PADRE CELESTINO


E' per le sue memorabili prediche che Padre Celestino è rimasto inciso nella mia memoria. Ma non quelle che diceva durante la messa - ogni prete, bene o male, secondo il proprio stile e fervore mistico le sa fare, se no non avrebbe l'abito religioso -, bensì quelle che seguivano ad essa, in particolare a quella della domenica mattina.

All'epoca (a cavallo degli anni '60) era d'uso, infatti, che, terminata la messa, i ragazzi passassero dalla sagrestia a prendere l'omaggio della galletta. E dato che per tanti di noi i biscotti erano qualcosa di raro, non si mancava all'appuntamento della messa domenicale, per mettere in bocca, oltre all'ostia insapore, qualcosa di dolce. I biscotti, a ben considerare, costituivano per la maggior parte dei ragazzi davvero l'unico motivo dell'andare a messa. Sicché, quando arrivava il momento fatidico, la processione dei ragazzi si trasformava in una calca, una marea irresistibile: tanta era l'ansia di assicurarsi subito la confezione della galletta, perché, non si sapeva mai, che non bastassero per tutti.

Luigi Zotta - qualche anno in più di noi e con una faccia che sembrava promettere di diventare anch'egli un prete - assistente di Padre Celestino, aveva il suo bel da fare a pescare dalla scatola e distribuire le gallette, che venivano afferrate al volo in men che non si dica. Prima, però, come dicevo, dovevamo sorbirci la predica di Padre Celestino: -"Venite in chiesa per i biscotti; fate chiasso per i biscotti; vi spingete per i biscotti; urlate per i biscotti; dite parolacce per i biscotti; bestemmiate per i biscotti...". L'appendice di predica sembrava diventare più lunga di quella della messa. Ma quando aveva finito di elencare tutti i possibili moventi e gli effetti legati da nesso causale con i biscotti, suo malgrado, faceva dare avvio alla distribuzione delle gallette. Così la ressa diventava una bolgia infernale. Gigino era molto felice di compiere quella operazione: quel suo spontaneo sorriso stampato sul volto, gli conferiva proprio un'aria di chi dispensava bontà. Sorgeva però il sospetto che quel sorriso celasse anche un po' di malizia: che egli di gallette ne portasse molto più copiosamente a casa. Ma a noi blasfemi ne bastava anche solo una, ottenuta dopo una sofferta doppia predica.

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