LA "PAGGIANATA" DI BERLUSCA Riportando una frase del Manzoni, per spiegare meglio il termine baggiano, il dizionario De Mauro scrive che "dar del baggiano a un milanese è come dar dell’illustrissimo a un cavaliere". Se lo avesse saputo Barack Obama, probabilmente in occasione della telefonata intercorsa l'altra sera (meglio tardi che mai) con il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, stante che questi è sia milanese che cavaliere, gli avrebbe detto: "Grazie, Silvio, per la bella baggianata sparata in occasione dell'incontro a Mosca col Presidente russo Dmitri Medvedev giovedì scorso". A me sembra, però, che nel "complimento carinoso" di Berlusconi ad Obama - "bello, giovane ed anche abbronzato" - si possa cogliere qualcosa in più della sola "baggianata", che cioè esso contenga, oltre che l'espressione del sentimento del baggiano, anche quella del paggio, sicché il termine più adeguato per definirlo mi sembra essere "paggianata". Non voglio aggiungere qua altro a quanto è stato abbondantemente osservato e scritto dai media per mettere in luce quale sia la statura (e la sua consistenza) del nostro Capo di Governo, che figura egli faccia fare all'Italia profferendo simili (nella migliore delle ipotesi) banali spiritosaggini in un momento solenne e storico per l'America ed il mondo intero, come quello della vittoria di Barack Obama, al quale ha offerto di dargli addirittura anche dei "consigli" (altra goffa ridicolaggine), come se non gli possano bastare quelli dei suoi consiglieri ma abbia bisogno di quelli paternalistici suoi. Voglio esprimere solo il disagio, frammisto a disgusto e timore, di sentirmi, con un Capo di Governo come quello che abbiamo, cittadino di un Paese a sovranità annacquata. In una pagina di questo sito avevo espresso al riguardo una certa preoccupazione, atteso che, con il Governo Berlusconi della scorsa edizione, in Italia è accaduto che uomini della Cia, il 17 febbraio del 2003, in pieno giorno a Milano, abbiano sequestrato un egiziano di 42 anni, Hassan Mustafa Osama Nasr, conosciuto anche come Abu Omar, che sarebbe stato poi trasferito nella base militare americana di Aviano, per essere interrogato e picchiato, prima di venire consegnato, la mattina del 18 febbraio, all'Egitto, dove sarebbe rimasto detenuto. Si può dire di tutto di più del defunto Craxi, ma non che egli non fosse un uomo di Stato che si facesse rispettare, ed infatti non abdicò alla sovranità nazionale nel caso della drammatica crisi di Sigonella, non si piegò al cow boy Ronald Reagan: fosse stato Berlusconi, si sarebbe prodigato a fargli da zerbino, facendosi sbattere sopra anche i tacchi degli stivali.
P.S. Per chi abbia voglia di farsi un'idea dell'accaduto, qui sotto può trovare un ampio resoconto della stampa. Inoltre, cosa veramente importante, mi piace riportare anche e soprattutto i discorsi fatti subito dopo la conoscenza dell'esito elettorale, da parte sia di McCain, che di Obama, i quali rimarranno alla storia per lo stile e la grande nobiltà del contenuto ... per noi italiani, però purtroppo, anche motivo di grande tristezza, non appena il pensiero va invece ai governanti che (non) ci meritiamo, non solo per questione di stile.
Discorso di McCain dopo sconfitta elezioni americane Discorso di Obama dopo vittoria elezioni americane L'immagine peggiore I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell'evento storico dell'altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L'unica sorpresa è la tempistica. Ad appena ventiquattr'ore dall'elezione il premier se n'è uscito con la storia di Obama "abbronzato". Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo. Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto. Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l'ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l'ho detto ma non avete capito. Stavolta ha usato questa. "Abbronzato era un complimento, una carineria" ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. "E se non lo capite, allora andate a fare...". Sommando così carineria a carineria. S'intende che "andare a fare" è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l'invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall'alto verso il basso. Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. L'avvento del figlio di un africano alla Casa Bianca sta spingendo miliardi di persone, pur nel mezzo di una crisi spaventosa, a interrogarsi sui valori profondi della democrazia, la più straordinaria conquista dell'umanità, in fondo a un cammino secolare di sangue e intolleranza. E il contributo dell'Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è? Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell'assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse. Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato "sarà contento Bin Laden". Ci voleva pure lo strazio supplementare della "battuta" di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte. Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo. C'era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l'Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d'immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell'ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell'ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l'occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d'immigrazione. A cominciare dal presidente del Consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l'assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l'uomo più ricco d'Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli. È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto "buoni consigli". Incrociamo le dita perché non avvenga, nell'interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: "Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare". Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale. Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: "Il popolo ha scelto. Ho avuto l'onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica". Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano? (7 novembre 2008) Berlusconi sotto tiro per la “battuta” su Obama Pubblicato Giovedì 6 Novembre 2008 in USA Ancora una volta, il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi l’ha combinata grossa. Giovedí, durante l’incontro a Mosca con il Presidente russo Dmitri
Medvedev, Berlusconi ha dichiarato che il futuro Presidente Barack Obama
“ha tutte le qualità per andare d’accordo con voi: è giovane, bello
e abbronzato, quindi credo si possa sviluppare un buon rapporto di
collaborazione”. Walter Veltroni, leader dell’opposizione di centro-sinistra, ha dichiarato, come riporta il “Corriere della Sera”, che le affermazioni del signor Berlusconi “danneggiano gravemente l’immagine e la dignità del nostro paese sulla scena internazionale”. Veltroni - che è stato battezzato “Obama italiano”, eccetto che per la sconfitta alle elezioni - ha aggiunto che tali “battute da cabaret” hanno dimostrato “mancanza di rispetto”, inaccettabile per un uomo di stato. Veltroni ha invitato il signor Berlusconi “a rivolgere scuse
ufficiali”. Corriere della Sera Il premier lasciando la conferenza stampa di Bruxelles:
«Non c'è senso del ridicolo»
«PER FAVORE, PER FAVORE... » - Alle domande incalzanti del giornalista americano («Presidente si rende conto che il suo commento su Obama è offensivo negli Stati Uniti? Perché non chiede semplicemente scusa?) il presidente del Consiglio ha prima replicato con una certa calma: «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri...». Quindi ha aggiunto alzandosi e lasciando la sala: «Ma per favore, per favore chiedi scusa tu all'Italia...non c'è il senso del ridicolo». Berlusconi si è poi allontanato per fare rientro in Italia. «NESSUNA PROTESTA FORMALE» - «Uno statista non fa così». È stato il commento di Steve Scherer. «Ho deciso di rispondere alle domande dei colleghi giornalisti perché sono stato chiamato imbecille e "messo in mezzo" a questa storia, ma non intendo presentare proteste formali», ha spiegato il reporter americano ad alcuni cronisti nella sala stampa del Consiglio europeo. «Quando Berlusconi dice una cosa, io la riporto, e in questo caso non c’è una questione politica ma semplicemente di cortesia. Bisognerebbe capire che i tempi cambiano: Berlusconi ha 72 anni e non ha ancora capito - ha osservato Scherer - che cosa ha significato l’elezione di Obama negli Stati Uniti». Aver «fatto incazzare» Berlusconi, ha detto ancora il cronista della Bloomberg, «per me è un onore: negli Stati Uniti il giornalismo è critica del potere, o meglio dell’abuso del potere. Il fatto che Berlusconi si sia alterato vuol dire che io, come giornalista, ho fatto il mio lavoro». Il premier italiano, ha osservato ancora Scherer, «ha parlato male, ha fatto una battuta delle sue, e non ha chiesto scusa; io ho cercato solo di dargli la possibilità di spiegarsi, e lui invece ha insistito». E a chi gli chiedeva se si sentisse intimidito dalla reazione del premier, il giornalista americano ha risposto: «No, non mi sento in pericolo». «IMBECILLI» - In mattinata, il premier italiano era tornato sulle parole pronunciate giovedì su Obama. «Li conoscevamo già ma non pensavamo fossero così tanto imbecilli» ha detto il premier (lasciando Mosca e diretto a Bruxelles) rispondendo ai cronisti italiani che gli chiedevano il suo stato d'animo dopo la lettura dei giornali e le tante critiche piovutegli addosso. «È stata una battuta di carineria e anche spiritosa» ha ribadito il Cavaliere circa le frasi su Obama. «Tutta la sinistra ne è affascinata, è il messia» ha poi aggiunto Berlusconi, auspicando che per il prossimo presidente degli Stati Uniti non diventi poi troppo pesante avere tutta questa attenzione addosso. 07 novembre 2008 7/11/2008 (23:0) - LA POLEMICA Il presidente americano al premier: "Rapporti di amicizia e
collaborazione" La telefonata, secondo una nota di Palazzo Chigi, è stata «lunga e molto cordiale. Nel colloquio è stato confermato lo stretto rapporto di amicizia e collaborazione fra i due Paesi anche in vista dell’imminente Presidenza italiana del G8». Obama ha chiamato Berlusconi al termine della sua prima conferenza stampa a Chicago. Continuano intanto le polemiche sulla battuta del premier italiano. Il presidente del Consiglio ha insistito: altro che gaffe, quell’Obama «abbronzato» era «un complimento». E al cronista di Bloomberg che gli domanda se non sia invece il caso di chiedere scusa, tocca l’intimazione a farlo nei confronti dell’Italia e l’iscrizione «nella lista che dicevo ieri», nel concitato finale della conferenza stampa a Bruxelles per il Consiglio europeo. Il presidente del Consiglio, che ieri aveva dedicato una «laurea del coglione» ai propri detrattori, torna oggi sulle polemiche e rilancia, prima alla partenza da Mosca e poi, appunto, a Bruxelles. «Pensavamo che ci fossero tanti imbecilli in circolazione, quello che non immaginavamo - osserva - è che fossero così imbecilli da autodichiararsi, autocertificarsi pubblicamente. Lo hanno fatto. Li conoscevamo già, ma non li pensavo così tanto imbecilli». Parole che certo non possono non scatenare una durissima reazione del Pd: «Chiediamo ai presidenti delle Camere, ai ministri e agli esponenti del governo di dire parole di dissociazione. Facciano sentire la loro voce per dire che sono sbagliati questi toni, gli insulti e il turpiloquio». «Pensiamo alla campagna elettorale del ’48: fu uno scontro molto duro ma non credo proprio che Togliatti abbia mai pensato di dire imbecille o coglione a De Gasperi», è sempre Dario Franceschini ad affermarlo. «Gli insulti - scandisce il numero due Pd - sono inaccettabili e bisogna dirlo per evitare che scivolino via nella velocità dell’informazione. C’è il rischio dell’assuefazione». «Ma ve lo immaginate Sarkozy che dà del coglione a Segolene Royale? O Gordon Brown a David Cameron?. Non è normale», è l’accusa del vicesegretario Pd. Berlusconi rincara: «L’opposizione non ha proprio niente da fare. E non si rassegnano. Hanno perso le elezioni, ci lascino governare. Non deve stare continuamente in campagna elettorale perchè così facendo dimostra di non avere a cuore l’interesse del Paese. Mi hanno detto che stanno agitando il caso di una telefonata di Barack Obama: è una cosa ridicola». Altra benzina sul fuoco arriva dalla polemica sui manifesti che il Pd ha dedicato alla frase di Maurizio Gasparri sulla "contentezza" di Al Qaeda dopo l’elezione di Obama alla Casa Bianca. Il reggente di AN, Ignazio La Russa, ricorda che «siamo tutti abituati ad un confronto a volte aspro ma questa volta si è passato il segno, quasi come una forma di istigazione alla violenza additando Gasparri come un nemico da colpire». La questione anima un accesissimo scambio di accuse e controaccuse tra Pd e Pdl, già impegnati in un’altrettanto fitta serie di dichiarazioni per il caso Obama, nelle quali vengono chiamati in causa «nazisti», «brigatisti», «turpiloquio», e reciproci inviti a tornare al senso della realtà. Bruxelles | 7 novembre 2008 "Mi hanno detto che stanno agitando il caso di una telefonata di Barack Obama: e' una cosa ridicola. Qualcuno mi ha definito come l'americano con la K, il miglior amico degli Usa, e adesso mi imputano di non aver telefonato ad Obama. Che si decidano...". Cosi' il premier Silvio Berlusconi ha risposto oggi ai giornalisti che gli chiedevano se era stato chiamato dall neopresidente degli Stati Uniti, Barack Obama che avrebbe telefonato a tutti i Grandi tranne che a lui. Quella su Barack Obama "e' stata una battuta di carineria,
assolutamente spiritosa. Potevo dire anche che era alto, ma non l'ho detto
perche' sia Vladimir Putin che Medvedev non sono altissimi... sono alti
come me. Se no avrei detto, e' giovane, e' alto, e' bello ed e' anche
abbronzato". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al
termine del vertice Ue a Polemica con giornalista Usa Scherer, corrispondente da Roma che segue regolarmente il premier, ha ricordato il significato per gli Stati Uniti dell'elezione del primo presidente afro-americano, come superamento delle divisioni razziali del paese. "Ho fatto la domanda - ha spiegato ai colleghi italiani - perche' le sue affermazioni hanno offeso tutti gli americani". Il giornalista aveva chiesto a Berlusconi se non intendesse scusarsi a Washington con gli Usa per le sue parole sul presidente eletto. "Ma chiedi scusa tu - ha replicato Berlusconi a Scherer - non c'e' piu' il senso del ridicolo". E ha aggiunto: "vedo che ti sei messo anche tu nella lista che definito ieri" (quella degli imbecilli). Scherer ha comunque escluso di voler fare alcun passo formale, o di voler avanzare una vera e propria protesta. "No comment" dello staff di Obama Avvicinati dall'Ansa a Chicago, al termine della conferenza stampa di Obama, lo stratega della campagna David Axelrod e il portavoce del presidente eletto, Robert Gibbs, hanno preferito non rispondere a domande sulle dichiarazioni di Berlusconi. "E' il presidente eletto che parla in questa fase, lascio parlare lui", ha detto Axelrod. "In Italia non ci sono mai stato, ma in televisione sembra bella", ha detto sorridendo Gibbs, evitando altri commenti. Telefonata Berlusconi Obama Il Pd "non ha nulla da fare" "Si rassegnino, ci lascino governare, non siamo continuamente in campagna elettorale", ha concluso Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda la crisi finanziaria Berlusconi ha riferito che
c'e' "preoccupazione che si respira da parte di tutti"
ricordando che dopo l'intervento a favore dell'Ungheria l'Ue ha deciso di
aumentare i fondi per i Paesi in difficolta' da 12 a 25 miliardi di euro.
Tuttavia il presidente http://vistidalontano.blogosfere.it/2008/11/obama-vince-e-berlusconi-offre-i-suoi-consigli.html La notizia della giornata è sicuramente la larga vittoria di Barack Obama nelle elezioni presidenziali e Silvio Berlusconi conclude la lunga navigazione che si è svolta parallelamente ai sondaggi elettorali dallo "statista con un posto nella storia", George W Bush, a Barack Obama. Oltre alle dichiarazioni di circostanza, il Presidente del Consiglio e il suo portavoce Bonaiuti (a proposito il numero di portavoci di questa maggioranza è quanto meno da caso di studio) si sono lasciati andare ad offerte di consiglio e collaborazione che sono state riprese dai media stranieri con un pizzico di ironia. Le agenzie, come la tedesca DPA, rilanciavano ad inizio mattina le dichiarazione radiofoniche di Bonaiuti: "L'Italia continuerà l'amicizia con gli Stati Uniti e favorirà le relazioni con la Russia ". "Berlusconi, un amico personale del presidente uscente George W Bush, del quale supportò l'intervento militare in Iraq, non avrà problemi nell'adattarsi al nuovo presidente Democratico" rilancia la DPA sulle dichiarazioni del portavoce che ha aggiunto "Berlusconi può giocare un ruolo chiave nelle relazioni future di Obama con l'Europe". C'è un piccolo fondo di ironia nel titolo della versione online del britannico Daily Telegraph: "Silvio Berlusconi offre i suoi 'consigli ' a Obama" con la parola consigli virgolettata a mò di ammiccamento. Nel riportare le reazioni da Roma, il Telegraph sottolinea come "Berlusconi abbia dichiarato che quando incontrerà il nuovo presidente potrà dargli alcuni consigli alla luce della sua età e della sua esperienza". Resta da stendere un velo sulle dichiarazioni di Maurizio Gasparri anche queste riprese dal Telegraph: "con Obama alla Casa Bianca, Osama sarà più felice". Nulla sfugge alla lente della stampa estera. "Gli stranieri trovano difficile da comprendere il successo di Berlusconi ma (in Italia) è amato per due ragioni" è la conclusione alla quale giunge Malcolm Moore, corrispondente in Italia per il quotidiano inglese Daily Telegraph. "Innanzitutto è un infaticabile showman, non riesce a resistere alla battuta di spirito": il giornalista inglese fa alcuni esempi e si domanda "riuscite ad immaginare un altro leader europeo comportarsi nello stesso modo?". "Il suo secondo talento è la capacità di fare promesse sull'orlo della credibilità. Decenni alla guida del maggiore network televisivo italiano gli hanno insegnato a vendere sogni". "Abbatterà le tasse e darà nuovo vigore alle opere pubbliche, un figlio aiuterà il salvataggio di Alitalia e l'altro è apparentemente disponibile al matrimonio per salvare giovani dal precariato. Elargirà 1000 euro per ogni neonato, libri gratis per i poveri, prestiti per le imprenditrici e case economiche per le masse". Di fronte a questa pioggia di promesse, il Daily Telegraph osserva come "Veltroni stia battendosi per rispondere": la sua campagna elettorale "è stata di basso profilo" scommettendo sul fatto che "gli italiani siano stanchi del circo della politica e che cerchino un serio rappresentante del cambiamento. La mossa ha convinto molti ma la sua campagna non ha mai raggiunto lo slancio vincente". Il meglio che il leader del Partito Democratico possa sperare è "lo stallo, una possibilità plausibile a causa del rifiuto di Berlusconi di cambiare la legge elettorale". "Per molti italiani sarebbe piacevole vedere la storia ripetersi lasciando Berlusconi come chiaro vincitore ma senza il potere per governare, come avvenne a Romano Prodi due anni fa. Sarebbe la giusta beffa per chiudere la sua carriera come il politico più ridicolo dei tempi moderni". http://vistidalontano.blogosfere.it/2008/11/accade-spesso-che-il-presidente.html Accade spesso che il Presidente del Consiglio cada nella trappola del cabarettista di Zelig che lo chiude nel camerino e prende il suo posto nelle conferenze stampa interpretando un copione dal pessimo livello della TV di questi giorni; è successo anche ieri a Mosca quando il cabarettista ha descitto Barack Obama come "bello, giovane e pure abbronzato" (video). E se a chi lo ha criticato in Italia, il cabarettista di cui sopra si può permettere di rispondere "se entrano in campo gli imbecilli siamo fregati", lo stesso non può fare con la stampa straniera che all'unanimità ha reagito alla pessima battuta di spirito. Orientalia4all , tempestivamente, ha parlato questa mattina di alcune reazioni: The Caucus, il blog politico del New York Times commenta "il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi l'ha fatto di nuovo" mentre il quotidiano britannico The Guardian sottolinea la singolarità di due messaggi di omaggio di ieri, quello di Mahmoud Ahmadinejade e quello del nostro cabarettista. International Herald Tribune definisce il nostro cabarettista come "famoso per essere inopportuno" e "con una pessima reputazione per le sue battute di cattivo gusto" e il quotidiano britannico The Times che titola "Berlusconi in una polemica razzista per l'Obama abbronzato" ricorda come il Presidente del Consiglio "sfoggi una perenne abbronzatura e si sia sottoposto ad interventi di chirurgia plastica per sembrare più giovane". "La scivolata di Berlusconi su Obama fa il giro del mondo " è il titolo di Le Figaro mentre Le Monde rileva come "Berlusconi abbia impiegato molte ore a congratularsi con Obama ma poco più di una giornata a farlo oggetto di una delle sue battute di cattivo gusto".
1 - Il premier: "c'è qualcuno che ha obiettato su Obama «abbronzato»? Uno può sempre prendere la laurea del coglione quando vuole" Corriere.it - «Certo che sono ancora di buon umore», ha risposto il premier a proposito di quanto ha letto sui giornali italiani. «Pensavamo ci fossero tanti imbecilli in circolazione», ha aggiunto il presidente del Consiglio «quello che non immaginavamo è che fossero così imbecilli da autodichiararsi pubblicamente. Lo hanno fatto, li conoscevamo già, ma non pensavamno che fossero così tanto imbecilli». Più tardi, Berlusconi è tornato sulle sue dichiarazioni: «Veramente c'è qualcuno che pensa che non sia stata una carineria?». «Se scendono in campo gli imbecilli - ha aggiunto - siamo fregati. Dio ci salvi dagli imbecilli. Come si fa a prendere un grande complimento come una cosa negativa? Ma che vadano a...». Anche il ministro Roberto Calderoli (che nel 2006, durante la trasmissione "Matrix", definì «signora abbronzata» la giornalista Rula Jebreal) difende il premier: « È stata una battuta, detta lì per scherzo. Non avrà alcune conseguenza. Tra l'altro, a Obama abbronzato io preferisco la Rula!». Ancor più duro il commento filtrato a tarda serata: «Perché c'è qualcuno che ha obiettato? Uno può sempre prendere la laurea del coglione quando vuole. Se uno vuole prendere una laurea pubblica ogni occasione è buona. Io - ha concluso il premier - mi sono veramente rotto e dico quello che penso». 2 - IL "NEGRO" DI FORATINI FA INCAZZARE "LA
NAZIONE" 3 - IL CAZZARO DI ARCORE Convinto che grazie a lui l'Italia sia «il Paese più simpatico del
mondo», Silvio Berlusconi si è lanciato ieri (ndr 6.11.2008) in
una delle battute che lo fanno ridere assai. E nella scia dell'astuta
diplomazia internazionale di due ministri come Umberto Bossi e Roberto
Calderoli che da anni chiamano i neri «bingo bongo», ha ieri salutato
Barack Obama come uno «che è anche bello, giovane e abbronzato». Fatti i conti col contesto internazionale, è probabile che Obama farà spallucce: boh, stupidaggini all'italiana. Da prendere così, come le barzellette da rappresentanti di aspirapolvere sui lager, i malati di Aids, i froci... L'importante è non prendere sul serio chi le racconta. Esattamente quello che hanno fatto, in questi anni, molti dei protagonisti della scena mondiale. Spesso spiazzati dalle sortite di un uomo che secondo Giuliano Ferrara è «un'opera pop». Nessuno è mai stato stato così contento di se stesso e così spesso «incompreso» sulla scena mondiale. Basti ricordare quando disse al parlamento europeo che avrebbe proposto a un amico che girava un film sui lager nazisti di dare al socialista Martin Schulz la parte del kapò. Gelo in aula. Interrotto dopo lo stupore da urla d'indignazione. E lui: «Era solo una battuta per cui è scoppiato a ridere l'intero Parlamento. Un'osservazione di venti secondi poiché volevo allentare l'atmosfera... La vicenda è stata enormemente gonfiata dalla sinistra». In realtà, spiegò, «in Italia tengono banco da decenni storielle sull'Olocausto. Gli italiani sanno scherzare sulle tragedie per superarle...». E a quel punto si incazzarono ancora di più gli ebrei. Che difficile, farsi capire... Non lo capirono i ministri degli Esteri europei quando a una riunione a Caceres fece le corna a un collega durante la foto ufficiale: «Volevo far ridere un simpatico gruppo di giovani boy-scout». Non lo capirono i giornalisti russi il giorno che, già ustionati dal numero di cronisti assassinati a Mosca, restarono basiti per il modo in cui reagì alla domanda di una giovane reporter che aveva osato chiedere a Putin se avesse una relazione con una gentile signorina: fece finta di imbracciare un mitra e di dare una sventagliata. Non lo capì il danese Rasmussen quando spiegò che «è anche il primo ministro più bello d'Europa... Penso di presentarlo a mia moglie, perché è molto più bello di Cacciari... Secondo quello che si dice in giro... Povera donna». E poi non lo capì il giornalista del Times: «Nel bel mezzo del discorso di Chirac in Canada, Berlusconi si è alzato e ha cominciato a distribuire orologi agli altri leader, con un delizioso sprezzo politico». Non lo capirono i palestinesi quando ammiccò: «Arafat mi ha chiesto di dargli una tivù per la striscia di Gaza, gli manderò "Striscia la notizia"». E non lo capì il cronista del giornale russo Kommersant durante la visita di Berlusconi e Putin allo stabilimento Merloni di Lipetsk: «Il premier italiano era particolarmente attivo ed era chiaro che aveva un obiettivo: non sarebbe stato contento se non fosse riuscito ad avvicinarsi ad un gruppo di operaie. Poi rivolto a Putin: "Voglio baciare la lavoratrice più brava e
più bella". Aveva già individuato la sua vittima. Si è avvicinato
a una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il gesto
tipico dei teppisti negli androni bui dei cortili, quando importunano una
ragazza che rincasa. Lei s'è scansata ma il signor Berlusconi in passato
deve aver fatto esperienza con donne anche più rapide di questa: con due
salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a baciarla in
faccia». Mi domando come si possa fare una "cavolata" del genere a livello mondiale. La frase detta da Berlusconi: "Obama ha tutto: è bello, alto e abbronzato" ha praticamente fatto il giro del mondo riportata su tutti i principali quotidiani del mondo. Chiaro.....tutti i quotidiani del mondo sono di Sinistra!!! Quella che Berlusconi spaccia come una semplice "battuta umoristica" è stata sonoramente criticata a livello mondiale. Berlusconi pensa che può fare a livello internazionale, quello che fa comunemente in Italia: il Giullare. La cosa assurda è che si è meravigilato di queste reazioni: "Veramente c'è qualcuno che pensa che non sia stata una carineria? Se scendono in campo gli imbecilli siamo fregati. Dio ci salvi dagli imbecilli. Vadano tutti a .....". Praticamente ha dato degli imbecilli a mezzo mondo. Ma voi vi immaginate al prossimo G8 se Obama si presentasse: "Salve io sono quello abbronzato, lei invece mi sembra la chiamino...nano!" Mentre in America si elegge un uomo di colore, un evento epocale, l'Italia finisce sulle prime pagine dei giornali per le "cavolate" che dice il nostro Presidente del Consiglio. Personalmente non mi sento rappresentato, specie a livello mondiale, da
questo personaggio. |
08 novembre 2008