LA VITA NON
L'ALLUNGA SOLO UNA
TELEFONATA
Mercoledì 6 giugno, come forse altri italiani, ho trepidato
anch'io per le sorti del Governo Prodi. Infatti, alla sera, appena
rincasato, mi sono impalato davanti alla tivù ad assistere agli
interventi, anzi invettive ed insulti, dei senatori di centro-destra
rivolti all'indirizzo del ministro Tommaso Padoa Schioppa il quale, per
non apparire come infilzato sulla croce, simulava tranquillità,
fingendosi ora impegnato ad armeggiare con la borsa, da cui estraeva in
continuazione fascicoli, ora prendendo appunti; talvolta abbassava la
testa, oppure sorrideva ed allora l'ex ministro della giustizia Roberto
Castelli lo svillaneggiava sarcasticamente: "ride!".
I senatori della "Casa delle Libertà" mostravano
tutti di sentirsi scandalizzati del fatto che il generale della Guardia di
Finanza Roberto Speciale fosse stato destituito dall'incarico e che gli
fosse stato offerto di andare a far parte della Corte dei Conti quale
consigliere, come se nella loro "Casa" fossero tutti casti e
puri.
I politici, si sa, hanno il primato su tutto e tutti, e se
non vai loro a genio, il coltello dalla parte del manico ce l'hanno loro.
La separazione tra potere politico e quello amministrativo-tecnico-burocratico ha i confini
molto evanescenti, e comunque i politici riescono sempre ad allungare le
mani oltre il confine di propria appartenenza. Per esempio, nei comuni i politici non possono far parte delle
commissioni giudicatrici, però ne nominano i componenti, e se ti
prescrivono certe cose, e le disattendi, è finita.
Quindi la professione di scandalo per Speciale da parte dei
senatori della "Casa delle Libertà" è stata tutta una
sceneggiata per vedere se riusciva la spallata a Prodi.Quanto
all'apparente contraddizione tra la destituzione da generale e l'offerta della carica
di consigliere della Corte dei Conti a Speciale, osservo: ma quando Storace è
stato destituito dall'elettorato laziale dalla carica di presidente della
regione, nel senso che è stato battuto da Piero Marrazzo, come mai gli è
stato offerto di fare il ministro della sanità?
Per equanimità, tuttavia, debbo dire che la stessa cosa è
successa anche per Bruno Ferrante il quale, "trombato" da Letizia Moratti
(durante la campagna elettorale ostentava la sicurezza di essere lui a
"trombarla") nella competizione per la carica a sindaco di Milano, viene nominato il 19
gennaio 2007 - un po' a titolo di promozione-consolazione - "Alto
Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle
altre forme di illecito nella pubblica amministrazione".
E poi, è fresca del 23 maggio scorso, la sentenza della
Corte Costituzionale n. 171, con la quale è stata dichiarata
l'illegittimità costituzionale di una disposizione contenuta nel
decreto-legge 29 marzo 2004, n. 80, con la quale, subdolamente,
aggiungendo all’art. 58, comma 1, lettera b), del d.lgs. n. 267 del 2000
le parole «primo comma», che comportavano l'esclusione dalle cause
d'ineleggibilità alla carica di sindaco del peculato d'uso, si consentiva
a quello di Messina - guarda caso condannato proprio per peculato d'uso -
di non essere dichiarato decaduto.
Comunque, per quanto il Governo Prodi sia un'armata
Brancaleone, sarebbe stato sicuramente un "guaio" la sua
caduta, oggettivamente per tutti gli italiani, perché la cosa più
perniciosa per il Paese è l'instabilità politica. Quale sarebbe stata poi
l'alternativa? Ce la siamo già dimenticata?
L'intervento che ho apprezzato di più è stato però quello
del senatore Cesare Salvi, di Sinistra Democratica, collimante
perfettamente con ciò che penso io, per quanto attiene la necessità di
alleggerire l'apparato della politica ed i suoi costi spropositatamente
inutili. Gli apparati continuano infatti a proliferare con progressione
geometrica, con l'istituzione di Autorità, Garanti,
Osservatori, Comitati, Alti Commissari.
Si pensi che è stato costituita perfino una
"Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione"
- decreto presidente Consiglio ministri del 12 settembre 2006, G.U. n.
23 del 29.01.2007 -, articolato in aree operative, comitato scientifico,
tavolo permanente, gruppi, segreteria tecnica, ecc. A che serve realmente
e quanto costa quest'altro apparato?
Il 27-28 maggio scorsi, oltre alle elezioni amministrative a
Druogno, dove è stato rieletto Giovanni Francini col 72% di voti, ci sono state
le elezioni anche in provincia di Varese e nella città dove abito. Ebbene
lo dichiaro: mi annovero tra coloro che non sono andati a votare. Anche
nel comune dove vivo è stato rieletto lo stesso sindaco. Nel 2004 gli
avevo manifestato il mio interesse per la nomina a segretario. Non mi ha
degnato neppure di due righe, almeno una, di ringraziamento.
A fine anno 2006 però egli è salito sul palco in piazza per
augurare buon anno a tutti i suoi cittadini. Me lo sono ritrovato poi
casualmente a fianco ed allora gliene ho detto quattro. Sapete cosa mi ha
risposto? Che lui non ne sapeva niente, perché il segretario non lo
sceglieva mica lui! Ma come! Ho controbattuto esclamando. Poi ho
riflettuto un attimo ed ho ritenuto più che verosimile ciò. In effetti
in tanti comuni il segretario se lo scelgono i dipendenti. Anche a Banzi
il segretario sarà stato scelto dai dipendenti, in particolare da un
"ex dipendente".
Ma poi sono salito anch'io sul palco, invitato dal presentatore e,
sotto lo sguardo attento di mia moglie, mi sono fatto una "bachata"
con una ballerina che sembrava Natalia Titova... buttandomi alle spalle
nel macero dell'oblio il ricordo della faccia di quel "primo
cittadino" incontrato qualche attimo precedente, e le diverse altre
di "primi cittadini" incontrati qua e là che, se è vero ciò
che scrive l'Apostolo Matteo nel suo Vangelo, diventeranno prima o poi
tutti ultimi.
Voglio ritornare
però ancora alla sera del 6 giugno, dalla quale sono divagato alquanto,
per dire che, rimasto sollevato dall'esito della votazione del Senato, che
ha scongiurato la caduta del Governo Prodi, ho visto l'incipit di "Ballaro'",
e la copertina esilarante di Maurizio Crozza, nel corso della quale è
apparso Ignazio La Russa. Anche con il comico, come per Salvi, mi sono
ritrovato d'accordo.
La faccia di La Russa mi ha riportato alla mente la mia
pagina "Una telefonata
allunga la vita" scritta qualche tempo fa. Il giorno dopo sono
andato a rileggerla, ritrovandovi in essa una certa sintonia con le
battute di Crozza sul senatore camerata di Fini.
Ma nella mattinata il postino ha consegnato in comune a
Druogno un pacco a me indirizzato. Dentro vi era contenuto un libro:
"Il Bello delle parole" - "Antologia per la
Secondaria di 1° grado". A pagina 577 e seguenti vi ho trovato
scritto il mio racconto "Così arrivò la televisione". Mi sono
riletto pure questo.
Mi è venuto da riflettere allora che la vita non la allunga
solo una telefonata, ma anche una poesia, un racconto. Infatti, la
gratificazione provata nel leggermi nell'antologia, sicuramente mi
produrrà l'effetto di prolungarmi la vita di almeno un giorno. Ma quel
racconto ha allungato la vita anche a qualche altra persona, nel senso che
le riporta in vita dall'oblio: chi dovesse leggere quelle pagine, infatti,
se è di Banzi ed ha una certa età, per un attimo si ricorderà di Luigi
Tafaro, di "Maria La Bomba", e se il lettore non sarà di Banzi,
immaginerà esattamente come essi erano. Poi sono orgoglioso che sia stata
inserita nella mia pagina una foto di Totò, consentendo, il mio scritto,
anche a lui di prolungarne il ricordo qualche attimo in più.
E' questo l'effetto de "Il bello delle parole".
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