COSI' CONOBBI MARIO TRUFELLI

    
    Concludendo la mia pagina dal titolo "Nel nome di Banzi", inserita in questo sito, avevo ipotizzato, meglio auspicato, che Mario Trufelli potesse continuare quella sorta di "viaggio in Lucania", di cui ha lasciato una  traccia bella, suggestiva nel libro "L'Ombra di Barone", facendo tappa anche a Banzi. 
    Non nascondo che tale auspicio fosse accompagnato anche dal recondito desiderio di poterlo incontrare, cosa che un mio parente riteneva quasi banale: non ne sarebbe mancata l'occasione, in virtù del particolare rapporto di amicizia vantato con il giornalista-scrittore.
    Ed accadde che intorno a mezzogiorno del 16 agosto di questa estate scorsa, mentre mi intrattenevo con mio nipote Renzo Tafaro, tentando con le sue bambine di vincere la loro diffidenza nei miei confronti - qualunque cosa chiedessi a Kerstyn e Sofia, la loro risposta era sempre un secco no - fa irruzione in casa il parente Italo Carcuro, venendo quasi a farmi un sequestro di persona per condurmi in piazza, perché era arrivato Mario Trufelli, che mi avrebbe fatto conoscere.
    Mi prende un sussulto di emozione, frammisto ad imbarazzo, perché non ero in abbigliamento adeguato per potermi presentare all'illustre personaggio. Chiedo allora se mi concedesse un minuto, per potermi almeno mettere i pantaloni lunghi ed una maglietta decenti. Accondiscende e rimane ad aspettarmi in macchina. Poi, io con un certo batticuore, giungiamo in piazza. Ci rechiamo a piedi nel centro storico oltre le arcate dove Trufelli era attorniato, direi quasi assalito, da diverse persone, che cercavano di proporsi alla sua evidenza. 
    Ce n'era uno che voleva calamitare, catturare con insistenza quasi molesta la sua attenzione. Ho scoperto poi trattarsi di Luigi Cilumbriello, che mi era stato segnalato da Savino Pasquarelli quale cantautore-attore-regista, linkato per ciò nella home page del mio sito. 
    C'era poi anche il commendatore Mimmo Grasso, alias "Scugnizz", che la faceva da padrone con Trufelli, trattandolo quasi come un suo compagno di merende. Io sono rimasto alquanto in disparte ad ascoltare, cercando d'indovinare il momento buono per potermi avvicinare, che ho trovato quando ad un certo punto, caduta la conversazione su Rocco Scotellaro ed il parco letterario Carlo Levi, mi sono inserito, dicendo: - "itinerario di viaggio di Mario Trufelli ne' "L'Ombra di Barone". Egli mi ha guardato incuriosito e sorridente e così mi son potuto presentare e stringergli finalmente la mano. 
    Siamo poi retrocessi in piazza, dove si trascinava a fare qualche ultima passeggiata ante pranzo, in bermuda, l'ex Sindaco Peppino Garzillo: l'andatura e l'aria che aveva non erano però tanto di chi si apprestasse ad andare a consumare un pranzo, quanto di chi avesse ancora bisogno di digerire ... qualcosa. 
    Qualcuno del gruppo non perde occasione per lanciare una battuta: - "sai come gli brucia oggi di non poter essere lui ad andare alla Capannina con Trufelli"? Ed un altro aggiunge: - "Solo che, se fosse stato ancora lui a fare il Sindaco, Trufelli non sarebbe venuto a fare visita a Banzi".
    Poi, una breve sosta ancora sul marciapiede opposto al Roxy Bar, durante la quale ho potuto ritagliarmi col poeta Trufelli un attimo d'intimità, approfittando, come a rendergli omaggio, per recitargli i brevi, ma strazianti per la commozione che suscitano, versi della sua poesia "La Culla di Ferro": 

Fratelli,

Ho venduto la culla di ferro battuto dove 
siamo nati.

Il ferrivecchi giocava al ribasso.

    Dopodiché  ho risalutato Trufelli. Vorresti per quelle circostanze trovare delle parole belle ed adeguate, ma esse recalcitrano sempre. Allora mi sono limitato a dire: - "Dottor Trufelli, è stata un'emozione conoscerLa". Ed egli mi ha risposto: - "Anche per me", avvicinandosi a me per un abbraccio amichevole e porgendomi le guance linde e profumate, evidentemente appena reduci dal barbiere, sulla mia barba, incolta e pungente.
    Dopo due giorni, in occasione del corteo rievocativo della venuta a Banzi di Papa Urbano II nel 1088, ho rivisto ancora Trufelli. Stavo indossando i panni, con tanto di parrucca bianca, cappello e vestito d'epoca, di Domenico Pannelli, e recitando il ruolo del segretario del Cardinale Enrico Enriquez, narratore, autore del libro "Le Memorie Bantine" (clicca qua per veder al riguardo lo studio di Felicetta De Bonis pubblicato dalla Regione Basilicata su internet).  Fui anche fotografato insieme da Rocco Ciccotti, ma le foto non le ho mai viste. 
   
In questa occasione ho ricevuto da lui una copia del suo libro "L'Ombra di Barone" con la dedica che riporto in calce a questa pagina. A mia volta, gli ho donato una copia del mio libro di poesie "Una madre": spero che mi abbia onorato di leggere qualche pagina. 
    Se per caso Trufelli avesse perso o buttato via il libro, e dovesse invece capitare su questa pagina, approfitto per costringerlo a leggere almeno queste due poesie, che ho visto di recente essere state inserite in un sito web, il seguente: http://www.susypoetry.com/italiana.htm

TU SORRIDI GIA' AGLI ANGELI

Per un nonnulla Madre mia
adesso tu mi sorridi sempre:

mi fai venire però il dubbio
che non a me, ma agli angeli
ormai tu cominci a sorridere.

Quanto vorrei che questo mondo
che ti sta sfuggendo
sia il più brutto che esista.

P.S.
Questa poesia è stata scritta alla sera della Befana del 1999, 
mia madre è morta improvvisamente il successivo 28 febbraio.

      §    §   §   §   §   §

PARTE DELLA MIA ANIMA

Parte della mia anima
in pegno
ti sei portata via
con te Madre mia
e parte della tua
tu hai lasciato a me:

la custodirò
e la curerò
proprio come tu
farai con la mia:

libera di decidere
quando venirti a prendere
la parte rimanente:

della tua
e della mia.

    Prima di riportare la dedica a me fatta da Trufelli, mi piace riportare l'altra dedica ufficiale "Per Nietta" (non so chi lei sia, probabilmente una sua figlia) inserita nel libro:

Ti lascio un libro  pesa
meno di un etto di pane
ti lascio i miei pensieri forse
non pesano nulla
ma odorano di pane.

Frammenti così
sono semine di pensieri.
Potranno certo esservi
molti granelli sterili;
purché ne germogli qualcuno!
NOVALIS

        Ed ho inteso anch'io lasciare "semina" di questo bel ricordo dell'incontro avuto con Mario Trufelli, che, non c'è alcun dubbio, per me non sarà un ricordo sterile, ma mi farà "germogliare" sempre, anche a distanza di anni, almeno un po' d'emozione. Parafrasando ancora le parole sopra riportate, questa pagina è certo un piccolo frammento di poco valore, non pesa nulla, ma "odora" del comune denominatore del grande amore avuto con Mario Trufelli verso la nostra terra di Lucania.
Ciao Mario.

P.S. Vedi la pagina collegata: "L'Ombra di Barone"

(11 ottobre 2004)

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