L'ITALIA DI MEZZO
... perché Banzi ne è fuori?
Per recarmi al lavoro, considerando
il viaggio di andata e quello di ritorno, percorro oltre duecento
chilometri al giorno, facendo uso di due autovetture ed un treno, a
volte anche due: Trenitalia e Vigezzina quando vado a Druogno.
Il primo treno lo prendo a Gallarate, dove vi arrivo in
macchina, che parcheggio ad una certa distanza dalla stazione,
abitualmente su un ampio marciapiede situato sotto un ponte
dell'autostrada. Debbo stare attento a lasciare uno spazio sufficiente
all'attacchino per incollare alla parete i diversi manifesti, pubblicitari
e funerari, i nomi dei cui defunti, ovviamente, sono a me affatto
sconosciuti. Non mi passa, tuttavia, inosservata l'età dei dipartiti, non
pochi dei quali hanno superato i novant'anni: qualche giorno fa ne vidi
uno campato esattamente cento anni.
Mesi addietro attrasse la mia attenzione un ampio manifesto
che non era né di natura commerciale, né funeraria: dentro vi
spiccava una faccia che, a differenza dei nomi dei defunti, mi era nota:
si trattava di Marco Follini e mi fissava per annunciarmi che era
diventato "padre", di un nuovo partito: "L'Italia di
Mezzo". A vederlo, l'effetto fu quasi quello di un pugno allo
stomaco: ancora un altro partito?
Da allora di tempo ne è passato, non tanto, ma quanto
bastasse perché Follini non fosse più sufficiente a non far cadere, col
suo tradimento a Casini, e quindi Berlusconi, il governo Prodi, avvenuto
proprio quando sembrava avesse superato le peggiori burrasche e
veleggiasse tranquillo in alto mare.
Ciò perché è intervenuto Mastella a fare simmetria con
Follini. Non so se Mastella consumi l'olio "cuore", ma potrebbe
fare molto bene la sua pubblicità, atteso che salta la staccionata che
separa il centro-destra dal centro-sinistra con disinvoltura e
"leggerezza" stupefacenti. Tutti l'abbiamo visto e sentito in
televisione, all'indomani dell'arresto di sua moglie, proclamarsi vittima,
oltre che dei soliti magistrati faziosi, di linciaggio mediatico, indegno
di un paese civile. Io invece dico che, se egli si fosse trovato davvero
in un paese civile, si sarebbe meritato non il linciaggio mediatico, ma una
lapidazione, vera, dei traditori.
Comunque, pare che Berlusconi non lo abbia accolto nel suo
"popolo" e che Mastella sia rimasto infilato in un palo della
staccionata. La cosa strana è che a rimanerci infilato in un altro palo
è accaduto anche a Casini, nonostante i piagnistei fatti da sua madre
perché lo accogliesse insieme al suo simbolo partitico. Ma Berlusconi è
stato irremovibile: a Bossi è stato consentito di entrare portandosi
dietro lo scudo del guerriero Alberto di Giussano, a Casini invece
non quello dello scudo crociato di Gesù: egli poteva entrare solo nudo, e giacché
ne ha avuto vergogna, è rimasto fuori dal "popolo della
libertà". Per consolazione però ha potuto riabbracciare ancora
Tabacci e Baccini, che lo avevano abbandonato qualche settimana prima, per
creare (come se già non esistesse) la "Rosa Bianca".
Ma tutto ciò sembra poco di fronte al fatto che abbiano preso strade
opposte persino i figli della buonanima di Bettino Craxi:
Bobo col centro-sinistra, Stefania col centro-destra. Sicché Bobo
potrebbe ritrovarsi addirittura abbracciato ad Antonio di Pietro, che ha
costretto all'esilio, annientato e fatto morire suo padre.
Già, Antonio di Pietro, checché se ne dica, Mercedes avuta
in regalo o meno, egli ha avuto il grande merito di aver fatto scomparire
dalla circolazione qualche faccia di politico di cui non se ne poteva
più; e poi anche la scaltrezza di uscire tempestivamente dalla magistratura
per non farsi massacrare. Perché l'aria è cambiata ed ora i magistrati
soccombono puntualmente, e tutti, di fronte ai politici: De Magistris?
Trasferito di sede e funzioni, così non può più nuocere a nessun
politico invischiato in "Why not" e far rimanere tranquilli
coloro che hanno ammazzato i fidanzati di Policoro, Luca Orioli e
Marirosa Andreotta, o che hanno impedito di scoprirne gli autori.
Forleo? Idem.
Però bisogna dare atto a Veltroni che anche lui ha avuto il
coraggio di liberarci (tentare per il momento) di vecchie facce come
quella di De Mita, rifiutandogli la candidatura nelle liste del Partito
Democratico e facendogli capire che era ora che facesse il pensionato a tempo
pieno, visto che il 2 febbraio scorso ha compiuto 80 anni. Macché, egli
non si è accontentato di andare a giocare a tressette con l'amico
Tanzi, forse anche temendo che, in quanto non più politico, questi non
avesse più interesse a giocare con lui. Ed allora ha sbattuto offeso, risentito e
polemico la porta del Partito Democratico, dicendo: "nel Pardido
Demogradico si scelgono i candidadi in base all'edà, non all'indelligenza!";
e si è andato ad infilare tra i petali della "Rosa Bianca". Di
certo, con la sua presenza in lista, non farà correre alcun rischio a
Casini che risulti eletto premier, assai più probabile invece quello
di fargli abbassare al minimo il quorum. Ci penserà Mastella a
rastrellare voti in Campania, altrimenti per cosa, poveretto, ha tante
tribolazioni?
L'altra sera mi è capitato di vedere in televisione, vicini
in successione: Berlusconi, Fini e Mussolini: sembrava che non avessero
bisticciato mai, eppure, appena qualche settimana prima, quante ne aveva detto Fini
contro Berlusconi per aver inventato estemporaneamente il "Popolo
della libertà"! E quante ne aveva sparate a suo tempo la Mussolini
contro Fini, inducendola a crearsi, anche lei, un suo partito,
"Alternativa Sociale"!; come peraltro ha fatto anche Storace,
inventandosi "La Destra".
Insomma, per farla breve, non c'è solo la discarica di
rifiuti a cielo aperto nelle vie di Napoli, a questa si aggiunge una
montagna di discarica di partiti, anche per difendersi dai cui miasmi
occorre una mascherina, di quelle maggiormente efficaci però.
Tutto il globo terrestre sta diventando ormai una immensa
discarica. Qualche settimana addietro ho letto che nell'oceano Pacifico si
è formata un'isola galleggiante di rifiuti (bottiglie di plastica,
sacchetti e quant'altro) di dimensioni apocalittiche: nientemeno che il
doppio della superficie degli Stati Uniti d'America. Tutto effetto dello
sviluppo e del progresso. Tra qualche anno, con lo sviluppo di Paesi
popolosi come la Cina e l'India, è prevedibile che gli oceani saranno
coperti interamnete tutti.
Comunque, tra quaranta giorni andremo a votare un'altra
volta. Tutti promettono abbassamento dell'imposizione fiscale ed aumento
dei salari (Veltroni garantisce un salario minimo di 1.000 Euro), come
dire la botte piena e la moglie ubriaca. Ci fosse un leader che
annunciasse che abbatterà la spesa pubblica mediante fusione coatta di
comuni, riduzione drastica di componenti di giunta e consiglio,
eliminazione delle figure di responsabili di servizio e direttori generali
(lo dico contro il mio interesse), soppressione di comunità montane e
province, accorpamento delle regioni in macro-regioni (era un'idea
illuminata di Gianfranco Miglio) ed altri colpi di accetta all'elefantiaco
e tentacolare apparato istituzionale, drago dalle mille teste, non sette.
Invece ne creeranno verosimilmente di nuovi, per sistemare
coloro che non saranno eletti. Vi ricordate di Francesco Storace che,
sconfitto da Piero Marrazzo alle elezioni regionali del Lazio, venne
nominato ministro della salute? E di Bruno Ferrante che, persa la
competizione con Letizia Moratti nella carica di sindaco di Milano, venne
nominato alto commissario anti corruzione? Se uno come me rimane senza
lavoro, deve vedere i sorci rossi per ricollocarsi, invece un politico, un
po' come il Papa, ha il posto garantito a vita, o quasi.
L'Italia è piena - oltre che di un numero spropositato di
comuni, province, regioni, comunità montane e collinari, ministeri con e
senza portafoglio - di commissari, alti commissari, autorità,
osservatori, agenzie, garanti, comitati ed infiniti altri organismi, utili
solo a sistemare persone ed a sprecare risorse pubbliche ingenti.
Io ho avuto l'opportunità di conoscere da vicino uno di
questi inventori (era all'epoca, oltre che deputato democristiano,
assessore nel comune dove prestavo servizio e, al primo incontro, mi disse
subito che le leggi si applicavano per i nemici ed interpretavano per gli
amici), colui che ha dato il nome alla legge "Galli", con la
quale si sono costituiti gli A.T.O. (ambiti territoriali ottimali) per la
gestione del servizio idrico integrato, da cui, per superfetazione, sono
derivati i mostri dei G.U.A. (gestore unico di ambito) e delle S.O.T.
(società operativa territoriale), organismi tutti utili a far lievitare a
dismisura il costo delle bollette dell'acqua, atteso che un esercito di
persone andranno ad occuparne posti superpagati... scommetto che non
mancherà di infilarsi dentro anche qualcuno di Banzi, con riserva
garantita di posto (come dicevo sopra) eventualmente pure a qualche
sindaco che non dovesse rivincere le prossime elezioni.
Una volta c'erano poche sigle, od acronimi, di enti (oltre
che di partiti), ed io li conoscevo tutti: INAM, INPS, INAIL, EAAP. Poi l'INAM
è diventata SAUB, quindi USL, USSL, ASL. L'acronimo ASL è diffuso però
non solo in Italia ma anche in America. L'ho scoperto quando ho cominciato
a giocare a scacchi on line: leggendo tale espressione inviatami come
messaggio dallo scacchista dell'altra sponda di internet: che strano, mi
domandai, anche in America c'è l'ASL? Ma l'acronimo voleva significare
non azienda sanitaria locale, bensì age, sex e location, ovverosia
l'avversario di gioco mi chiedeva semplicemente la mia età, se ero
maschio o femmina e da dove giocavo.
Ma c' è stato un tale a Varese che si è ispirato all'USL
per denominare il suo locale pubblico proprio con tale acronimo: USL,
esplicitato come "uno strano locale". Io escludo, invece, che
possa trarre ispirazione per una poesia da una sigla simile.
Prima di finire di parlare di proliferazione di organismi
inutili, non posso non citare una chicca veramente particolare: si tratta
della costituzione di un'"unità", avvenuta con decreto del
presidente del consiglio dei ministri del 12 settembre 2006. Qualcuno
osserverà sicuramente: ma l'"Unità" non c'era già? Certo che
c'era, ma non bastava quella fondata da Antonio Gramsci nel 1924,
occorreva adesso "l'unità per la semplificazione e la qualità della
regolazione", ovverosia un organismo che, per dirla con parole
semplici, dovrebbe servire di supporto a chi redige le leggi, affinchè
esse siano meglio intelligibili. Il termine "unità", in quanto derivato
da uno, lascerebbe intendere perlomeno che si tratti di un organismo semplice, invece vi
sbagliate, perché esso è di una complessità enorme, articolandosi in:
aree operative, comitato scientifico, tavoli permanenti, gruppi di
lavoro, forme diverse di consultazione, segreteria tecnica, ecc.
Ciò fa sorgere spontanea una domanda: se hanno difficoltà a
scrivere norme giuridiche in Parlamento e Governo, come è possibile che
si redigano correttamente statuti e regolamenti nei comuni? Infatti, essi
sono perlopiù carta straccia, anche se viene tanto enfatizzata la
potestà normativa dei comuni, e fatta puntualmente oggetto di solenni
domande nei concorsi agli aspiranti dipendenti comunali.
In uno dei quattro comuni dove sto prestando servizio è
stato di recente adottato un nuovo statuto comunale: confesso di non
averlo neppure guardato per non provare nausea, tanto esso non inciderà
su niente, è solo aria fritta, un insieme di frasi retoriche e roboanti,
dal momento che serve pressoché solo a specificare che il numero degli
assessori viene elevato ad un terzo dei componenti il consiglio e che essi
possono essere anche esterni.
Comunque, dicevo sopra, tra circa quaranta giorni dovremo
ancora votare: esprimiamo (alla Veltroni e Berlusconi, o come dice Casini,
alla "Veltrusconi") un voto utile o no? Caso mai anche questa
volta, un po' come è successo per la nausea provata per lo statuto
comunale, non andrò addirittura a votare, perché da nessuno dei leader
ho sentito annunciare come farà a togliere l'ICI e ad aumentare i salari.
Quello che mi aspetto invece, da chiunque andrà al Governo,
è che continuerà a spremermi più che mai. Devo ammettere però che
Tremonti mi impressiona più di Padoa Schioppa, perché lo vedo come un
vero vampiro. Temo infatti che egli, dopo aver fatto una legge sui
"conti correnti dormienti", in forza della quale requisisce i
risparmi di ignare persone che per dieci anni non dovessero fare alcuna
operazione sul conto posseduto, ne inventi una che, per compensare
la soppressione dell'ICI sulle prime case, disponga invece
l'appropriazione da parte dello Stato,
oppure dei comuni (è irrilevante la differenza) delle seconde case, se il
suo proprietario salti di andare in vacanza anche solo per un anno. Ma forse sto
esagerando (non tanto) a paventare questo pericolo.
L'alternativa vera per sistemare l'Italia non può essere
nessuno di tutti i leader in lizza, senza dire quanto appaia ridicola
"L'altenativa" di una Alessandra Mussolini: qui l'unica
alternativa potrebbe essere solo quella di uno come suo nonno
Benito.
Alla stazione di Gallarate - forse non lo nota più nessuno -
ci sono dei vasoni con al centro di ciascuna facciata le ali dell'aquila ed in
alto l'indicazione dell'anno di costruzione: scritta testuale "anno VI"
(de l'era fascista) il che significa che quei
vasi resistono intatti lì dalla bellezza di 80 anni, corrispondendo
l'anno VI al 1928, stante che l'anno dell'era fascista iniziava il 29
ottobre (il primo del 1922 e l'ultimo del 1943) e terminava il 28 ottobre
successivo. All'inizio quei vasoni saranno stati anche pieni di piante
belle rigogliose, oltre che puliti, non come adesso che vi illanguidisce
dentro un asfittico oleandro (chissà che fine ha fatto quello da me
piantato nella villa di Banzi nell'agosto 2004!) che l'estate scorsa non ha fatto neppure un fiore,
ricettacolo solo di immondizia (mozziconi di sigarette ed infinite altre
porcherie).
Sicuramente quel luogo non avrebbe visto neppure i tanti
zingari (o rom che siano) albergarvi stabilmente, sozzando sale d'attesa,
marciapiedi, treni e quant'altro. Ne ho ammirato uno qualche giorno fa:
finito di bere il caffè in un bicchiere di plastica, lo butta in uno dei
sacchi posti per la raccolta dei rifiuti, ma non in quello per la
plastica, in quello invece della carta, vanificando così la raccolta
differenziata, poi butta con non chalance il mozzicone di sigaretta sul
marciapiede, costringendo l'addetto delle pulizie, appena passato, a
ritornarci per raccoglierlo. Il male dell'Italia sta anche in ciò.
Ma le elezioni si terranno l'anno prossimo anche a Banzi, e
saranno molto importanti perché nel prossimo quinquennio di
amministrazione prevedo che andranno in pensione non pochi dipendenti
(forse tutta quella numerosa schiera assunta con la legge 285 del 1978
sull'occupazione giovanile), sicché la posta in gioco è davvero
importante, perché chissà quanti spasimano di andare ad occupare i posti
che saranno lasciati vacanti e le alleanze elettorali si stringeranno
soprattutto in funzione della spartizione di tali posti (forse anche, ma
in misura scarsamente rilevante, per l'avvicendamento di una segretaria
all'altra), mica per le cose reali da fare. A proposito, di recente mi è capitato
di vedere che è stato bandito un posto di istruttore per l'ufficio
tecnico: chi se l'è aggiudicato o se lo aggiudicherà? Sarei disposto a
fare una scommessa al riguardo.
Nei quattro comuni dove presto servizio, fatta eccezione per
uno dove c'è un geometra, negli altri tre l'ufficio tecnico è costituito
solo da una figura part time esterna, ed in uno (delle dimensioni di Banzi)
tocca a me fare il responsabile anche del servizio tecnico.
Comunque sono felice di lasciare allo Stato quasi la metà
del guadagno aggiuntivo derivante dall'incarico di responsabile
dell'ufficio tecnico, facendo oltre duecento chilometri al giorno, stando
dodici ore e passa fuori di casa. La mia felicità diventa poi grande
quando incontro alla stazione di Verbania her
Hermann Wagner, che non manca mai di sorridermi, penso in modo
spontaneo, solo per reciproca simpatia, non perché gli abbia dedicato una pagina nel mio sito, o
perché gli abbia offerto una volta un caffè ed egli mi abbia detto grazie (non la
solita presa in giro "a buon rendere") ed io gli abbia risposto "bitte
sehr". Solo che, poveretto, ha fatto delle lunghe assenze negli
ultimi tempi a causa di interventi all'apparato cardiaco (resisi necessari
forse per riparare alle conseguenze causate dalle arrabbiature prese sul
lavoro per la maleducazione degli italiani), sicché ieri ho
esultato di gioia nel rivederlo.
Quando, invece che a Domodossola, scendo a Verbania, oltre ad
Hermann, incontro anche un'altra persona che mi sorride: si tratta di un
testimone di Geova. La volta che, al primo abboccamento, egli ha tentato di rifilarmi
le sue riviste, lasci stare, gli ho detto, perché anch'io sono un
testimone. E lui, pensando che fossi anch'io di Geova, mi ha chiesto:
"di dove?". Io gli ho risposto: "se lei è di Genova, io
invece sono di Banzi". E' rimasto un po' interdetto, ma ha sorriso,
subito, e continua a farlo tuttora, peraltro col beneficio aggiunto di non essere più
tampinato dalle sue proposte di lettura. Al di là della battuta, penso
comunque di essere anch'io, in qualche modo realmente
"testimone" di Banzi, lasciandone qui talune prove di
testimonianza... a futura memoria. O no?
Ma il dilemma non si pone per me il prossimo 13-14 aprile, si
porrà tra tre-quattro anni, quando dovrò decidere dove trascorrere
l'ultimo terzo-quarto periodo della mia vita: dove andrò a piantare la
vigna, coltivare fave, ceci, piselli, fagioli, lenticchie, cime di
rapa e cocozze? Caso mai, nella difficoltà di risolverlo, farò in modo
di rinviarlo il più a lungo possibile, lavorando fino a settant'anni. Del
resto qui c'è davvero "l'Italia di mezzo", da sostenere,
aiutare e salvare.
Allora la vigna, i legumi e gli ortaggi continuerò a
coltivarli virtualmente qua con la fantasia, sentirne quasi il sapore, come mi pare di sentirlo oggi
degli asparagi e dei finocchietti selvatici, nell'immaginare che staranno già
spuntando ora a Banzi nel bosco e nei campi, pronti ad offrirsi per
comporre "u' vr'dett'" delizioso pasquale.
P.S.
Qualche giorno fa ho ricevuto una telefonata dal mio collega web master
Antonio, il quale mi chiedeva come mai il mio sito fosse scomparso dal
web. Gli ho risposto che ciò non era vero, che forse il problema era solo
del suo computer che, forse per dispetto di qualche virus che
nutre antipatia nei miei confronti, glielo impediva. Visto che il sito web
di Antonio è in sodalizio con quello ufficiale di Banzi, e che
probabilmente Antonio si sentirà spesso col sindaco, per cortesia signor
sindaco potrebbe comunicargli, se il mio sito lo vede ancora, che si vede?
C'è un altro collega, questa volta segretario, guarda caso
anch'egli di nome Antonio (Antonino per la precisione) che invece mi ha fatto
notare che è da troppo tempo che non sto aggiornando il sito. Spero, con
questa pagina, che per un po' egli ne rimanga contento, e che non ritorni
subito alla carica, perché prima del piacere (dello scrivere pagine in
questo sito) viene il
dovere (dello scrivere deliberazioni, determinazioni, contratti, note di
trascrizione, lettere, provvedimenti disciplinari... nei prossimi giorni
sarò costretto a licenziare in tronco un responsabile di servizio per
delle grosse e brutte magagne fatte, ecc.), che mi assorbe non poche energie per il carico
pesante di lavoro che debbo sobbarcarmi, e che non posso trascurare
perché, altrimenti, non vanno male solo i quattro comuni... c'è anche
"L'Italia di Mezzo", non quella di Follini, ma quella vera.
Vorrei poi rassicurare una persona che, in una recente
lettera, mi ha esortato (lo scrivo con la stessa evidenza di carattere e colore usati
da lui) a "NON POLEMIZZARE CON NESSUNO!!! Visto come
ho ascoltato il tuo consiglio? E' stato almeno lasciato in pace chi sta
riposando?
Poi voglio fare
contento il mio parente texano Joseph Dominick Carcuro, che desidera
diffondere un video che vuole essere una prova come si possa stare tutti
in pace felicemente insieme, sì che il gatto possa non temere di essere
morsicato dal
cane, il topo di non essere mangiato dal gatto: guardate http://www.youtube.
com/watch?
v=RuuesBhOR9g e giudicate se non possa essere vero.
Infine, mi sia concesso, dopo aver ricordato ieri mia madre con
"Iato", di fare oggi gli auguri più
affettuosi a Luisa e Letizia, figlie gemelle di mio nipote Vito Tafaro,
per il loro primo compleanno che fanno a Lucca oggi 1° marzo 2008!
APPENDICE
1.
Qualche
giorno fa, dopo aver appreso la notizia che, poverino, Mastella, a causa dei
lamentati linciaggi morali, politici, giudiziari e mediatici, non si
presenta più candidato alle elezioni politiche, ho fatto la scoperta che
anche Antonio Di Pietro, come me, si aggira tra le stazioni di Gallarate e
Domodossola: solo però che egli non si muove, sta fermo e muto a
guardare, dall'alto della sua gigantografia, il via vai dei passeggeri in transito, per tentare di inserirsi subliminalmente nella psiche e
simpatia dei pendolari-elettori (in quella mia tuttavia non ci riuscirà
sicuramente).
Oltre
a questo "terrone", Massimo Gramellini, il 5 scorso, su "La
Stampa", mi ha fatto scoprire che in "Padania" c'è un
altro "terrone" che mi tiene compagnia e,
giacché l'ho trovato assai simpatico, mi piacerebbe che ne facessero la
conoscenza anche i miei pochi lettori (nota bene, dico
"lettori", non "elettori"). Eccolo di seguito.
"Terrone
di Padania
Nel
commentare la sconvolgente notizia che non tutti i candidati del
centrosinistra in Lombardia sono nati in Lombardia (pare che uno risieda a
Parma Sud, pur avendo la nonna a Busto Arsizio) il senatore Calderoli
della corrente illuminata della Lega ha dichiarato che il partito
democratico non è «la forza dei meridionali, sostenuti dal Mpa di
Lombardo, ma la forza dei terùn, ovvero di quelli che si fanno mantenere
dagli altri a Roma». Si tratta di una rottura con il passato, quando per
la Lega tutte le popolazioni situate al di là del confine morale di
Abbiategrasso erano una massa indistinta di parassiti dediti a procreare
figli dalla carnagione olivastra e ad appendere agli e caciotte sui
davanzali. Con il coraggio dei visionari, il Calderoli si libera dello
stereotipo. Continua, è vero, a situare Roma nel Corno d’Africa. Però
ammette che persino fra i terùn esistano degli esseri umani e li promuove
al rango di «meridionali». Elettori del partito autonomista di Lombardo.
Il quale è siculo, ma un siculo alleato di Calderoli, che in un afflato
di bontà deve avergli cambiato il cognome (quello originale era
Montalbano-Sono) come si faceva con gli schiavi nelle piantagioni di
cotone.
La
storica svolta ci costringe a rivedere la logora definizione di terùn: è
ancora tale solo il meridionale che non lavora. Resta da trovare un nome
per il suo omologo del Nord: il settentrionale che non ha mai combinato un
tubo in vita sua, se si esclude una legge elettorale scriteriata e uno
spogliarello di canottiere maomettane in tv. Che ne dite di «calderulùn»?"
Nelle
settimane scorse un mio parente si è affannato ad inviarmi delle e-mail
con allegate pagine di articoli di giornali della stampa lucana in cui si
dava ampio risalto alla notizia del secolo riguardante la famiglia Carcuro,
ovverosia la partecipazione di Lina al "Grande Fratello 8". Tale
notizia l'avevo già appresa da mia moglie, che purtroppo guarda siffatte
trasmissioni, sicché i ritagli di giornale inviatimi non hanno avuto il
valore di uno scoop per me, che avevo già commentato tempestivamente il
fatto con la pagina "Grandi fratelli e
piccole sorelle" .
Non
ho mancato comunque di leggere le varie interviste rilasciate alla stampa
dai parenti della concorrente del "Grande Fratello",
nonché dai rappresentanti delle autorità locali di Banzi. Per altra via
ho appreso anche che, per far partecipare la comunità bantina al grande
evento, l'amministrazione comunale avrebbe acquistato un maxi schermo:
nessuno mi ha dato conferma se ciò sia avvenuto o meno, perché, in caso
positivo, ne avrei dato la notizia qua, in modo che Banzi potesse essere
meta ambita, non solo per assistere al corteo storico del mese di agosto,
col quale si rievoca la venuta nel 1088-1089 di Papa Urbano II, ma anche
per spiare meglio ciò che fanno i reclusi del "Grande
Fratello", soprattutto quando vanno a fare la pipì e la popò,
ispirando così la mia avvenente parente una bella sega collettiva, o
"tr'mon'"alla banzese, ad un
po' di maschi sfigati.
Dopo
tali messaggi, me ne aspettavo in questi giorni però altri che mi
annunciassero la candidatura alla Camera od al Senato di qualche Carcuro:
posto che Lina, dopo la fama che raggiungerà col "Grande Fratello
8", è facilmente prevedibile che si candiderà nella prossima
tornata elettorale, in questa del 13-14 aprile prossimo, invece, possibile
che da Banzi non sia venuto fuori nessun Carcuro?
Ne
rimango profondamente deluso: devo ricredermi allora e ritenere che non sono
forti i Carcuro, abbastanza ancora, seppure da pagine web
quali http://www.basilicatapd.it/collegi/comune.asp?comune=Banzi http://www.basilicatapd.it/collegi/Palazzo.htm
si intuisca come ci sia tanta volontà di arrivare a
diventarlo. Vedendo
il numero dei candidati al coordinamento comunale ed all'assemblea
provinciale, nonché quello delle preferenze
espresse, mi pare di capire che pressoché tutti i banzesi hanno concorso
a fondare il Partito Democratico, con ciò aspirando evidentemente ad andare a rivestire cariche e posti (mi pare di individuare madri, figli e
nuore della stessa famiglia): prima che lo dicesse Veltroni, loro avevano
già capito che votarsi al PD potrà essere utile. Ovviamente
c'è chi, quanto a preferenze ricevute, continua a distinguersi per la sua
netta superiorità: è il caso di un mio ex vicino (colgo l'occasione per
fargli lo stesso gli auguri per il suo matrimonio celebrato due estati fa,
pur non avendone avuto allora la partecipazione). E
poi, che bella sorpresa, leggere che De
Mattia Francesco (com'è che non mettono i titoli nell'elenco?) è
candidato all'assemblea provinciale del PD con ben 268 preferenze:
probabilmente egli, contando sul fatto che il nuovo partito sia davvero
democratico, così come nel sessantotto veniva dato dai professori il sei
politico, quarant'anni dopo, col progresso che c'è stato, possa
finalmente essere concessa anche la laurea politica, anche se egli, com'è
noto, la potrebbe meritare honoris causa. Dopo
quanto sopra, ritengo a questo punto di poter rispondere con certezza alla
domanda in corsivo del catenaccio: non solo l'Italia, anche Banzi è
interamente dentro fino al collo. Ma,
prima di terminare, mi viene di fare un atto di resipiscenza: forse ha
ragione Mastella a sentirsi vittima di linciaggi, e che non abbia torto
neppure Calderoli a ritenere che il Partito Democratico sia la forza di
coloro che intendono farsi mantenere dagli altri. Allora,
quasi quasi, questa estate vado apposta a Banzi ad aprire una sezione
dell'UDEUR,
o, perlomeno, una del MPA di Lombardo: viva Clemente Mastella! Viva "Calderulùn!".
|