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RESIDENZA, DOMICILIO, DIMORA O ABITAZIONE?
... si salvi chi può!
Quando ho studiato giurisprudenza all'università di Bologna, ho appreso bene la differenza tra le figure giuridiche della residenza, del domicilio e della dimora: la prima indicante il luogo dove si vive abitualmente, la seconda quello in cui si svolgono i propri affari, la terza dove si vive temporaneamente per un limitato periodo. Tuttavia, tali concetti, nella realtà, si palesano labili e fumosi, diventando disinvoltamente interpretabili e raggirabili. Così, ad esempio, tantissimi calciatori, tennisti, artisti, hanno la residenza a Montecarlo, dove in realtà non vivono abitualmente. Pure io, seppure semplice pensionato, ho la residenza a Cervia, per motivi simili a quelli dei soggetti citati prima. Riuscendo difficile destreggiarsi con quella triade di figure giuridiche, la pandemia da coronavirus ha reso necessario coniare la figura "agiuridica" dell'abitazione, per indicare il posto dove, a prescindere dalla ragione, uno si trovi a vivere di fatto, e pertanto è legittimato a recarvisi. Ma, fatto questo breve excursus introduttivo, è del domicilio, e dei domiciliati, che intendo qui aggiungere qualcosa in più. Se uno riveste una carica pubblica, automaticamente tutti gli affari inerenti la stessa trovano domiciliazione presso la sede dell'ente (comune, provincia, regione, Stato). Il domicilio viene eletto automaticamente presso l'avvocato difensore per tutti gli atti inerenti il procedimento giudiziario (penale, civile od amministrativo che sia). Altre volte, invece, il domicilio lo si elegge. E' il caso in cui vuoi che la banca trasmetta i documenti del rapporto di conto corrente presso un luogo diverso dalla tua residenza. Oppure quello in cui chiedi l'assistenza sanitaria in una regione diversa da quella di residenza. Capita, però, a volte, che il domicilio venga imposto. Il caso è quello in cui, condannati a una pena detentiva, anziché in carcere, si viene rinchiusi in un determinato luogo, seppure scelto da sè medesimi. Diversi personaggi noti hanno subito tale imposizione: Emilio Fede, Alessandro Sallusti, Roberto Formigoni, per citarne solo alcuni. Anche in uno dei quattro comuni dove, negli ultimi anni, ho prestato servizio come segretario comunale, San Bernardino Verbano, ci sono stati due casi di soggetti domiciliati, per scontare alternativamente la pena detentiva. Il primo ha comportato non pochi problemi all'amministrazione comunale, perché il domiciliato, in quanto indigente e senza famiglia, ha dovuto prenderselo a carico il comune, provvedendo a tutti i rifornimenti necessari alla sua sussistenza. Il secondo caso (senza stupirmene più di tanto), ha riguardato nientedimeno che proprio il sindaco con cui ho avuto a che fare nei quattro e più anni di servizio. Sebbene pensionato, anzi in quiescenza, come decretato dal prefetto Cimmino, non sono rimasto indifferente a tale accadimento, di cui taluno ha pietosamente voluto rendermi edotto. Allora, ho sentito il bisogno d'inviare un messaggio di conforto ai dipendenti comunali, che mi hanno coadiuvato nella fatica sostenuta nello svolgimento del mio servizio. Credo
sia utile riportarlo qua, con l'unico scopo di far capire meglio gli
effetti che possa produrre l'essere domiciliati. Ai Dipendenti Comunali di San Bernardino Verbano
Oggetto: Messaggio di conforto per l'infausto evento che ha colpito San Bernardino Verbano.
Gentilissimi
Dipendenti, Allora, desidero rivolgervi qualche parola, che possa aiutarvi a riprendervi da questo stordimento, pur conscio che, per superarlo completamente, non sarà sufficiente solo una quarantena, sarà necessario un "quaternario", e, giacché siamo già in questo periodo geologico, occorrerà aggiungerne uno ulteriore, un "quinternario", o forse passare addirittura a un'altra era, chiudere il "cenozoico" e aprirne una nuova, denominandola, in onore del primo cittadino più lungamente in carica di San Bernardino Verbano, "liettazoico". Ecco, quindi, subito un bel motivo di sollievo: la vicenda del vostro sindaco assurge a evento significativo idoneo a scandire l'inizio addirittura di una nuova era nella scala dei tempi geologici... sulla quale egli è inciampato. Sul gradino ove è cascato, andrà apposto un "golden spike" e, quando il chiodo d'oro sarà conficcato nella roccia, voi tutti sarete chiamati a presenziare la cerimonia, con Marisa che farà da madrina, carica che le spetta a titolo di compensazione per la riduzione di mansioni subita, in quanto costretta a depennare quella di "badante" di Lietta. Ma, posso darvi conforto ulteriore anche nel caso aveste bisogno di redigere atti per provvedere all'assistenza del "domiciliato", giacché conservo ancora quelli assunti in illo tempore per Bariatti, non solo, potete contare su di me anche per portare eventualmente i viveri al "domiciliato". Al quale, se il motivo della domiciliazione avesse indotto il suo compagno a ripudiarlo, darei il suggerimento di mettersi ora insieme al detto Bariatti, con cui avrebbe sicuramente un idem sentire, grazie alla comune esperienza dei domiciliari. Allora, coraggio, guardando bene, potete già scorgere in fondo al tunnel del "cenozoico", l'inizio del "liettazoico", ed io oso immaginare che per voi la vita possa ritornare ad essere ancora bella, pur senza l'ineffabile visione di Lietta nella casa comunale. Pasqua
è appena passata, forse San Bernardino Verbano è in tempo ancora per
risorgere anche lui. 06 aprile 2021 Dott. Antonio Carcuro
Per fortuna giunge il momento in cui la distinzione sofistica tra queste figure guridiche e agiuridiche cessa, venendo meno qualunque motivo per il quale si debba specificare dove si abbia la residenza, il domicilio, la dimora, l'abitazione. Ciò fa sorgere però la curiosità di sapere quale altra figura giuridica/agiuridica trovi applicazione. Trattasi di una specificazione che farò, aggiungendo qua una postilla tra una quaterna/quinterna di lustri. Se riuscissi ad avere un canale di comunicazione con chi quella scoperta l'ha già fatta, potrei rivelarlo prima, ma quel canale di comunicazione non è stato ancora attivato. Giacchè lo scorso 27 giugno (2021) l'ha fatta anche mio cugino Domenico Carcuro, posso intanto solo approfittare a dire en passant qua, che è stato per me un gran dispiacere apprendere della sua scomparsa, quantunque i miei rapporti con lui e l'intera famiglia si fossero dissolti da quasi una dozzina e mezza di anni. Un gran dispiacere perché quando viene meno una persona, si cancellano i ricordi negativi e rievocano quelli positivi. Ho pensato così come dev'essere stato bello che, nato Domenico nel 1934, come mia sorella primogenita Anna, suo padre Rocco (quattordici anni in più del fratello Lorenzo), si sia conteso d'affetto con lui la nipotina e mio padre il nipotino, che saranno così transitati ripetutamente fra le quattro braccia amorevoli. Che mio padre fosse affezionato tanto al nipote, me lo fa ricordare anche la gioia che vidi irradiare dal volto una sera in cui, nell'imminenza del suo matrimonio, si recò a far visita alla famiglia della futura sposa. E che Domenico fosse affezionato allo zio Lorenzo, valga a dimostrarlo la fotografia a fondo pagina, in cui si vede tutta la sua famiglia partecipare a rendere onore al novantesimo compleanno di mio padre. Due altri ricordi personali desidero aggiungere ancora qua. Uno, di quando, ritornando Domenico dall'aratura dei campi, portava da mangiare alla gatta i topi che abilmente riusciva ad acchiappare. Un altro, di quella volta in cui, seduto sullo scalone di casa, mi stavo sgranocchiando un melograno. Lui, sullo scalone della porta a fianco, mi guardò e chiese un pezzo. Facemmo metà ciascuno, gustandoci con voracità ognuno la sua parte. Scommetto, Domenico, che, quando sarà che c'incontreremo ancora (non so se dove m'inviterai sarà una residenza, domicilio, dimora, abitazione), memore del mio gesto, avrai tenuto da parte un bel melograno, per condividerlo subito con me.
Novantesimo compleanno di Lorenzo Carcuro, festeggiato il 26 ottobre 2001 da figli, genero, nipoti, pronipoti, figli di pronipoti ... un abbraccio speciale a chi ora è solo in fotografia |
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28 giugno 2021