de miTa a nusco, re mida a banzi
... ogni paese ha il suo

Ne "L'Italia di mezzo", pubblicata in questo sito il 1° marzo 2008, scrivevo: "Però bisogna dare atto a Veltroni che anche lui ha avuto il coraggio di liberarci di vecchie facce come quella di De Mita, rifiutandogli la candidatura nelle liste del Partito Democratico e facendogli capire che era ora che facesse il pensionato a tempo pieno, visto che il 2 febbraio scorso ha compiuto 80 anni. Macché, egli non si è accontentato di andare a giocare  a tressette con l'amico Tanzi, forse anche temendo che, in quanto non più politico, questi non avesse più interesse a giocare con lui. Ed allora ha sbattuto offeso, risentito e polemico la porta del Partito Democratico, dicendo: "nel Pardido Demogradico si scelgono i candidadi in base all'edà,  non all'indelligenza!"; e si è andato ad infilare tra i petali della "Rosa Bianca". Di certo, con la sua presenza in lista, non farà correre alcun rischio a Casini che risulti eletto premier, assai più probabile invece quello di  fargli abbassare al minimo il quorum."

E Casini infatti quel rischio lo scongiurò completamente.

Resosi conto che le porte di Palazzo Madama, Palazzo Montecitorio, Palazzo Chigi e, men che meno, del Quirinale, gli fossero state sbarrate per sempre, un po' come Pinocchio che si riduce a mangiare il torsolo della mela, Ciriaco ha ripiegato sulla carica di Sindaco di Nusco.

I cinque anni di mandato amministrativo gli faranno superare la soglia dei novant'anni e, per quanto abbia dichiarato che la questione dell'età non sussista, preoccupandosi il Padreterno di garantirlo in buona salute, viceversa io ritengo  che potrebbe invece porsi, nel senso che durante il quinquennio non sia improbabile la sua dipartita.

Sotto sotto, potrebbe essere stata proprio la previsione di questo evento ad indurlo a fare il Sindaco, almeno, così, da primo cittadino, potrà avere un funerale solenne, pieno di onori, avvolto nella bandiera tricolore.

Ho avuto a che fare anch'io con un personaggio del genere, che ha pensato di morire in modo glorioso. Dializzato e sofferente di diabete, era "votato" a morte rapida e sicura quando scelse invece di "farsi votare" alla carica di sindaco; ed infatti morì poco dopo un anno dall'elezione, a metà agosto 2001, mentre mi trovavo a Banzi, costringendomi a dover far ritorno per andarlo a commemorare, giacché peraltro tra assessori e consiglieri, non ce n'era uno in grado di dire quattro parole di circostanza, senza considerare che il vicesindaco non si degnò neppure di presenziare alla cerimonia funebre, rimanendosene tranquillamente in vacanza dov'era.

Comunque, ritornando a Ciriaco, non essendo io mai stato a Nusco, coglierò l'occasione del solenne funerale del suo primo cittadino, per andarla a conoscere, avendo così anche l'opportunità di aggiungere un'appendice a questa pagina.

 

Ma non è solo Nusco ad avere il privilegio di un De Mita, anche Banzi ne ha uno, anche se non proprio identico di nome, giacché egli è un Re Mida.

Certo, di anni Re Mida non ne ha 86 come Ciricaco, Nicola ne farà solo 56 il giorno dopo la nascita di mia madre; neppure ha mai fatto il presidente del Consiglio, però compensa il curriculum con l'elezione alla carica di sindaco per la terza volta successiva.

Io non è che me ne stupisca più di tanto. Anche uno dei miei tre sindaci neoeletti è al suo terzo mandato, capendone bene le motivazioni perché sia stato spinto a riproporsi ancora e perché la competizione l'abbia vinta agevolmente. 

Apprezzo, tuttavia, assai di più chi, come la dottoressa Ezia Tabozzi, con cui ho avuto l'onore di collaborare a Pettenasco, concluso un solo mandato, abbia ritenuto di lasciare campo libero ad altri; ma anche chi come Gian Mauro Bertoia, di fronte alla possibilità di candidarsi per la terza volta - offerta in zona Cesarini da Delrio - ha ritenuto invece di dire basta, per quanto, per limpidi meriti acquisiti, avrebbe sicuramente sbaragliato la lista concorrente.

A Banzi invece, la cadrega chi ce l'aveva al culo non se l'è fatta scollare.

 

Dieci anni fa, tra due giorni, Savino Pasquarelli mi inviò un messaggio, comunicandomi: "Un vento nuovo per Banzi - Sindaco Nicola Vertone ". Se potesse scrivermi ancora quel mio amico, non so se non mi direbbe ora che il vento a Banzi non sia diventato graveolente.

Comunque, nessuna delusione che la mia supposizione si sia verificata fallace, ovverosia che non sia diventato sindaco chi si era adoperato a fare esposizione di madonne.

A chi come me si è estraniato da Banzi, è diventato un emigrato definitivo senza ritorno, è indifferente chi faccia il sindaco, consapevole che la partita politica vera si giochi tra banzesi rimasti a Banzi e banzesi residenti altrove. Trattasi però di una partita stramba, perché i banzesi residenti fuori non hanno diritto di scegliere il sindaco del paese, il quale, per farsi eleggere, invece di far spending review, indulge ad accontentare volentieri dipendenti comunali e  cittadini residenti, scaricando una buona parte dei benefici che concede loro sulle spalle e le tasche dei banzesi emigrati, aventi ereditato la casa dei loro defunti genitori.

Chi paga l'IMU (e con che aliquote!) al comune di Banzi? Solo i fessi che non vi abitano più, che hanno dovuto abbandonare il paese. Nicola lo sa che le case di noi emigrati non possono essere considerate seconde case, che sono dei musei di famiglia che non producono nulla, ma con cinismo beffardo ci fa dei salassi: da quella di via Garibaldi 101 - salvo conguagli - ci spilla 528 Euro quest'anno, oltre le altre vecchie e nuove imposte prossimo a regalarci. Ieri ho assolto al pagamento di tutte e due le rate insieme: ogni volta è come ricevere un pugno allo stomaco, subire una estorsione, una rapina, essere costretto a pagare una tangente.

Ecco allora perché egli si merita l'appellativo di Re Mida: perché così come il mitico re delle Frigia, col suo "Tocco d'oro"  trasformava in metallo prezioso qualsiasi cosa toccasse donatagli da Dionisio, Nicola ha l'abilità di ricavare denaro al solo vedere case ereditate da emigranti, i cui genitori giacciono ora al cimitero.

Certo, per fare carriera politica, bisogna avere opportunismo e cinismo, ma qua ci siamo spinti abbondantemente oltre, smarrendo completamente il senso non solo del pudore, del sadismo, dal momento che si infierisce su persone che hanno mani e piedi legati, senza possibilità alcuna non solo di contrattaccare, addirittura di potersi difendere.

 

Il 15 giugno 2004 scrivevo essere "probabile che Vertone, passando davanti a casa, a differenza di Garzillo, continuasse ancora a salutare come prima di diventare Sindaco". A distanza di dieci anni, non ritrovando più nessuno da salutare, egli farà probabilmente ora un ghigno all'idea che quella casa celi una piccola cassaforte da cui attingere per le spese del comune che amministra, per sostenere la spesa di tutte le feste che allieteranno i compaesani che lo hanno preferito per la terza volta consecutiva.

Ho letto dalla cronaca che il suo omologo e quasi omonimo De Mita, prestato il giuramento di osservare lealmente la Costituzione italiana, sia andato a farsi una passeggiata nel centro di Nusco, dopo di che, è tornato a casa a farsi una partita a carte con alcuni amici del paese. 

Il Re Mida di Banzi, probabilmente dopo essersi recato dalla premiata ditta Massaro a sacrificare un agnello, avrà raggiunto la piazza per stappare bottiglie di champagne. Passando davanti a casa mia avrà pensato: "tanto le offre Tonino Carcuro e brindiamo alla sua faccia"!

 

Ma oggi è un bel giorno, perché è il mio onomastico e quello di mio nipote. 

Poi perché, essendo stato sciopero dei treni, sono rimasto a casa, recuperando la giornata lavorativa domani. Così ho avuto l'opportunità di essere presente alla visita fattami dai carabinieri a domicilio. A vederli mi sono alquanto spaventato, memore del motivo per cui mi vennero a trovare il 3 marzo 2012, allorché mi notificarono di essere indagato per diffamazione a seguito delle note quattro querele.

Invece, stavolta sono venuti a trovarmi per un motivo esattamente opposto: per notificarmi che dovrò far parte, quale giudice popolare, della Corte d'Assise d'Appello di Milano, per concorrere a prendere la decisione di mandare in prigione od assolvere qualcuno imputato di omicidio. Ho provato allora la sensazione di Leopardi descritta ne "La quiete dopo la tempesta".

Cercherò di assolvere all'incarico con tutta serenità, sforzandomi, anche ove ne avesse le sembianze, di non far assomigliare affatto l'imputato a Re Mida.

13 giugno 2014

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