IL PICCOLO GRANDE FRATELLO ... Lorenzo
Parafrasando Foscolo, giacché io andrò sempre fuggendo di gente in gente e non potrò più sedermi sulla chianca vicino casa, anche perché, comunque, da anni essa non c'è più (ma dove potrà essere finita?), al di là dei voli pindarici che possa fare (e che ho fatto nella precedente pagina) con la fantasia, a me non accadrà mai di toccare le sacre spoglie della fanciulletta che giacque nel letto del grande fratello, dopo essersi prima specchiata nelle onde del golfo di Napoli, da cui vergine nacque, tale rimanendo fino all'alba dell'11 agosto 2008, quando avvenne la sua consacrazione a santa. Tuttavia, se non mi sarà possibile ambire a tali "opima spolia", un'altra forma di consolazione ce l'ho: il caso ha voluto che potessi anch'io "toccare e guardare" (ma non in posti proibiti, solo la mano e la faccia) un altro personaggio del "Grande Gratello": si tratta di Francesco Gaiardelli, che partecipò nel 2001 alla seconda edizione del reality (la scoperta però è stata per me solo postuma), e che, dopo la popolarità conseguita, è riuscito ad ottenere (per il momento) la carica di consigliere comunale a Druogno. Ma qui non volevo continuare a parlare dei "Grandi Fratelli", correndo il rischio di tediare, e quindi perdere, quei miei due, al massimo tre, affezionati lettori, volevo invece scrivere solo poche parole in riguardo ad un altro piccolo grande fratello, che si chiama Carcuro anche lui, fratello di Stefano, cioè Lorenzo, ovverosia mio figlio. Venerdì egli mi ha inviato un messaggio sul cellulare, comunicandomi: "Paparino sono arrivato quarto!"... nella graduatoria del concorso per la copertura di venti posti di assistente nell'area economica in Regione Lombardia. Ci è rimasto però un po' deluso, perché è abituato ad essere sempre il primo, ma anche perché non ha ricevuto alcuna risposta da me, almeno un bravo, laddove nel suo luogo di lavoro, nell'apprendere dell'esito positivo del suo concorso, tutti avevano smesso di lavorare e lo stavano festeggiando. Allora, voglio recuperare e farmi perdonare quell'apparente gelida indifferenza, facendogli la sorpresa di dirgli in questa pagina: "Bravo Lorenzo, sono orgoglioso di te!".
Sicuramente ne saranno orgogliosi anche i tuoi nonni: Lorenzo, di cui ne porti il nome, ed Antonio, di cui hai preso le sembianze, giacché assomigli fisicamente più a lui che a me. Immagino come essi si stiano ora compiacendo, nel sentire la bella notizia. Quando l'ha sentita mio padre, subito si è recato dal consuocero Antonio per partecipargliela, il quale, a sua volta, si stava recando da Lorenzo, credendo di essere stato lui a sentirla per primo. Infatti, essi si sono incontrati esattamente a metà strada: "dove stai andando?", ha chiesto mio padre ad Antonio. "A casa tua", egli gli ha risposto, chiedendogli a sua volta: "E tu dove stavi andando?". "Anch'io a casa tua", gli ha risposto Lorenzo. Insomma, per farla breve, essi si sono scambiati per strada la notizia, scoprendo che era poi la stessa. Dopo essersi abbracciati dalla contentezza, e bagnati anche un po' la faccia con alcune lacrime di emozione, essi però hanno cominciato quasi a bisticciare, perché ognuno voleva ascrivere a sé i meriti del nipote. Mio padre, infatti, diceva: "Eh Lorenzo è bravo, perché ha avuto da me l'intelligenza tramite Tonino!". Al che mio suocero ribatteva: "Cosa vuoi insinuare, che io gli abbia dato, tramite Teresa, solo la bellezza?". Ma non andarono oltre, si limitarono solo a quelle battute, perché là dove sono non è possibile bisticciare. Infatti, mio padre, spense sul nascere quell'impossibile baruffa, dicendo al consuocero: "Antonio, piuttosto, sai che sono un po' preoccupato, se Lorenzo dovesse andare a lavorare in quel grattacielo di Milano, dove ci sono gli uffici regionali". "Perché?", rispose mio suocero. "Non ti ricordi che un aereo nel 2002 ci è sbattuto contro? E se dovesse succedere ancora?". Ed Antonio: " Già, mi fai venire un po' di preoccupazione anche a me. Senti, allora, sai che facciamo? Giacché noi siamo in cielo, bisogna che teniamo sotto controllo tutti gli aerei che sorvolano Milano, dirottandoli prontamente, ove vedessimo qualcuno puntare contro il Pirellone". "Ma come facciamo a dirottarli?", domandò mio padre al consuocero. "Ci mettiamo davanti gli aerei: non possono mica investirci, debbono per forza deviare". "Ma se noi siamo puro spirito, come fanno a vederci i piloti?", osservò mio padre. "Già", prese atto mio suocero, "non avevo ancora riflettuto sulla nostra nuova condizione". Tuttavia, egli non voleva rassegnarsi all'idea di non poter dare alcuna protezione a suo nipote ed allora chiese a mio padre: "Senti Lorenzo, ma noi, seppure fatti adesso di spirito, possiamo almeno fare delle scoregge od emettere degli starnuti?". "Queste cose penso che possiamo ancora farle", rispose mio padre, aggiungendo: "aspetta che faccio una prova". Rievocò allora appena un po' nei suoi ricordi un bel piatto di fagioli e "capuntidd," e, subito dopo essersi gonfiata la sua faccia, mio suocero potette udire un fragoroso "bruuuummm", ovverosia il suono di una grande scoreggiona che lo lasciò stupefatto, ma che, un attimo dopo essersi ripreso dallo stupore, gli fece esclamare entusiasta: "Evviva!". L'esclamazione fu provocata però non tanto dal suono poco celestiale udito, ma dal vedere che proprio in quel momento, giacché stava passando nelle vicinanze un piccione, lo spostamento d'aria fu tale da creare un vortice da costringerlo ad una virata di 180 gradi e farlo tornare indietro. Allora mio suocero volle provare l'effetto di uno starnuto. Così egli, come faccio sempre io quando voglio starnutire, guardò il sole per cinque secondi, e scoppiò in un fragoroso "eeeeccccì". Proprio in quel momento stava passando sulla sua testa un elicottero: magicamente l'elicottero si innalzò di cento metri, continuando il suo volo invisibile dietro una nuvola. A quel punto i consuoceri si riabbracciarono una seconda volta, bagnandosi ancora le guance dall'emozione. Finito l'abbraccio, mio padre guardò l'orologio, esclamando: "Porca miseria, s'è fatto tardi! Bisogna che torni subito a casa, se no Severina (sua moglie) chi vuole sentirla, che mi sta aspettando per mangiare! Ma siccome era troppo tardi, Severina era già andato a cercarlo. Incontrandolo, aveva la faccia corrucciata pronta per sgridarlo, ma, notando la presenza del consuocero, si trattenne, mutando prontamente l'espressione del volto in un sorriso e facendogli scherzosamente questa domanda: "Antonio, quando posso portarti a macinare un sacco di grano?" "Dopodopodopodomani" egli rispose. Poi mia madre lo invitò ad andare a pranzo con loro, ma egli si schermì dicendo che non poteva, perché non si sapeva mai che arrivasse all'improvviso sua moglie: lei come avrebbe fatto a sapere dove andare?. Allora mia madre e mio padre si avviarono verso casa, facendo lei subito i conti non appena raggiunta una certa distanza dal consuocero, in modo che non potesse più sentire. "Ti sembra l'ora questa di tornare a casa? Mi hai fatto preoccupare!", mia madre disse a mio padre per sgridarlo. Ma, quando sentì la giustificazione del ritardo addotta da mio padre, ella gli disse: "Va bene, per questa volta sei perdonato!", e gli diede anche un bacio, che andava molto oltre il significato del perdono. Scusate se ho raccontato questo episodio di un piccolo grande fratello, tanto vero quanto fantastico, ma ogni tanto bisogna purgarsi della televisione e del suo mondo fittizio, anzi della sua monnezza, raccontando le cose alla nostra portata, quelle vissute realmente, o con la fantasia, che sono sempre migliori di quelle virtuali. Il fatto poi mi dà soddisfazione perché avevo il timore che i concorsi fatti in Regione Lombardia potessero essere truccati in modo da favorire i leghisti e quant'altri, soprattutto considerando che dal padre di Lorenzo, inviso a non pochi politici lombardi, non poteva derivargli alcun aiuto, bensì solo pregiudizio.
Già che ci sono, voglio dare notizia della nascita di un nuovo sito web riguardante Banzi, che si prefigge di lanciare il nostro piccolo paese nel mondo: me lo ha comunicato Daniele Vertulli (che non so però chi sia) e chi fosse curioso di visitarlo clicchi qua. Corro subito ad aggiornare la pagina "Altri siti su Banzi o di banzesi", non prima però di aver fatto gli auguri anche a Daniele Vertulli ed al suo http://banzinelmondo.it.gg. Debbo farlo in fretta, perché debbo correre anche per andare a votare: qualcuno mi consiglia quale lista? Penso di dare anch'io un voto utile: a Veltroni, nonostante che ne possa derivare giovamento a qualcuno il cui cognome gli assomiglia molto o che hanno quello mio, nonostante che talaltro possa avere il pezzo di carta dell'agognata laurea e che in quel partito militi un sindaco (a scanso di equivoci preciso non è nessuno di Banzi) che è l'essere più meschino, abietto e spregevole che abbia mai avuto la sventura d'incontrare? La fretta mi stava facendo dimenticare di dire che Lorenzo poi il primo giugno 2008 prese servizio in regione Lombardia. Gli fu assegnato un ufficio al 25° piano. Quel giorno a Milano era una splendida giornata. A quasi cento metri di altezza, gli mancò un po' il respiro nel vedere quel superbo panorama, abbracciato all'orizzonte lontano dalla catena delle Alpi, la cui vista era favorita da un cielo terso, che ammirò a lungo, convenendo con Manzoni che davvero il "cielo di Lombardia è così bello quand'è bello". Notò poi che in quel cielo - sembrava appena fuori dalla sua finestra, quasi a portata di mano - una nuvoletta leggera bianca era lì sospesa. Gli parve una visione fantastica, ma dopo un attimo che la guardò si dissolse nel cielo, quasi come uno spirito che temesse di farsi vedere. Anzi no, la precipitazione con cui ho previsto ciò che accadesse mi ha fatto essere un po' impreciso. In realtà Lorenzo prese servizio non il 1° giugno ma il 5 maggio 2008 e l'ufficio cui fu assegnato si trovava al 18° piano, non al 25°. Il resto, invece, con l'aggiunta di aver ricevuto il personale benvenuto di Formigoni, si svolse esattamente come raccontato sopra. Se non ci credete, posso addurvi la testimonianza di entrambi i nonni di Lorenzo. |
13 aprile 2008