa magna, addirittura in
chiesa, anche nel mio paese domenica prossima 17 dicembre. Me lo ha comunicato,
invitandomi anche a parteciparvi, un "Amico di Ursone".
Che - meglio tardi che mai - la ricorrenza del
settimo centenario della nascita di Petrarca venga festeggiata infine anche a Banzi,
escludo, però, sia effetto della "fibrillazione e dell'amore" che Michele
Feo - presidente del Comitato Nazionale, costituito presso il Ministero per i
Beni e per le Attività Culturali, per le celebrazioni del VII centenario della
nascita di Francesco Petrarca - rilevava ed annotava "aver investito il mondo degli
studiosi", quindi anche di quelli del mio paese: ritengo, piuttosto, che la
rievocazione della nascita del poeta lirico toscano del dolce stil novo sia da
collegare, forse e solo, al fatto che il suddetto presidente, per puro caso, abbia avuto
lui i
natali a Banzi e che la sua disponibilità consenta di inventare al mio paese un
ennesimo motivo di festa.
Per quanto mi riguarda, ringrazio l'anonimo amico di Ursone per
l'invito, ma io sono assai poco festaiolo, e poi a me basta quel poco che già so di Petrarca,
soprattutto mi piace, come lui, essere "Ancora
solo e pensoso", andare in giro lontano ad ammirare "chiare
fresche e dolci acque", come quelle di Bognanco.
Eventualmente, se, come ritengo sicuramente sarà fatto, di tale
evento sarà dato conto nel sito degli "Amici di Ursone", non mi
avvarrò della facoltà di non leggere proprio tutti i discorsi, e se verrà
riportato ciò che dirà Michele Feo, lo leggerò volentieri, anzi mi piacerà
scoprire (Antonio Sapio ha già preannunciato e prenotato al riguardo un servizio
fotografico sul suo sito) anche il suo volto.
Non mi dispiacerebbe neppure se, dopo aver festeggiato
(oramai ne sarà nauseato), forse per l'ultima volta, la nascita di Petrarca, Michele
Feo possa dedicare la propria fibrillazione ed amore per festeggiare anche
qualche nascita in famiglia: lasciando agli altri l'onore d'immortalare ciò che
accadrà a Banzi il 17 dicembre prossimo, io mi dichiaro invece sempre onorato
di ospitare
in questo sito un altro "befanino" che sicuramente il professore non
mancherebbe di far stampare per ricordare la nascita di qualche nipotino.
Ho inteso rievocare qui alcuni natali, taluni divini ed
eccelsi, altri umili: ognuno di essi è segnalato o segnato dalla propria
stella, buona o cattiva. Con le stelle c'è chi, come me, ci fa i conti, chi
invece ci balla. Mia moglie preferisce vedere le stelle ballare: francamente non
mi sento di biasimarla, anzi, e quasi quasi, giacché ho terminato questa
pagina, vado a guardarne un po' anch'io insieme a lei.
09 dicembre 2006