Banzi una moderna cittadina con una grande storia ed un grande cuore
(Saluto del sindaco Vertone al vescovo Ricchiuti in occasione della sua visita a Banzi del 31 ottobre 2005)
Eccellenza,
reverendissimo signor ArciVescovo,
in rappresentanza del Comune e della comunità di Banzi, unitamente alle massime
autorità cittadine, Le do il benvenuto in questa terra di antica cultura e
solida civiltà; in questa comunità di uomini e donne che accoglie con gioia e
speranza il rappresentante della Chiesa di Roma con tuta la gioia di avere un
nuovo Vescovo e la speranza di trovare in lui un interlocutore attento e
disponibile.
E'
questo un incontro importante e che può anche assumere un significato del tutto
nuovo e particolare se tutti sapremo metterci in ascolto e se avremo attenzione
l’uno nei confronti dell'altro.
In
questo non vi è differenza tra credenti e non credenti. A tal proposito voglio
citare una frase di Norberto Bobbio, filosofo e pensatore laico, il quale
afferma: “la differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti
ma tra pensanti e non pensanti, ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché
e gli indifferenti che non riflettono”.
Vi
è in questo campo la possibilità di una azione comune sia da parte del
Consiglio Comunale che della Chiesa attraverso le azioni reciproche smuovere le
coscienze degli indifferenti.
Qui,
Signor Vescovo, attorno alla sua Chiesa, si insediò il primo gruppo di uomini,
la prima cellula della nostra comunità. Di qui si estese l'insediamento urbano
con la cittadina medioevale prima fino a quella con le caratteristiche di oggi.
Una moderna cittadina di piccole dimensioni ma con una grande storia ed un
grande cuore.
Tra queste colline e boschi nasce la poesia di Orazio, una città romana, il
templum augurale, le terme romane, l’Abbazzia Santa Maria e tante, tantissime
altre cose.
Se dicessi che noi oggi siamo gli eredi di questo passato illustre direi una
cosa non vera e troppo autocelebrativa: perché su di noi pesano anche epoche di
declino e fasi piu recenti di emarginazione dai grandi processi di sviluppo.
Ci
sono problemi e situazioni che, se affrontati insieme, seppure ciascuno nel
proprio ambito istituzionale ed ecclesiale, possono trovare più rapidamente
qualche valida soluzione. E mi riferisco in modo particolare alla
disoccupazione, al disagio giovanile, allo scadimento dei valori, agli anziani
ed al loro ruolo, ai casi ancora presenti di povertà e di emarginazione, alla
valorizzazione del volontariato e di tutte quelle forme di solidarietà e di
azione educativa che caratterizzano in positivo una comunità.
Ci accolga e ci voglia bene così come siamo, con le nostre difficoltà e le
nostre gioie, con le nostre realtà buone e quelle meno buone, con la nostra
tradizione e le nostre abitudini, con i nostri pregi e con i nostri difetti.
Eccellenza, l'accoglie una comunità che desidera intensamente crescere nelle
sue attività economiche, ma che ha le sue radici soprattutto su una consolidata
religiosità costantemente rinsaldata da una forte devozione alla Madonna ed a
San Vito Martire nostro protettore.
Sappia che la comunità bantina l'accoglie con entusiasmo ed affetto e le è
riconoscente per aver accettato di staccarsi dalla sua gente, dalla sua diocesi,
dal suo mare, ed essere qui con noi per una nuova, forse imprevista, missione;
per un compito per lei così grave ed impegnativo.
Non
so se esista un tratto identificativo e descrivibile in una collettività.
Non
si può nemmeno pensare di "rappresentarla" una comunità che é
sempre la somma di tante esperienze e tante identità diverse. (Una
istituzione sì, la si deve saper rappresentare e guidare. Ma di una comunità
si fa parte, semplicemente, o non se ne fa parte). Se c'e' questo tratto comune
che lega fra loro i banzesi, mi piacerebbe descrivergliela così, Eccellenza, la
sua nuova grande famiglia.
I banzesi sono una
comunità aperta, da molti secoli. Disponibile: insieme
generosa e riservata: capace di grandi slanci di solidarietà, ma che non ama le
piene luci della ribalta, preferendo il lavoro intenso e modesto dietro le
quinte.
Se
dovessi scegliere una sola caratteristica per descrivere i banzesi direi
proprio: l'amore particolare per la "riservatezza". Gente paziente,
come pazienti sono stati per secoli i contadini di queste terre. Pazienti e
tenaci, per conquistare una sicurezza economica alle proprie famiglie. Gente con
un grande senso del proprio lavoro e della propria dignità, con un grande
rispetto della dignità degli altri.
Come vede Non siamo, eccellenza, un popolo che ha perduto la speranza nel
proprio futuro. Viviamo le grandi contraddizioni di questa difficile epoca
storica, le nostre stesse difficoltà senza rassegnazione, ma con la ferma
convinzione che e' possibile operare nella difesa dei valori etici, sociali e
civili in cui profondamente crediamo e produrre risultati positivi.
La comunità banzese vive da tempo in una costruttiva commistione di cultura
religiosa e laica, di storie sociali diverse, di interessi che si confrontano
liberamente e che reciprocamente si arricchiscono. Questa disponibilità al
confronto fa di Banzi un luogo molto civile in cui vivere.
Siamo fortunati ad abitare qui. Non forse per il clima, senza dubbio meno mite
che nella vicina Puglia, ma per il legame che i cittadini hanno per le
loro Istituzioni e la voglia di partecipare alla vita della loro cittadina (di
cui già oggi Lei vede qui un magnifico esempio).
Speriamo
che questa sua presenza faccia ritrovare, Eccellenza, anche una forte coesione
tra le massime Istituzioni civili, fondata sul reciproco rispetto e sulla
consapevolezza che la comunità pretende e necessita di collaborazione e non di
contrapposizione sterile.
Di
questa volontà di dialogare e di collaborare spero troverà immediata e diffusa
testimonianza, fin dai prossimi giorni: non La lasceremo riposare molto la
importuneremo spesso e la chiameremo spesso a collaborare per migliorare
la vita materiale e spirituale dei nostri concittadini.
Sappiate,
comunque, che le Istituzioni civili di Banzi rispetteranno e coadiuveranno le
Istituzioni religiose nella loro missione di insegnamento all'amore e alla carità in cui si riconoscono i nostri cittadini.
Banzi è anche, da sempre, una cittadina tollerante e ospitale verso i credo
religiosi non cristiani che predicano la fratellanza e la convivenza pacifica
fra gli uomini. Anche di questa antica cultura di convivenza siamo, giustamente,
orgogliosi.
Ovviamente anche a Banzi, come nel resto della nazione, dobbiamo confrontarci
con i problemi di invecchiamento della popolazione, di stagnazione economica, di
incertezza sul lavoro, di precarie condizioni di molte famiglie, di difficile
inserimento dei giovani nella società, di necessaria accoglienza e integrazione
di nuovi cittadini che vengono qui a cercare una casa, un lavoro, una vita più
sana e sicura che non hanno nel loro paese d'origine.
Noi facciamo del nostro meglio per affrontare questi temi prima che divengano
emergenze, con programmi e azioni adeguati.
Tenendo
ben fermi i presupposti della tolleranza, della eguaglianza di diritti, della
integrazione fra culture e i valori della solidarietà e della coesione sociale.
Abbiamo
già da tempo collaborato attivamente con le Istituzioni religiose su questi
temi e vogliamo continuare a farlo.
Perché
quello del volontariato religioso e laico e' un altro patrimonio che
arricchisce la nostra comunità, oltre che una risorsa che rafforza l'agire
delle Istituzioni.
Mi
permetta infine, Monsignore, una conclusione in chiave più confidenziale.
Oggi
dobbiamo rispettare le forme di una cerimonia così importante, ma mi permetta
di strapparle un impegno e cioè quello di visitare, a piedi, la nostra
cittadina
Sarebbe
un'esperienza indimenticabile.
Oggi non possiamo farlo. Ma vorrei, se ne avra' desiderio, strapparle la
promessa di farla davvero questa passeggiata la prossima primavera assieme a
tutte le persone che sono qui oggi ad accoglierla.
Benvenuto nella cittadina di Banzi, Eccellenza.