SLOVENSKO SPREGIATA
... quasi una commedia

     

Le commedie non si vedono mica solo a teatro.

A volte capita di recitarle direttamente noi dal vivo in relazione ai fatti di cui siamo protagonisti, improvvisandoci così, allo stesso tempo, attori di noi medesimi. 

Finito il pranzo della vigilia, nonostante le bufere di vento, che avevano sradicato, insieme a tanti altri alberi, anche un abete dei vicini di casa, sprezzanti del pericolo, ho convinto mio figlio Lorenzo con sua moglie e la figlia Sophie ad andare a fare una passeggiata in riva al lago, costeggiato da piante secolari: al nostro arrivo esse si sbracciavano ed inchinavano, non per salutarci, bensì per avvertirci di tenerci lontani da loro.

Nonostante ciò, facevo notare a Margareta quanto il lago fosse bello con le sue increspature, i cigni e le anatre, le sirenette, il Campo dei Fiori ed il Sacro Monte in alto lontani.

Continuando a conversare del più e del meno, mi è venuta da fare una riflessione sul perché il suo Paese d'origine si chiamasse Slovacchia, mentre uno dei sette risultanti dallo smembramento della ex Iugoslavia si denominasse Slovenia.

E sottolineavo che, mentre questo aveva un suono gentile, viceversa il suo, col suffisso spregiativo "acchia", sfigurava rispetto a quello. 

A corroborare la fondatezza della mia argomentazione, le facevo notare come tutte le altre parole italiane terminanti in "acchia", avessero un significato negativo, come ad esempio racchia, macchia. 

Unica eccezione era "pacchia", ma Salvini, Ministro dell'Interno, aveva dichiarato che essa era finita, perciò, avevo più che mai ragione che la sua Slovacchia rientrasse nel florilegio dei termini a valenza negativa. 

Mia nuora, però, non si arrendeva all'idea che la sua Slovacchia dovesse sfigurare nei confronti della Slovenia, rilevando che era solo opera della lingua italiana l'alterazione spregiativa, col suffisso "acchia", del nome del suo bel paese, che nella lingua madre è "Slovensko", così come la Slovenia è "Slovenija", non operandosi però in questo caso una deformazione sostanziale al nome, ma aggiungendosi solo una "J". 

Ma poi, possibile che, oltre a "pacchia" non ci fosse altra parola italiana di segno positivo con il suffisso "acchia?

Lei si arrovellava. 

Dopo aver interpellato insistentemente sia me che Lorenzo senza aver avuto alcuna risposta confortevole, decide di rivolgersi a Google, molto più competente di noi, e soprattutto, meno insospettabile di noi italiani.

Pertanto inserisce per la ricerca la query "acchia bella". 

Google cosa fa di fronte ad una domanda tanto inusitata che gli pareva una presa in giro? 

Si dimentica di essere un motore di ricerca e risponde con una pernacchia. 

E' vero, dice arrendendosi sconsolatamente Margareta, tutte le parole terminanti in "acchia" sono brutte e con l'aggiunta di questo suffisso voi italiani avete reso così anche il mio Paese, nel tradurre il suo nome nella vostra lingua.

Ma la mia Slovensko vendicherà lo spregio operato: come fece il 24 giugno 2010, batterà ancora la nazionale di calcio italiana al prossimo incontro.

 

 

24 dicembre 2018

HOME PAGE   RIMEMBANZI