E LA CARNE RITORNO' A FARSI VERBO ...
anzi ver-bis ed andò ad abitare a Banzi
Parola del Signore! All'origine Egli era solo Verbo, poi si fece carne (fu la prima metamorfosi della storia) e venne ad abitare in mezzo a noi. Ma Archimede trovò che ad ogni azione corrispondesse una reazione uguale e contraria, sicché - coerentemente anche con la scoperta del Lavoisier, secondo cui nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma - era inevitabile accadesse, prima o poi, che la legge divina soccombesse di fronte a quella naturale e che, quindi, la carne ritornasse ancora a farsi verbo. Tuttavia, se l'evento era in re ipsa, o, se più si preferisce, nell'aria, quindi atteso, non era affatto scontato che la dimostrazione dell'enunciato di Archimede, nonché della terza legge di dinamica di Newton, avvenisse proprio a Banzi, per opera di Nicola Vertone. Ed invece sì. Allora ego nuntio vobis, urbi et orbi, gaudium magnum, che a Banzi si è verificato l'atteso evento della trasmutazione: la carne è ritornata a farsi verbo, anzi Ver-bis. Non voglio spacciarmi qui per profeta, ma la profezia era facilmente profetizzabile, ed io l'avevo profetizzata, perché a Nicola Vertone di verba (cioè parole: verbi veri e propri, sostantivi, aggettivi, predicati, verbali e nominali, complementi e complimenti, ecc,) non è affatto carente, come ho potuto verificare sia di persona (de visu e de orecchie), sia immaginare, in occasione dei disparati eventi in cui egli fa discorsi e rivolge indirizzi di saluto. Poi, aggiunta, alla sua innata verbosità, la fotoigienicità da book, la facoltà di raddoppio facile facile, era proprio impossibile che non reiterasse il suo mandato da sindaco, e che quindi Banzi non avesse il ver-bis (acronimo di Vertoni bis) con gran sollievo, tra gli altri, oltre che mio, anche del maresciallo, che vede così scongiurato il pericolo di una tensione ad alto rischio esplosivo, che si sarebbe potuta creare, ove la mia profezia si fosse rivelata sbagliata. E così Vertone, tra sei giorni, per la sesta volta consecutiva, potrà trionfare con la sua fascia tricolore dietro il Santo Patrono Martire di Banzi. Ma si sentirà in debito, due giorni prima, di andare dietro anche al collega di Vito, bisbigliandogli con simulata modestia "troppa grazia Sant'Antonio", al che il taumaturgo si spazientirà e, "con reazione uguale e contraria", gli risponderà: "ma credi che io abbia tempo e voglia di sentirti e dedicarmi a te"? E' già tanto che abbia concesso al mio piccolo omonimo Tonino di cagarti ancora di parole! Ma Tonino lo fa più che volentieri, perché egli vuole ricambiare alla stessa maniera (cioè con le parole ... solo con esse perché purtroppo egli è lontano, altrimenti una pacca sulla spalla, solo una e lieve, il rinnovato sindaco l'avrebbe avuta anche da lui) l'amicizia che Nicola sente nei suoi confronti. Mi raccomando però sindaco, non costringere Tonino a fare le veci del Santo suo Omonimo, egli ti prega di non mettere il suo ritratto, a mo di immagine sacra, in una cornice e di non appenderla in compagnia con quella di Napolitano, perché non puoi più sperare che tra cinque anni Tonino si possa occupare ancora di te: non in re ipsa, ma ope legis, egli dovrà rivolgere la sua attenzione "letteraria" necessariamente ad altri, caso mai ancora a qualcuno nel frattempo riabilitatosi. Perché diciamolo francamente, per gli altri due aspiranti sindaci di questa tornata elettorale è stata una debacle netta, più che netta, clamorosa: la somma dei voti ottenuti dai due risulta essere addirittura inferiore a quelli ottenuti nel 2004 dal baffuto da solo. Poi, infamia dell'infamia, non è stato eletto neppure Rocco Carcuro! Speriamo che quest'onta non debba essere lavata col sangue. Ma, se ciò fosse deciso debba avvenire ineluttabilmente, sono disposto a partire subito per arruolarmi anch'io nel plotone incaricato della spedizione punitiva, perché, essendo pure io un Carcuro, l'onta ha lambito, ovviamente, anche me. Qualcuno potrebbe togliermi però una curiosità: Rocco è quello tutto fratelli o quello tutto sorelle? Comunque, intanto non posso esimermi dal complimentarmi col vincitore delle elezioni: "congratulazzioni" Nicola, te le meriti proprio!
La tua elezione quest'anno non me l'ha comunicata nessuno, l'ho appresa dal sito del ministero dell'Interno. Ma si è trattato solo di una conferma ufficiale perché, come dicevo, la davo per scontata. Ad abundantiam poi mi era già giunto comunque un segnale. Infatti, lunedì tardo pomeriggio mi sono visto schizzare qualcosa sulla mia camicia bianca. Osservo il cielo, ma non vedo nessuna rondine in volo, né alcun'altra specie di uccello. Esamino allora attentamente lo schizzo e noto che era di colore verde, di una tonalità però mai vista prima: la persona che mi stava vicino in quel momento mi dice assomigliare ad un verdone denso. Allora intuisco che lo schizzo non poteva essere che di color "vertone", della sua felicità, per aver fatto il bis di sé, essere riuscito a clonarsi da solo: la felicità era talmente incontenibile che non gli sono bastati tutti i pori per sprizzarla, facendo esplodere addirittura il suo neo, che ha proiettato così fino a me un suo schizzo. Ieri una dipendente di uno dei miei cinque comuni (a cui non sfugge nulla di ciò che scrivo in questo sito), mentre eravamo a telefono per sentire come stessero andando le operazioni elettorali, mi dice di aver letto ed apprezzato molto l'ultima mia pagina dedicata al mio collega Santo. Lei mi dice infatti di aver letto la pagina "Santo in paradiso", trovandola bella e commovente. Ma io le faccio notare che il titolo non era "Santo in paradiso", bensì "Santo nell'alto dei cieli". In realtà lei aveva confuso un segretario con un sindaco: era questi che in quel momento si sentiva in paradiso, ed era Nicola Vertone che, tripudiante beato in piazza sotto la luce radiosa del caldo sole, a chi gli chiedeva come si sentisse per la strepitosa vittoria ottenuta, rispondeva: "oggi è l'otto giugno, non è ancora estate e mi sento in paradiso, l'inverno può attendere".
A differenza di me, per vivere da presso l'emozione dell'elezione del sindaco del nostro comune paese natale, il mio omonimo collega web master era andato a Banzi e si trovava anche lui a tripudiare insieme agli altri tifosi di Vertone. Ad un certo punto gli è venuto un lampo di pensiero e, percependo anch'egli che la carne era ritornata a farsi verbo, andando costì ad abitare, in contemporanea col neo di Vertone, schizzò anch'egli via come una scheggia, per andare ad aggiornare così il suo sito:
Banzi, paese della "Fons Bandusiae" di Quinto Orazio Flacco "Città culla del Diritto" "Terra Santa ove la Carne ritornò a farsi Verbo"
Per prudenza il maresciallo, proprio come avvenne in altra occasione, temendo che Juccio potesse avere intenzione di compiere qualche malefatta, gli si è gettato, ancora una volta, all'inseguimento, tallonandolo da presso, anche questa volta con non poco affanno, perché, si sa, pur senza avere alcuna intenzione di pensarla come Brunetta, la pancia dei marescialli comunque non assomiglia a quella di chi soffre di anoressia. Ma ancora una volta la delusione del maresciallo non è stata poca, quando ha visto che Juccio, appartatosi in un angolo tranquillo di strada, si è limitato solo ad estrarre il suo computer portatile e ad aggiornare la pagina del suo sito come sopra, esclamando di soddisfazione "hooo!" Allora, il maresciallo se n'è ritornato, per l'ennesima volta, alquanto deluso e sconsolato, in caserma, dal momento che a Banzi, dopo il fattaccio del menaggio sindacale in piazza, non è successo più nulla: non un fatto di sangue, una rissa, uno sputo in un occhio, un'ingiuria, un pollo rubato, neppure una mela. Ma per fortuna i grilli trillavano ancora melanconici nella valle che separa Banzi da Genzano, e risalendo il loro canto fino alla caserma nella camera da letto del maresciallo, egli si è addormentato senza avere avuto tempo di emettere neppure uno sbadiglio. APPENDICITE
Trovo strano però che Juccio, a volte esageratamente solerte nell'aggiornare il suo sito, per recepire quasi alla velocità della luce tutte le novità di Banzi - stante che, come si legge nel link del sito ufficiale omonimo, egli ne racconta in quello suo la storia del nostro paese-città - abbia trascurato di arricchirlo con le belle immagini del sindaco Vertone in Terra Santa, come se esse non facessero la storia di Banzi, ma fossero da considerare invece vanitoso ciarpame. Al posto di Vertone io farei fare un'indagine al riguardo perché, se fosse vera la seconda ipotesi, ci sarebbe da andare da Ghedini per farsi assistere a sporgere querela per "blasfemia" alla sua persona. Ciò detto per scherzare, invece seriamente chiederei ai due mancati eletti sindaci di rivolgere formale interrogazione al sindaco, da inserire all'ordine del giorno del consiglio comunale, per conoscere: "Posto che, cosa ci azzecca con la sua carica istituzionale, che un sindaco di un piccolo comune debba andare in visita in Palestina: 1) la missione è avvenuta in tale sua qualità con spesa a carico del bilancio comunale? 2) la missione è avvenuta come privato cittadino con spesa a carico proprio?" Ebbene, in caso di risposta affermativa alla prima domanda, senza bisogno dell'assistenza di Ghedini, andrebbe fatta denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale. Viceversa, in caso di risposta negativa alla prima domanda e positiva alla seconda, bisogna che il consiglio comunale dia disposizioni al web master del sito istituzionale di Banzi di mondarlo del ciarpame di foto ricordo di Nicola Vertone fatte durante tale sua visita, perché saranno anche utili a dimostrare la sua fotoigienicità, divertenti nell'ammirare la sua goffaggine di beduino sul cammello che vuole recitare, ma esse possono trovare spazio nell'album di un sito personale, non istituzionale, che deve essere e rimanere una cosa seria, non trasformarsi in una vetrina ove approfittare a sfoggiare vanità e narcisismo.
Mi permetto, invece, di suggerire al rinnovato sindaco (questa volta ritengo ciò essere lecito) di approfittare di questo altro lustro di carica per pensare un po' seriamente a sé, prendendo (ma la meriterebbe già honoris causa) come il suo compagno (ex?) di merenda anch'egli la laurea per potersi sistemare bene dopo il decanato sindacale. Apprendo infatti dalla radiotelevisione del mezzogiorno, che a spiegare la causa dei "Cattivi odori dal depuratore di contrada Pantano" a Matera è il "dottor" Carcuro, che l'ha individuata nei liquami dei bottini che vi vengono versati. Questa notizia mi fa sorgere però altre curiosità e domande: ma la vott' d' Ciccillon' esiste ancora in circolazione? Ed egli va fino a Matera a scaricarne il contenuto? E cosa va raccogliendo a Banzi, se non c'è abitazione che non abbia il cesso, per caso il profluvio di verba di.... per evitare di inquinare il Banzullo? Ma siffatto profluvio non dovrebbe olezzare di divinità invece che di merda?
nui chiniam la fronte al Massimo Fattor che volle in lui del creator suo spirito più
vasta orma cagar.
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9 giugno 2009