SCHEGGIA DI RUBENS!
... e l'anima tua sarà salva

 

Per chi non sapesse come far passare il tempo, e volesse qualcosa di alternativo ai cruciverba, od alla tivù, avrei un suggerimento da dargli: potrebbe trascorrere qualche ora ad ammirare il banner che Sapio "sapientemente" ha posto in tutte le pagine del suo sito, per catturare l'attenzione dei navigatori e che recita: "Banzi, paese della "Fons Bandusiae" di Orazio e "Città culla del Diritto".

Io, quando non so cosa fare (cioè mai), per tirarmi su lo spirito trascorro qualche ora a vedere come il banner scorra sotto la piazza di Banzi: compare come una frettolosa lucertola sul lato destro e scompare su quello sinistro. Ma quando esso scompare, non bisogna disperarsi, perché in una frazione millesimale di secondo, oplà riappare puntualmente, con matematica certezza sul lato destro. 

Così, se sei debole di memoria, puoi ripassarti il banner infinite volte, finché non ti rimane ficcato nella zucca che Banzi è il  paese della "Fons Bandusiae" di Orazio e la "Città culla del Diritto". 

Non capisco però come mai Banzi per la "Fons" è paese, per la "culla" invece è città: perché per quanto il banner lo devi leggere di corsa, ciò non ti impedisce di cogliere la promozione di rango fatta a Banzi nel volgere solo di una frase.

Comunque, ficcato nella zucca che "Banzi è il  paese della "Fons Bandusiae" di Orazio e la "Città culla del Diritto", che fai dopo? Ma ovvio, vai ad aprire un "conto arancio", no!

 

Qualche giorno addietro, nello scrivere la pagina "Madonne di settembre", pensando di illustrarla con qualche immagine di madonna, mi sono ritrovato sulla pagina sacra del mio collega web master, col quale ho ben altri quattro e forse più denominatori comuni: il nome Antonio, il luogo di nascita  Banzi (paese o città che sia), l'aver fatto ragioneria entrambi a Palazzo San Gervasio, la Regione Lombardia in cui siamo andati a finire, lo scrivere poesie, ecc. ecc. Solo una cosa ci differenzia parecchio: la nostra altezza, giacché Sapio si eleva forse del 50% più in alto di me.

Cogniti ed ammirati nel sito di Antonio tutti i santi e le madonne effigiati nella nostra chiesa, ho imparato anche i nomi della mamma e del papà del nostro Santo Protettore Vito, Crescenza e Modesto, appellati anche loro Santi, in quanto assurti col figlio all'aureola della gloria divina.

Poi l'occhio mi è cascato sulla pagina riportante la "bibliografia su Banzi" e qui - permettimi Antonio - ti colgo in fallo, perché, se è degno di ammirazione il fatto che abbia indicato in essa addirittura i calendari 2002 e 2003 del Comune di Banzi (concedendoti una  licenza poetica, giacché i calendari non mi sembra si cataloghino tra i libri), riscontro invece nella tua bibliografia due gravi lacune: non hai menzionato il libro di Michele Rigato "E così fu", che, senza alcuna ironia, meritava sicuramente di essere citato perché dentro vi è raccontato la vita di Banzi del secolo passato, e neppure hai ritenuto degno di essere inserito in elenco "L'eco del cuore" di Gerardo Renna, libri di cui invece nel mio sito si possono leggere numerose pagine (vedi la pagina "Scrittori di Banzi" ed in particolare, del libro "E così fu" di Michele Rigato i capitoli: I primi ricordi Il grano e il pane, La leggenda del tesoro, La carbonella, La prigionia).

A proposito del mio antico amico Gerardo: come va la collezione delle tue poesie su Banzi? Immagino sarai arrivato adesso almeno a "Banzi 30°". 

Giacché ho sentito che a Banzi si è avverata la mia previsione di festeggiare, in aggiunta ai cinquantenni, anche i sessantenni (ma, già che ci siamo, perché non si festeggiano tutte le decine? Partendo da zero, cioè invitando le mamme che li ospitano ancora in grembo, fino ai centenari?), mi permetto di dare ancora un suggerimento: se Gerardo ha pronto un'altra "collezione" di poesie su Banzi, perché non si organizza, per la prossima "Estate Bantina", una bella sfilata "Prêt-à-porter"? Penso che sarebbe un evento unico nel suo genere!

 

Qui sto cercando di divagare un po', ma ieri l'altro son dovuto andare al pronto soccorso, perché avevo un occhio che mi pungeva, lacrimava, mi faceva soffrire terribilmente. Di che si trattava? Incredibilmente il medico mi ha estratto una scheggia.

Dopo  averla esaminata con la lente d'ingrandimento, l'ho sentito esclamare: "ma che scheggia strana! Non ne avevo mai viste così prima! E poi questo colore che, quasi che la scheggia fosse una goccia di vino, si avvicina al rubino!" 

Allora a me, come per una sorta di riflesso condizionato, è venuto da dire: "Dottore, potrebbe essere una scheggia di Rubens?" Ed egli, con l'espressione sollevata di chi ha risolto un terribile mistero, conclude la sua esclamazione dicendo: "Sì, esattamente, è proprio una scheggia di Rubens!".

In seguito a ciò io ho imparato allora che i computer non trasmettono solo i virus, ma adesso fanno schizzare anche le schegge. Ed ho pensato anche che, di qui in avanti, quando voglio fare un'esclamazione di meraviglia per qualcosa di straordinario, io dirò: "Scheggia di Rubens!"

Anzi, penso di fare ancora di più: userò quell'esclamazione anche al posto di imprecazioni tipo "porca miseria!", "puttana troia!". Io non blasfemo invece mai "porca madonna!" ed altri simili oltraggi. Vorrei dare allora un suggerimento a chi invece è solito imprecare contro la Madonna, il Padre ed il Figlio della stessa: perché non sfogarsi dicendo "scheggia di Rubens?"

Incredibilmente uno potrebbe così avere salvata l'anima... praticamente gratis.

Ed allora io, a nome delle anime salvate, non potrei non dire grazie ad Antonio Sapio per la prodigiosa scheggia di Rubens che dal suo sito mi fece schizzare un giorno nell'occhio!

 

28 settembre 2008

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