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PASSED AWAY PADRE QUINDICI ANNI FA
Quindici anni fa, a quest'ora (sono le tredici e dieci), guidata da mio figlio Lorenzo, correvo con la mia ford escort station wagon per andare a Banzi, dove, poco prima dell'incipiar dell'alba, mio padre, forse senza neppure accorgersene, passed away. Mi piace questa espressione usata dagli americani per indicare la conclusione della vita in questo mondo, perché lascia aperta nello stesso tempo, più che una speranza, quasi una certezza di passare in un mondo diverso, arcano a noi umani, un mondo, chissà, anche migliore di quello che si abbandona. Per fortuna all'epoca si ignorava cosa fosse il lockdown ed il coronavirus e mio padre potette ricevere tutti gli onori che meritava, non solo da noi figli, ma da gran parte della popolazione bantina, che gremì la chiesa di Santa Maria, dove vennero officiate le sue esequie, ed io gli tributai sentitamente il mio ultimo saluto. Questa mattina ho inviato un whatsap ai miei figli: "Volgiamo oggi il pensiero a nonno Lorenzo, che quindici anni fa passed away, ricordando qualche bel momento trascorso insieme a lui: lo percepirà e ne sarà sicuramente contento". Qualche particolare bel momento trascorso da me insieme a lui lo voglio ricordare anch'io ora qua.
Facevo forse la seconda elementare e stava per sposarsi a Genzano di Lucania una mia cugina. Quel giorno si dovevano preparare i dolci nuziali, biscotti e "ciammellini", e mia madre era invitata a parteciparvi. Trattandosi di un evento non solo lieto, ma anche raro per soddisfare finalmente un po' d'ingordigia, lei invitò tutti noi figli ad andarci insieme. Mio padre però chiese a me di rimanere in sua compagnia ed io accettai volentieri, rinunciando alla sbafata di biscotti e "ciammellini". Fu una mattinata piena di dolcezza e tenerezza avere in esclusiva la vicinanza e l'attenzione di mio padre, seguirlo da presso in ogni suo movimento, operazione che eseguisse. Mi fece leggere anche qualche pagina del libro di scuola, rimanendone compiaciuto e dicendomi bravo. I dolci comunque li potetti mangiare anch'io al ritorno di mia madre, avendone portati una bella cesta piena sulla testa, a piedi da Genzano di Lucania a Banzi, mentre mio fratello e le mie sorelle non avevano avuto il privilegio di godersi per tre quarti di giornata, in esclusiva, papà.
Faccio un salto di circa cinque anni per ricordare un viaggio fatto a Potenza nel dicembre del 1963. Ad inizio novembre ero rimasto coinvolto in un incidente stradale, mentre ritornavo da scuola, a Palazzo San Gervasio. Oltre ad una ferita alla testa, riportai anche una frattura al polso del braccio destro. Era giunto il momento di ritornare in ospedale per togliere il gesso che mi era stato applicato per immobilizzare il braccio. Nel frattempo papà era ritornato dalla Germania per il periodo di vacanze natalizie, ma non solo, quell'anno anche per celebrare il matrimonio di mia sorella Filomena, primogenita della seconda sua moglie, fissato per il 26 dicembre. Così, mentre il trauma dell'incidente lo dovetti affrontare senza il suo conforto, il suo epilogo avvenne con la compagnia paterna. Prendemmo il pullman io e lui ed andammo all'ospedale San Carlo dove mi liberarono finalmente il braccio, che sembrava diventato così leggero da dovermelo quasi tenere con la mano dell'altro braccio per evitare che schizzasse in alto. Ma l'apice della felicità fu quando, usciti dall'ospedale, entrammo in un negozio del centro di Potenza a farci un bel panino con la mortadella: era il primo che assaggiavo in vita mia ed il profumo e la fragranza suoi li ricordo ancora adesso che sono trascorsi più di cinquantasei anni.
Arriviamo ora a fine ottobre inizio anni duemila, per una visita improvvisa fatta mentre, diventato papà per la seconda volta vedovo, si trovava a novant'anni da mia sorella a Genzano di Lucania. Chi se lo dimentica quello sguardo, più che stupito quasi spaventato nel vedermi all'improvviso, attraverso il quale sembrava mi volesse stampare la sua anima nella mia, e le parole che mi disse: "sono contento di vederti ancora una volta, tu potrai vedermi ancora un'altra da morto". No papà non ti voglio vedere da morto, voglio vederti ancora da vivo, là dove il 2 maggio 2005 passed away, e starai sicuramente ancora coltivando vigne celesti e campi di grano d'oro, mentre attendi tranquillo e sereno, senza doverti più spaventare, il mio apparire. |
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02 maggio 2020