Sliky quanti salti facesti belli alti
iniziasti con dei saltoni per scavalcare ben tre eoni
poi per balzare fuori dalla recinzione che ti faceva sentire forse in prigione
proseguendo ininterrottamente a saltare per seguirci dove andavamo ad abitare
ancora per l'istinto di natura di andare in cerca d'avventura
ritornando però sconsolato perchè l'amore non avevi trovato
saltavi come una saetta per difendere le tue cacche che temevi volessimo prendere
quattro balzi e prontamente eri lì a sculettarci addosso schizzate di pipì
ma eri ancor più lesto a saettare se non volevi farti acchiappare
quando sembrava averti afferrato uno si ritrovava bello gabbato
a me piaceva vederti balzare quando la noce ti volevo dare
ti accostavi vicino sulle zampe eretto finché non ti mettevo nel muso un pezzetto
tante volte tra le mie braccia ti ho avvolto facendoti carezze che apprezzavi molto
ti guardavo negli occhi da molto vicino sfiorando col mio naso il tuo musino
una sera d'ottobre però Elena ti ha riportato morto ed ho fatto una grande buca per seppellirti nell'orto
qualche lacrima ti ho versato su mentre ti ricoprivo di terra giù
quando sarà giunta anche la mia ora Sliky io voglio vederti saltare ancora
non appena lascerò il mondo di quaggiù ti prego fai un balzo vienimi incontro pure tu
se come una volta mi verrai incontro veloce avrai da me carezze ancora e pezzi di noce
tanto Elena sarà altrove tutta indaffarata e non potrà infliggermi nessuna sgridata. |
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03 marzo 2015